Villa Liebermann: dal lusso alla resistenza

Foto di Stefano Comi

Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Villa Liebermann – L’estate a Berlino nei palazzi e nelle case nobili non deve essere stata molto attraente, se aristocratici e famiglie dell’alta società, cercavano di ritemprare il corpo e lo spirito in un ambiente meno affollato e più salubre dei locali precariamente riscaldati e chiusi dove avevano trascorso i lunghi inverni. Del resto non è una novità, anche nel mondo antico, lontano dalle grandi città, nascevano regolarmente insediamenti dove le classi ricche e patrizie si davano appuntamento lontano dalla plebe.

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La nascita di una sontuosa residenza

L’idea di un nuovo insediamento esclusivo venne al banchiere, latifondista e direttore dell’associazione dei commercianti di Berlino Wilhelm Conrad, forse aiutato in questo dalla sua passione per la natura e per gli sport acquatici. Nel 1863 chiamò sulle rive del Wannsee il direttore dei parchi cittadini Gustav Meyer, successore del maestro dell’architettura del paesaggio Peter Joseph Lenné e con il suo aiuto il territorio venne parcellizzato, furono costruite le strade, realizzati i piani per la costruzione di ville e residenze.

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Presidente del Consiglio di vigilanza delle Ferrovie di Berlino-Potsdam e Magdeburgo, Conrad non mancò di costruire un collegamento su rotaie con il Wannsee, oggi S-Bahn 1, che i berlinesi chiamarono da subito “il treno dei banchieri”.

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I primi acquirenti furono esclusivamente membri del “Club di Berlino”, rinato ai giorni nostri dopo una lunga pausa obbligata dall’avvento del nazionalsocialismo. Fra i molti uomini d’affari, industriali, banchieri, artisti e scienziati, fra i primi abitanti del nuovo insediamento spiccano i nomi dell’editore Carl Langenscheidt, noto ancora oggi per la pubblicazione dei numerosi dizionari di lingue straniere; Ferdinand Springer, primo erede della casa editrice Springer Verlag a cui appartengono ancora oggi la BILD, B.Z., BERLINER ILLUSTRIRTE ZEITUNG, DIE WELT, COMPUTER BILD, AUTO BILD, SPORT BILD e molto altro; Arnold von Siemens, primogenito di Werner von Siemens, industriale; Heinz Rühmann, attore, regista e cantante, icona del cinema in bianco e nero; Ernst Marlier, la cui villa è tristemente passata alla storia come “la villa della conferenza di Wannsee”, dove le SS e altri ministeri pianificarono lo sterminio degli ebrei; e infine, al numero 3 di Colomierstraße, il pittore Max Liebermann. Presidente della società “Secessione berlinese”, una corrente più nota come “impressionismo berlinese”, presidente dell’accademia dell’arte, ostracizzato dai nazisti, dovette ritirarsi dalla vita pubblica.

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Max Liebermann che voleva “vomitare sui nazisti”

Quando, il 30 gennaio 1933, sotto la sua casa di città sulla Pariser Platz (a lato della porta di Brandeburgo) i nazisti sfilarono con le fiaccole, Liebermann avrebbe pronunciato con il tipico sarcasmo berlinese, la frase passata alla storia: “Ick kann jar nich soville fressen, wie ick kotzen möchte” (non posso mangiare così tanto quanto vorrei vomitare). Su consiglio di alcuni amici, un certo numero delle sue opere verrà portato al sicuro a Zurigo, cinque anni dopo morirà nella sua casa sulla Pariser Platz.

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Nonostante la Gestapo proibisca lo svolgimento di un funerale pubblico, molti intellettuali e artisti ebrei accompagneranno il feretro al cimitero sulla Schönahauser Allee; la moglie Martha, di fronte al pericolo di essere deportata nel campo di sterminio di Theresienstadt, si toglierà la vita con una overdose di Veronal dopo essere stata costretta vendere a un prezzo irrisorio la villa di Wannsee ai nazisti.

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Trasformata in ospedale durante la seconda guerra mondiale, rimarrà tale fino al 1969 dopo che agli eredi, rifugiati negli U.S.A., venne riconosciuta la proprietà. Acquistata dal senato di Berlino e affittata ad un club di sommozzatori, servirà da casa di riposo per gli sportivi. Dopo molti tentativi, il 30 aprile 2006, la non profit “Società Max Liebermann” aprirà qui, dopo un restauro radicale, il museo dedicato al maestro.

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Il giardino

Il giardino, più volte soggetto dei quadri di Liebermann, è ora protetto dall’intendenza dei soggetti storici, nell’atelier con il soffitto tipico a tamburo sono esposte opere di Max Liebermann e si alternano mostre di altri pittori. Sulla terrazza rivolta al lago, nelle ore d’apertura, è possibile degustare un caffè accompagnato a delle torte artigianali.

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Come arrivare alla Villa Liebermann: Bus 114 a partire dal Banhof Wannsee (con il bel tempo si può fare anche a piedi lungo il lago in meno di mezz’ora)
In automobile: digitare sul navigatore Colomierstraße 3, 14109 Berlin, parcheggi lungo le vie adiacenti.
Buona passeggiata

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