Monaco: 13 attivisti in carcere da 4 giorni per essersi incollati a una BMW

BMW monaco scientist rebellion
Foto: Scientist Rebellion

Fra tutti gli attivisti per il clima che, negli ultimi mesi, hanno messo in atto proteste di vario genere in Germania, quelli che stanno subendo le conseguenze più pesanti sono probabilmente gli appartenenti al gruppo Scientist Rebellion, che il 29 ottobre si sono incollati a un’auto del valore di 170.000 Euro allo showroom BMW World di Monaco.

Gli attivisti di Scientist Rebellion dovrebbero restare in custodia fino al 4 novembre

I 13 attivisti, che oltre a incollarsi a una BMW M8 blu hanno anche imbrattato di vernice altre sei vetture e le hanno tappezzate di volantini con informazioni scientifiche, sono finiti in custodia cautelare e non sono ancora stati rilasciati dalla polizia bavarese. La loro detenzione è giustificata in base all’articolo 17 del Polizeiaufgabengesetz (legge sui compiti di polizia), che vige in Baviera e che prevede la possibilità, per le forze dell’ordine, di trattenere le persone fermate per un tempo più lungo rispetto ai termini del normale fermo di polizia al fine di prevenire nuovi illeciti o la continuazione di reati già in corso. Dal momento che gli attivisti di Scientist Rebellion – un gruppo composto da scienziati vicino a Extinction Rebellion – avevano annunciato proteste a Monaco fino a venerdì 4 novembre, è proprio fino a quella data che è stato disposto il fermo. Gli attivisti sono accusati di aver causato danni per decine di migliaia di Euro. Il gruppo sta diffondendo una petizione per chiederne il rilascio, in ragione della natura non violenta della loro protesta.


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Lo scopo dell’azione contro BMW, secondo quanto si legge nei comunicati ufficiali degli attivisti, era manifestare per l’abbandono totale dei combustibili fossili nel settore dei trasporti. Nel comunicato ufficiale del gruppo si legge “La tecnologia non ci salverà. Le auto elettriche non ci salveranno”.

BMW monaco scientist rebellion
Foto: Scientist Rebellion

BMW accusata di greenwashing: emissioni dell’81% superiori rispetto a quelle dichiarate

Gli attivisti accusano BMW e altre grandi aziende del settore automobilistico di greenwashing e di portare avanti una comunicazione ingannevole sulle emissioni dei loro veicoli. Nel comunicato ufficiale del gruppo si cita, in questo senso, un rapporto della Federazione europea per i trasporti e l’ambiente del settembre di quest’anno, nel quale si analizza il rapporto fra le reali emissioni dei veicoli e quelle dichiarate da dieci grandi aziende automobilistiche. La BMW si è classificata al secondo posto, in quanto le emissioni effettive delle sue auto sono risultate superiori dell’81% rispetto a quelle dichiarate. Il rapporto è consultabile qui.

BMW monaco scientist rebellion
Foto: Scientist Rebellion

Le richieste degli scienziati per il clima

Gli scienziati che aderiscono all’iniziativa sostengono che il traguardo del contenimento del riscaldamento globale entro gli 1.5° è stato ormai mancato e chiedono al governo tedesco di ammettere pubblicamente questo fallimento e di mettere in atto alcune misure di emergenza nella direzione della decarbonizzazione. Fra queste, un limite di velocità di 100 km/h sulle autostrade e la reintroduzione dell’abbonamento mensile di 9 euro per il trasporto pubblico. Queste richieste sono state avanzate da Scientist Rebellion durante le proteste davanti al Ministero Federale dei Trasporti, a Berlino, e la settimana precedente, all’Autostadt di Wolfsburg – un’attrazione turistica incentrata sulla vendita di nuove auto.

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