I onLy cOme ouT at niGht: un uomo solo fa paura

Photo by Piuomenolab

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Photo by Ruben Venturo, Piuomenolab

“Un uomo solo fa paura”, mi disse una volta un amico austriaco che era venuto a trovarmi quando vivevo a Roma. Parlava di sé e di quando aveva dormito per strada a Praga con in tasca qualche centinaio di euro. Nessuno aveva provato a derubarlo o ad avvicinarlo. A me piace uscire da solo, in un certo senso mi dà forza. Seguo il concerto o la mostra che sia con attenzione. A volte quando vado ad un party, se incontro qualcuno, mi viene chiesto con chi mi trovi, ganz allein.

Gib der Jäger raus!
Sono stato ad un evento alla Funkhaus. Su due piani accessibili al pubblico sono state esposte le opere degli artisti “resident”. Ho ritrovato UTO, un designer che lavora perlopiù con i metalli, creando lampade e sculture. Qualche settimana fa, su una traversa di Warschauer Straße, avevo visto una ragazza esporre nel suo negozio una di queste sculture luminose. Ho incontrato Uto al piano terra, mentre sfornava pizze. Gli ho fatto i miei complimenti, sia per le opere sia per la predisposizione alla cucina, amo cucinare ed amo mangiare. Mi ha fatto una buona offerta per un suo lavoro, la terrò in considerazione.
Mi interesso soprattutto di arti plastiche. Mentre osservavo l’installazione di un ragazzo all’interno di uno degli studi, ho sentito della musica interessante dalla camera accanto. La porta era bloccata, sono uscito ed ho notato che l’unico ingresso era il retro-palco. Un ragazzo stava lavorando lì, ho chiesto se potessi entrare, mi ha risposto di non avere nulla in contrario, ma di verificare se la porta fosse o meno bloccata. Mi sono trovato in una camera che dava accesso ad una sala prove. Ho aperto questa seconda porta e il chitarrista mi ha chiesto cosa facessi lì. Ho risposto: “pensavo si trattasse di una esibizione pubblica”. Erano i Lea Porcelain, nel corso della serata abbiamo parlato un poco, stavano provando in quanto il giorno dopo si sarebbero esibiti al Melt! Festival.

Ad ogni modo, a conclusione dell’evento si sono tenuti dei concerti. Un ragazzino ha cantato “Just like a woman” di Bob Dylan, è stato dolce ascoltare questo ventenne recitare:
She takes just like a woman
she makes love just like a woman
and then she aches just like a woman
but she breaks just like a little girl

Oh baby!
La band noise-rock non era male, peccato per il set di batteria. Si trattava di una batteria jazz e stonava nell’insieme (o forse i volumi non erano stati settati per bene). Capisco la praticità della condivisione degli strumenti, tuttavia lo show avrebbe potuto risaltare in modo migliore. L’ultima band, Bordel Western, ha suonato jazz strumentale accompagnando lo screening muto di “Die Weber“, un’opera in cinque atti scritta da Gerhart Hauptmann nel 1892 che racconta la rivolta dei tessitori slesiani negli anni ’40. La conclusione dell’intero evento è stata deliziosa.

“Death in the Afternoon” è un cocktail inventato da Hemingway , si beve da un flute e si ottiene mischiando uno shot di assenzio con dello champagne. Me lo ha consigliato questa bellissima ragazza finlandese che lavora all’istituo di cultura finlandese a Parigi. Ci siamo conosciuti a cena in un buon ristorante italiano vicino casa, una coppia di carissimi amici ha invitato entrambi e alla fine siamo andati a casa loro per una serie di Absacker prima di darci la buonanotte.

Sabato si terrà qui a Berlino il Cristopher Street Day, gay pride del quale vi lascio una cartolina dello scorso anno. La foto è stata scattata da un carissimo amico e mi ritrae con una persona che amo tantissimo. Quest’anno parteciperò nuovamente al pride, sono stato invitato da alcuni amici a raggiungerli sul palco verso le 19, durante la loro esibizione. Non ho ancora deciso cosa indossare, voglio dire, ha senso mettere le mutande?

1978551_10152332656702884_8991540083716097930_oEin Arschloch è un verme metropolitano che vive soprattutto di notte.
Ama l’anatomia, l’arte e, paradossalmente, la campagna.
Odia i tovaglioli di carta, la plastica e svegliarsi al mattino.
Nightwalker, musicista, post-modern dj, D.I.Y. creative.
Ich bin kein Künstler, ich bin ein Arschloch.