Earthlings.de, a cosa rimandano le innumerevoli scritte in gesso sui muri di Francoforte?

La locandina del film
La locandina del film
La locandina del documentario “Earthlings”

FrancoforteEarthlings.de”, “dick geworden? Milch -> youtube.de”. Questi sono solo due esempi di scritte che negli ultimi mesi sono apparsi un po’ dappertutto a Francoforte. Nelle fermate della metro, dei bus, sui marciapiedi, davanti alle scuole, sulle facciate dei palazzi, in ogni angolo della città si possono leggere questi messaggi scritti con i gessetti colorati. Ma chi e cosa si nasconde dietro a tutto ciò? Si tratta di una protesta o un’azione pubblicitaria?

L’idea dei messaggi colorati è nata da un gruppo di giovani attivisti francofortesi e si è poi diffusa, tramite i social network come facebook, anche in altre città. Lo scopo è quello di suscitare la curiosità in tutti coloro che leggeranno queste scritte e condurli così nel web a scoprire “Earthlings”, un documentario del 2005 scritto, prodotto e diretto da Schaun Monson e narrato dall’attore e animalista Joaquin Phoenix.

Vi siete mai chiesti cosa si nasconde dietro ad un prodotto, sulla cui etichetta appare la scritta “naturale” magari accompagnata dall’idilliaca immagine di un prato verde? Al procedimento e ai chilometri di trasporto che vi sono dietro, il tutto accompagnato da una bella dose di conservanti, coloranti e aromi artificiali?

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Il film lo spiega bene: sofferenze e torture per gli animali. Ma oltre a questo aspetto emerge anche il risvolto dell’impatto ambientale: l’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi, i rifiuti derivati perché si produce più di quello che si consuma o il consumo di acqua (per produrre un chilo di carne vengono utilizzati 15mila litri di acqua! ). Il documentario mostra in poche parole come le nostre società siano costruite anche sullo sfruttamento e il maltrattamento degli animali, di tutte le specie: per cibarsene, creare tessuti come pellicce e pelli e come intrattenimento in circhi e zoo.

Non tanto una campagna pubblicitaria organizzata dalla produzione del film, ma piuttosto un messaggio etico da parte di attivisti volontari.Il messaggio è chiaro: un filosofo tedesco ha detto che “l’uomo è quello che mangia”, se vogliamo essere degli uomini migliori allora, iniziamo a mangiare meglio.

Francesco Solazzo

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