Il destino del Philosophicum: tra funzione pubblica e investimento privato.

Il campus universitario di Bockenheim, centro della protesta negli anni Sessanta e Settanta. Foto © Dontworry / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
Il campus universitario di Bockenheim, centro della protesta negli anni Sessanta e Settanta. Foto © Dontworry / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0

Bannerino_FrancoforteFrancoforte – Il conflitto per il destino del Philosophicum – antico edificio della facoltà di Filosofia della Goethe Universität –è ancora lungi dal concludersi. Anche qui sulle pagine del Mitte abbiamo spesso riportato la cronaca degli eventi che caratterizzano questa diatriba tra ABG Frankfurt Holding, che punta ad una valorizzazione economica dell´area dell´ormai fu Campus Bockenheim, e il comitato cittadino Projektgruppe Philosophicum, che al contrario preme per l´estensione del vincolo di tutela patrimoniale e l’uso pubblico della struttura.

Per comprendere a pieno la querelle è tuttavia necessaria una breve ricostruzione storica che aiuti a fare luce sui motivi dell’iniziativa di base a tutela di un edificio che non desta certo un’impressione di magnificenza estetica. Detto altrimenti bisogna chiedersi: perché è importante il Philosophicum?

L’edificio in questione è stato progettato dall´architetto Ferdinand Kramer, uno dei più importanti esponenti del funzionalismo architettonico. Il Philosophicum, costruito tra il 1958 e il 1960, fu il primo “grattacielo” dell´Università di Francoforte sul Meno (alto 79 m – per gli standard dell´epoca era un grattacielo nonostante vanti solo 8 piani). L´edificio fu uno dei primi esempi in Europa di costruzione con armatura d´acciaio. Un’altra caratteristica architettonicamente interessante del Philosophicum è la posizione dei pilastri in acciaio, che non si trovano all´interno ma all’esterno della struttura. Questa scelta da parte di Kramer era motivata dall´idea di lasciare la più totale libertà e flessibilità per la suddivisione degli spazi interni.

philosophicum. Foto © ArcCan/ Wikimedia Commons / CC BY-SA 1.0 / remixed by Il Mitte
Il philosophicum. Foto © ArcCan/ Wikimedia Commons / CC BY-SA 1.0 / remixed by Il Mitte

A livello estetico e puramente visivo, il Philosophicum si presenta privo di colori e di elementi ornamentali. Da questo punto di vista, Kramer voleva esprimere una rottura radicale con l’architettura tipica del nazionalsocialismo. Mentre per i nazisti gli edifici pubblici dovevano manifestare l´ideale della grandezza ariana e pertanto dovevano rappresentare i valori del potere costituito nazista, Kramer intende sottrarre gli edifici pubblici al loro valore simbolico e restituirli alla loro dimensione puramente funzionale e sociale. Si tratta indubbiamente di un’operazione politica, sebbene la sua politicità consista nel sottrarre l´architettura pubblica al politico.

Il resto è cronaca dei nostri giorni. Con il trasferimento di gran parte delle strutture universitarie da Campus Bockenheim a Campus Westend e la conseguente vendita a privati degli spazi pubblici del Campus, l’esistenza del Philosphicum era appesa ad un filo e la demolizione sembrava una prospettiva più che concreta.

Al fine di salvare il Philosophicum si è costituito il Projektgruppe Philosophicum, che mira ad una ristrutturazione pubblica dell’edificio, che non tradisca lo spirito del progetto di Kramer. Per fare ciò, nei loro piani il Philosophicum diventerebbe una casa popolare con strutture in comune, con un caffè e un asilo. Al momento la demolizione sembra scongiurata e l’edificio gode del vincolo di tutela patrimoniale.

Se da una parte il pericolo di un abbattimento del Philosophicum sembra superato, dall’altra non si può che parlare della classica vittoria di Pirro. L’ABG Frankfurt Holding ha infatti deciso di vendere il Philosophicum all´investitore privato RMW, che si impegna a trasformare lo storico edificio in uno studentato. Apparentemente tale progetto ricalca quello dell´iniziativa popolare, ma in realtà lo studentato a venire sarà tutt´altro che fedele agli ideali sociali di Kramer. Il progetto prevede infatti stanze superaccessoriate da affittare a prezzi tutt´altro che accessibili a tutti. Insomma l´idea di strappare a Bockenheim la sua anima popolare e pubblica per “costruire” l´ennesimo spazio per le élite sembra aver subito solo una frenata momentanea.

Paradossalmente la salvezza del Philosophicum è dipesa dal suo valore simbolico più che funzionale. È il suo essere elemento caratterizzante di un’epoca a salvarlo dalle bombe che hanno già ridotto ad un cumulo di macerie la famosa Turm della Goethe Universität. Alcuni francofortesi di vecchia data amano scherzare – ma neanche tanto – sul fatto che la devastazione della seconda guerra mondiale ha distrutto molte meno case rispetto alla politica edilizia degli ultimi anni. Si tratta di una politica edilizia che sembra voler costruire nuovi muri e nuovi confini, questa volta non più tra est e ovest, bensì tra élite e classi popolari.

 La resistenza del Projektgruppe Philosophicum pertanto non è soltanto un’iniziativa popolare che mira alla salvezza di un “vecchio” e “brutto” palazzo “decrepito”. Piuttosto si tratta di una resistenza contro nuove forme di discriminazione sociale ed economica che passano anche attraverso i progetti architettonici e la politica edilizia. Il destino del Philosophicum diventa così specchio del destino di una città che sembra voler bruciare il suo passato sociale e pubblico in nome di un futuro privato che puzza troppo di trapassato.

 Ruggiero Gorgoglione

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