Vernice nera sulla Costituzione: la protesta degli attivisti di Letzte Generation contro “l’inferno climatico”

Costituzione Letzte Generation
foto: Letzte Generation

Nella giornata di sabato, a Berlino, sei attivisti hanno imbrattato con vernice nera il monumento alla Costituzione tedesca, che si trova davanti al Bundestag. Il monumento consta di 19 lastre di vetro riportanti gli articoli della costituzione nella versione originale del 1949, incisi con il laser. L’opera è stata realizzata dall’artista israeliano Dani Karavan e inaugurata nel 2002. Su queste lastre, i partecipanti all’azione hanno sparso una sostanza nera che aveva lo scopo di ricordare il petrolio e hanno affisso manifesti con la scritta “Petrolio o diritti fondamentali?”

Il messaggio degli attivisti: i diritti fondamentali della Costituzione non saranno rispettati durante la catastrofe climatica

Lo scopo della protesta, infatti, era ancora una volta richiamare l’attenzione sull’incompatibilità fra gli obiettivi climatici e il fatto di continuare a bruciare combustibili fossili. Lina Johnson, portavoce di Letzte Generation, ha dichiarato: “Bruciare petrolio o proteggere i diritti fondamentali? Nel 2023, sarà fattibile solo una delle due cose”. Judith Beadle, che ha partecipato alla protesta di sabato, ha aggiunto: “Bruciare petrolio ci sta portando all’inferno climatico. Nell’inferno climatico non c’è dignità umana, né libertà, né diritto alla vita”.

Secondo gli attivisti, dunque, il governo federale non rispetta i diritti fondamentali e in particolare si pone, con il suo operato, in contrasto con una sentenza della Corte Costituzionale Federale del 2021 in materia di protezione dai cambiamenti climatici, nella quale si legge che: “Il dovere di protezione dello Stato, che deriva dall’articolo 2 comma 1 della Legge fondamentale, comprende anche l’obbligo di proteggere la vita e la salute dai pericoli del cambiamento climatico”.

 

Tuttavia, sostengono gli attivisti invece di proteggere la popolazione, il governo federale sta alimentando la catastrofe climatica. La critica è anche alla legge sulla protezione del clima, che prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2045, limite che gli ambientalisti considerano troppo in là, dal momento che già nel 2030 si supererà quello che è considerato il punto di non ritorno per l’innesco di fenomeni irreversibili legati al riscaldamento globale, ovvero l’innalzamento della temperatura di 1,5°. Quando si raggiungerà questo punto di svolta, affermano gli attivisti di LG, i diritti fondamentali non potranno più essere garantiti e quanto contenuto nella Costituzione verrà quindi vanificato.


Leggi anche:
Attivisti di Letzte Generation interrompono il red carpet della Berlinale

Condanna bipartisan da parte della politica tedesca

Come già avvenuto in passato, la condanna del gesto da parte della politica nazionale è stata bipartisan. La Ministra degli Interni federale Nancy Faeser (SPD) ha condannato l’azione, dichiarando al Bild am Sonntag, che “Questa azione del tutto indecorosa deve essere perseguita con coerenza”. Secondo la Ministra “Possiamo combattere la crisi climatica solo in modo democratico. Per questo abbiamo bisogno del sostegno della nostra società. Questa assurdità danneggia enormemente la protezione del clima”.

Anche la Presidentessa del Bundestag Bärbel Bas (SPD) si è detta “molto scossa” da questa azione degli attivisti. “Un’opera d’arte con la nostra Legge fondamentale è stata imbrattata. Questo mi indigna e mi è completamente incomprensibile”. Lapidario anche il Ministro della Giustizia Marco Buschmann (FDP), il quale ha dichiarato che qualsiasi sia il messaggio che gli attivisti hanno inteso lanciare con questa azione, “non può che essere sbagliato”.

Il presidente della commissione Affari esteri Michael Roth (SPD) ha definito il gesto su Twitter “un’azione scadente e indegna” e ha accusato gli attivisti di distruggere l’arte “come i talebani”. Anche Konstantin von Notz (Verdi), presidente del comitato di controllo dei servizi segreti del Bundestag, ha condannato la protesta.