Intervista a Enrico Zanusso, coordinatore volontari Special Olympics World Games 2023

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SO Olympiapark ©kfroschmann

Quest’anno a Berlino, dal 17 al 25 giugno, si svolgeranno gli Special Olympics Word Games. Gli Special Olympics coinvolgono 7.000 atleti e atlete provenienti da tutto il mondo e persone con disabilità intellettive gareggeranno insieme a persone normodotate con regole speciali, pensate e sperimentate per loro da circa 20 anni.

Già l’anno scorso si sono tenute le competizioni nazionali a Berlino, organizzate proprio in vista dell’evento mondiale che si svolgerà quest’anno. L’organizzazione cerca 20.000 volontari e anche tifosi per l’importante evento (potete trovare qui tutte le informazioni per candidarvi).

Intanto Amelia Massetti, Presidente di Artemisia e.V. e della Commissione scuola, Inclusione e disabilità del Comites di Berlino, ha intervistato per noi Enrico Zanusso, coordinatore dell’aerea volontari*e membro del comitato organizzativo (Local Organizing Committee) degli Special Olympics World Games.


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Enrico, puoi parlarmi di come funziona il comitato organizzativo degli special Olympics World Games

Berlino?

Il comitato organizzativo è il quartier generale degli Special Olympics, dove lavorano circa 200 persone provenienti da tutto il mondo. Io sono uno dei coordinatori del Team di volontari e da due siamo rapidamente arrivati a undici persone. Ho iniziato a lavorare da maggio e ho già lavorato nella parte organizzativa degli S.O. nazionali dello scorso anno.

Nel mio team ci sono due italiani, tre tedeschi, una ragazza svizzera, due ragazze della gran Bretagna, e il nostro team leader dall’India. Si tratta di un team multiculturale, dove parliamo principalmente in inglese. Abbiamo un background professionale e accademico eterogeneo, ma siamo accomunati dalle stesse passioni: sport inclusivo e volontariato.

Siete stati scelti in base a quali qualificazioni?

Il comitato organizzativo è suddiviso in 30 diversi team come logistica, trasporti, catering, sport, volontari. Ogni team cerca personale specializzato e quindi persone competenti negli specifici settori, oltre che con esperienza nell’organizzazione di grandi eventi, preferibilmente con background sportivi, ma non necessariamente.

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22062022 SO Grue MSued BBTor ©kfroschmann

Io ho fatto un master a Monaco in scienze motorie e la mia tesi era sul tema delle attività fisiche per le persone con disabilità. Ho fatto un allenamento durante la pandemia per fare sport da casa, a Monaco, dove c’erano appartamenti condivisi tra studenti e studentesse dell’università che vivono assieme con persone con disabilità intellettive. Un bellissimo ambiente e una volta a settimana facevamo degli esercizi che avevo preparato basandomi su evidenze scientifiche. I risultati di questo studio-pilota sono stati eccezionali, dimostrando come un programma di attività fisica, anche svolto da casa, possa migliorare diversi parametri fisici e psicologici. L’obiettivo è quello di rendere le persone con disabilità più indipendenti e in grado di fare, in seguito, sport da casa.

Poi sono finito a Berlino, e il mio obiettivo era quello di entrare negli Special Olympics, perché per una persona che ha fatto il mio percorso di studi e si occupa di sport inclusivo è naturalmente il top. Attualmente sono assunto stabilmente nel team volontari, anche perché ho fatto tanta esperienza nel campo del volontariato in America Latina, insegnando l’inglese e lo sport.

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SO Olympiapark ©kfroschmann

Quindi hai fatto anche esperienza di volontariato con persone disabili?

In Columbia ho insegnato sport in un ambiente dove c’erano ragazzine provenienti da contesti di povertà e quindi praticare lo sport era una via d’uscita dall’isolamento. Ho fatto anche altre esperienze di volontariato, non necessariamente nel campo della disabilità, e con questo background, in diversi ambiti, naturalmente si acquisiscono tante competenze.

Pertanto sono diventato il coordinatore del team volontari degli S.O.W.G.. Il mio compito è quello di cercare il maggior numero possibile di volontari e volontarie e di rendere questa esperienza indimenticabile per coloro che dedicano il loro tempo ed energie per il nostro evento.

Fate una selezione delle persone che si candidano? Come funziona?

C’è una application nel link da compilare, che dura massimo 20m, e lì viene richiesto, a parte i dati anagrafici, se la persona ha già fatto un’esperienza di volontariato, la professione, le sue attitudini specifiche, per capire in che modo potrà essere utile al nostro evento.

Dall’esperienza dell’anno scorso degli S.O. nazionali abbiamo capito che è inutile avere tante persone e poi non impiegarle al meglio, visto che tutte si mettono a disposizione per fare qualcosa di produttivo con le loro specifiche capacità.

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Special Olympics World Games Berlin 2023

In tutto questo immagino che il coordinamento sia fondamentale

Assolutamente. Cerchiamo di rispettare le loro preferenze. Se per esempio preferiscono aiutarci nell’area trasporti, perché hanno esperienza in quel campo, prediligiamo quell’area, se è logistica o Technologies, per esempio istallare i Wi Fi nei diversi poli sportivi, lo stesso.

Altro esempio può essere Result Technologies. Per qualsiasi tipo di competizione c’è un risultato e questo va inserito nella piattaforma in tempo reale. Ci sono volontari e volontarie che che studiano informatica o che lavorano in questo campo e che quindi, partecipando al nostro evento, hanno la possibilità di trasferire sul campo le loro conoscenze ed ampliare il loro bagaglio di esperienza.

Sono generalmente persone giovani o anche di altre generazioni?

C’è un buon mix. Se mi baso sui dati che abbiamo dei giochi nazionali dell’anno scorso, parliamo di 2.000 persone e quest’anno saranno 20.000. Sono sia giovani che studiano in quella direzione e vogliono mettersi alla prova che pensionati e pensionate che vengono perché hanno tempo da dedicare e vogliono sentirsi utili.

Tanti vengono per il tema dell’inclusione. Ad altre persone piace vedere gli Special Olympics e come funziona la relazione tra atleti e atlete con disabilità intellettiva e persone senza disabilità.

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Gli Special Olympics non sono tanto conosciuto. Molta gente non li conosce o li confonde con le Paraolimpiadi. Le Special Olympics, però, sono differenti e focalizzati esclusivamente in atleti e atlete con disabilità intellettive, che tradizionalmente sono sempre stati esclusi dalla società e da macro-eventi sportivi di questo tipo. Si tratta di un esempio lampante di inclusione, anche perché è il solo evento sportivo in cui persone con disabilità intellettive gareggiano assieme a persone senza disabilità.

Infatti, una branca fondamentale di S.O. è Unified Sport, dove si allenano insieme persone con o senza disabilità. Per esempio, in alcuni sport come il ping pong, sono solo persone con disabilità che competono. In altri casi ci sono invece degli “sport team”, che comprendono persone con o senza disabilità.

Ci sono a Berlino diversi Verein (associazioni) che fanno parte del circuito Unified Sports, dove persone con disabilità e senza disabilità si allenano insieme in sport differenti. Io credo che questa opportunità andrebbe maggiormente pubblicizzata.

Olympiapark, Berlino. Dr. Bernd Gross, CC BY-SA 3.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

Quando scade l’iscrizione per diventare volontari?

L’application scade a fine mese. Poi ci sarà una lista d’attesa, quindi si potrà continuare a registrarsi.

Come avviene il processo di scelta dei candidati e delle candidate?

Riceviamo l’application e facciamo uno screening dove tutti i profili vengono valutati e si cerca di capire in che area abbiamo bisogno di supporto.
Per esempio ci sono i volontari e le volontarie che accompagnano la delegazione, il DAL. Ci sono 180 delegazioni da tutto il mondo. Per esempio, se abbiamo un italiano che vuole accompagnare la delegazione italiana per tutti i 10 giorni, valutiamo se quella persona è adatta per questo tipo di lavoro.
Ci sono persone che vengono dal Sud America, quindi se parla spagnolo è già un’opzione. Molte persone vorrebbero invece passare dieci giorni a contatto diretto con gli atleti e le atlete. Qui i posti sono limitati. Naturalmente il livello di conoscenza della lingua o avere già fatto esperienza nel campo dell’inclusione o ad un evento di Special Olympics  favoriscono. Questa particolare posizione è molto ambita e assegnamo questo ruolo a persone particolarmente fidate.

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Special Olympics World Games Berlin 2023

Attualmente abbiamo già fatto 7.000 screening, io mi occupo del sistema del Software, che si chiama Rosterfy , usato anche dalla Fifa, dove vengono inseriti tutti i dati.
Nello screening ci sono tre o quattro persone che ci aiutano, sono studenti o studentesse che fanno praticantato.

Poi vengono valutati i diversi ruoli. Per esempio per Key Volontari devono essere disponibili per tutti i 10 giorni e quindi parliamo di un lavoro di alta affidabilità. Per questo viene fatta un’intervista.

Ai volontari e volontarie vengono riconosciute giornate di ferie? E si riceve un attestato?

Se ci si mette d’accordo con il datore di lavoro, si possono calcolare quelle giornate senza scalarle dalle ferie (Sonderurlaub), ma dipenderà comunque dal datore di lavoro se verranno pagate o meno. Non è un Bildungsurlaub, perché purtroppo il Senato di Berlino non lo ha riconosciuto come tale. Però viene acquisito un certificato che si può aggiungere al curriculum.

Questa esperienza può diventare un occasione per aprirsi a un lavoro  nel settore?

Certamente. Per esempio, c’è un ragazzo appena arrivato da noi dalla Gran Bretagna e che ha lavorato come Key volontario l’anno scorso, ha fatto amicizia e si è fatto valere. Poi ha inoltrato l’application, è stato selezionato ed ora lavora con noi. Il ruolo di volontario può aprire tante altre portei. Dal punto di vista professionale e personale ci si arricchisce personalmente, ma si possono aprire anche delle opportunità professionali.

Molti si chiedono: se non vengo pagato perché dovrei farlo? Siccome ora tutto si quantifica economicamente, sembra che non ci sia più la possibilità di fare le cose per il piacere di farlo.

Ma questo succede anche nelle altre competizioni sportive?

In tutti i grandi eventi sportivi, anche quelli mondiali come la coppa del mondo, ci sono sempre dei volontari e delle volontarie che lavorano all’interno dell’organizzazione. Fa parte dello sport, soprattutto se l’evento è molto grande, che ci sia questa opportunità. Più grande è l’evento, più persone vengono richieste e partecipare, in ogni caso, favorisce un’opportunità di lavoro.

A differenza dei mondiali di calcio, però, e questo è un nostro plus, c’è un contatto diretto con gli atleti e con le atlete. E nella festa finale alla porta di Brandeburgo si ballerà tutti insieme.

mattino berlino porta di brandeburgo

I volontari vengono distribuiti in base alle lingue che conoscono?

Per certi ruoli, viene valutato il livello di conoscenza della lingua, per esempio se si tratta di accompagnare le delegazioni. In generale l’inglese e il tedesco sono preferibili, ma la cosa più importante è avere l’attitudine e la sensibilità giusta per dare un supporto con le persone con disabilità intellettive.

Quindi non è necessariamente indispensabile avere lavorato con persone disabili?

Lo scopo dell’evento è proprio quello di sensibilizzare le persone che non hanno mai avuto contatto con persone con disabilità intellettive e l’inclusione e far capire che chiunque pul partecipare allo sport e alla vita, in generale. Questo è un veicolo per avvicinare le persone e fare inclusione.

I volontari e le volontarie che non hanno un’esperienza specifica nel campo, vengono preparati per questo lavoro?

Ci sarà un general training online, dove verranno date le informazioni principali sull’evento e sul ruolo che si andrà a ricoprire. Ci sarà un training fatto da una nostra collega, una persona con disabilità che si occupa d’inclusione, che spiegherà cosa vuol dire l’inclusione e come relazionarsi con persone con disabilità intellettive, quali sono le cose da fare e non fare, quale è l’atteggiamento migliore da tenere e a non aver paura di parlare di argomenti considerati tabù. Si può infatti parlare apertamente di tutto. Ci sarà inoltre qualcosa di specifico sul linguaggio semplificato e dei training specifici, che metteranno volontari e volontarie nelle condizioni di dare il meglio durante l’evento.

La delegazione italiana Special Olympics

Ma se il volontario o la volontario si troverà in difficoltà, potrà modificare la sua posizione?

Anche questo è un compito dei coordinatori, che eventualmente riassegneranno il ruolo.

Quali sono le mansioni più richieste a volontari e volontarie?

Il settore che ha più bisogno è sempre quello catering. A Messe avremo undici sport e dovremo far mangiare ogni giorno 3.000 atleti, più le famiglie, persone che accompagnano, allenatori e allentatrici, parliamo di circa 10.000 persone che si alterneranno dalle 11.30 alle 14.00.

Poi ci sono le aree sport: in alcuni sport, come il Kajak, si aiuteranno le persone a salire sulle barche e a ritirarle a riva, dopo la competizione. Oppure al tennis, si dovranno raccattare le palle. Altre opzioni saranno portare l’acqua ad atleti e atlete ed eventualmente aprire gli ombrelloni, perché l’anno scorso era molto caldo.

Il tatuaggio di Vincenzo Chiarelli, che fissa il ricordo di questi Special Olympics

Secondo voi tutto questo lavoro porterà a migliorare la coscienza collettiva sul tema dell’inclusione? Cioè possono essere gli Special Olympics un veicolo per far capire alla società civile che eventi simili sono un arricchimento per tutti?

Certo, questo è uno degli obiettivi principali, il motivo per cui esistono gli Special Olympics, lasciare una legacy, una traccia. Quando l’evento finisce non è più tutto come prima e in questo caso Berlino, dopo questo evento, sarà una città più inclusiva. Ci auguriamo che la città acquisisca un tipo di mentalità diversa e che una famiglia che ha un figlio o una figlia disabile che ha sempre condotto una vita sedentaria, ad esempio, capisca che c’è un’offerta sportiva e la possibilità di avere un ruolo nella società. Speriamo inoltre che anche le persone non disabili siano spinte a iscriversi in un Club Unified Sports, decidendo di allenarsi, magari un giorno a settimana, con persone disabili. Questo è il messaggio.

I primi Special Olympics si sono svolti vent’anni fa in Irlanda e sono stati un grande successo. Ancora oggi la popolazione irlandese sa cosa siano gli Special Olympics e verrà con 80 volontari e volontarie a supportare i nostri giochi. Questa è la legacy di cui parliamo. Noi lavoriamo per questo.

Questo il link per fare l’iscrizione: Special Olympics Volontari

Per ulteriori informazioni o supporto nella compilazione del modulo di partecipazione contattare:
+49 (0)30 629 33 60 60
[email protected]

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