Scoperto un cabaret anni ’20 abbandonato nel cuore di Berlino

La sala degli specchi della Clärchens Ballhaus, © Nicor (CC BY-SA 3.0)
La sala degli specchi della Clärchens Ballhaus, © Nicor (CC BY-SA 3.0)
La Clärchens Ballhaus [© Nicor / Geolocation / CC BY-SA 3.0]

Dirk Moritz è un impresario edile, che a Berlino ha fondato e gestisce la società Moritz Gruppe. Una sera piovosa di novembre, mentre andava a prendere la figlia in piscina, rimase colpito da un edificio fatiscente e qualcosa lo spinse a guardare al suo interno.

Era il 2008, nel quartiere di Mitte. Dirk Moritz spinse il cancello di ferro e si ritrovò in un cortile colmo di vecchie auto e spazzatura. Nonostante ciò, continuò a sentire il bisogno di inoltrarsi e di scoprire cosa ci fosse che tanto lo attirava in quel vecchio cortile. Quando vide una costruzione dai contorni scuri, decise che sarebbe tornato per capirne di più.

Riuscì, nei giorni successivi, a convincere il custode e ad entrare per alcuni minuti all’interno dell’edificio. “Avevo con me solo una piccola torcia ed entrai in questo edificio con soffitti crollati, tonnellate di rifiuti e centinaia di piccioni svolazzanti. L’odore era così terribile che dopo dieci minuti avrei avuto bisogno di una maschera d’ossigeno”, racconta Moritz.

L’uomo non si lasciò intimidire dall’abbandono e dai pericoli, soprattutto dopo essersi reso conto di quello che lo circondava: un vecchio teatro per cabaret abbandonato, risalente ai Roaring Twenties, i ruggenti anni Venti durante i quali Berlino visse il periodo di massimo splendore culturale.

“É un posto incredibile, me ne innamorai all’istante – ha dichiarato Dirk Moritz, che soltanto il mese scorso ha rivelato l’incredibile (e nostalgica) scoperta – Siamo tutti interessati alle cose che sono state dimenticate da più di ottant’anni, perché sono un pezzo di storia. E penso che ognuno di noi culli la curiosità di vedere com’era Berlino nel 1920”.

Con la sua piccola torcia, durante la prima visita, gli fu impossibile rendersi conto delle dimensioni del teatro. Moritz salì le scale al buio, con il rischio che crollassero sotto i suoi piedi, e raggiunse la sala teatrale al secondo piano. Ben 300 metri quadri di soffitto a stucchi, affreschi visibili dietro carte da parati scrostate, un grande palcoscenico.

L’emozione di rivivere il selvaggio senso di libertà e d’abbandono di cui si nutrivano le persone ballando il charleston e chiacchierando animatamente sedute ad un tavolo, con una sigaretta tra le labbra. Prima che il divertimento  finisse, bruscamente, con il nazismo, la seconda guerra mondiale e i decenni di divisione della Guerra Fredda.

Fu così che Moritz si mise a fare ricerche sulla sua storia, negoziando per anni con i proprietari, residenti nella Repubblica Ceca, che l’avevano ereditato senza mai averlo visto. L’edificio fu costruito nel 1905, come ristorante e teatro con grandi sale affittabili per eventi privati, una cucina al piano terra e un montacarichi per le vivande. Si chiamò Fritz Schmidt’s Restaurant and Festival Halls fino a quando, nel 1919, divenne il Kolibri Festival Rooms and Cabaret. Nel 1930 le luci del suo palcoscenico si spensero e non si riaccesero mai più.

Dopo la guerra, le sue splendide sale vennero usate come discarica e come bottega per la lavorazione di metalli. Un destino ingiusto. Solo un numero bassissimo di vecchi teatri e cabaret sopravvissero alla guerra e alla divisione di Berlino. Uno di questi è la sala da ballo e ristorante Clärchens Ballhaus: “I giovani amano l’aura che Berlino aveva nel 1920, c’è nostalgia per quel periodo”, ha dichiarato Mirjam Abele, portavoce del locale.

Lo scorso anno, la Moritz Gruppe ha ottenuto l’accesso al palazzo, dal quale eliminò trenta tonnellate di rifiuti. Purtroppo, però, il regolamento cittadino impedisce alla società di far tornare l’edificio al suo antico splendore e al suo uso originario. La soluzione? Moritz lo ristrutturerà, mantenendone il più possibile la struttura e i decori originali, facendo convivere il classico con il moderno, per farne appartamenti e sede di mostre e convegni, in un progetto chiamato “Secret Garden“.

2 COMMENTS

  1. Io vorrei avvere un essemplare del “Regolamento cittadino impedisce alla società di far tornare l’edificio al suo antico splendore e al suo uso originario”. ¿Come posso averne uno? mi piaccerebbe studiarlo e conoscere la normativa sugli edifici antichi a Berlino. Grazie.

  2. Bell´aritolo, bella location….solo peccato che non potrà più essere un teatro cabaret di nuovo….

Comments are closed.