Germany’s Next Top Model 2021 opta per la “diversità”: ma è abbastanza?

Germany's Next Top Model
Heidi Klum. The Heart Truth, CC BY-SA 2.0 , via Wikimedia Commons

Giovedì si terrà a Berlino la semifinale di Germany’s Next Top Model, il famosissimo show organizzato e presentato dalla super-modella, stilista e conduttrice Heidi Klum. La prossima top model del Paese sarà dunque incoronata il 27 maggio e l’intero show andrà in onda a partire dalle 20.15 su ProSieben.

La settimana scorsa, si sono sintonizzati sullo spettacolo circa 1,8 milioni di persone. Ma se la popolarità di GNTP continua a gratificare lo show, diverse polemiche relative al format si sono progressivamente accumulate e cominciano ormai a pesare.

Germany's next top model

Sessista, reificante, in grado di fomentare disturbi alimentari: gli attacchi sono molteplici

Da circa otto anni le femministe attaccano il programma perché lo ritengono sessista e reificante. Altri lo ritengono poco inclusivo. Sei anni fa, inoltre, 70 su 241 persone con disturbi alimentari hanno dichiarato, nell’ambito di uno studio condotto dall’emittente Bayerischen Rundfunk, che proprio Germany’s Next Top model aveva rappresentato per loro una particolare influenza negativa.

Per questa ragione, allo scopo di rinnovarsi e allinearsi con una nuova sensibilità culturale e sociale, il programma ha deciso di perseguire l’obiettivo di una “maggiore diversità”. Lo si dice anche il video che lancia l’edizione del 2021: la diversità è bella e quindi più diversità!

Semifinaliste di Germany’s top model: diverse come?

L’analisi del risultato di questo processo di diversificazione ed evoluzione del programma ci porta alle sei finaliste, le superstiti, su 31 concorrenti iniziali. Come sono cambiate, dunque, le ragazze arrivate alle fasi finali dello show della Klum?

Nel 2006, anno della prima edizione di Germany’s Next Top Model, le tre finaliste avevano tutte 17 anni. Quest’anno, le semifinaliste hanno invece un’età compresa tra i 19 e i 23 anni. Hanno tutte, inoltre, un background di migrazione. Una ha infatti origini marocchine, una ucraine, una siriane, una sudafricane, una coreane e una togolesi. Una semifinalista si segnala per avere un’altezza inferiore a 1.70 metri mentre un’altra pesa più di 80 chili. Un’altra semifinalista, inoltre, è una ragazza transessuale.

Quanto è “diversa” questa diversità?

Molti si sono chiesti quanto questa nuova “diversità” delle candidate rappresenti lo scardinamento di un vecchio approccio e quanto invece sia un maquillage ipocrita che nulla toglie a una logica di base che resta discriminatoria nei confronti della maggior parte delle donne che guarderanno lo show.

È indubbio infatti che queste donne siano tutte giovani e bellissime in base a standard che restano altissimi, anche se sono presenti “anziane” come la ventitreenne o donne drammaticamente meno alte di 1.70 metri.

Germany's next top model

Uno show diversamente emancipato

Davvero possiamo ritenere le semifinaliste di GNTM una scelta rivoluzionaria o anche solo coraggiosa, sul piano del sovvertimento dei canoni estetici proposti da anni al pubblico tedesco? Pubblico che, lo ricordiamo, guarda questo programma per circa un terzo dell’anno.

In un editoriale scritto per la Berliner Zeitung, Petra Kohse ribadisce che troppe sono ancora le caratteristiche che inficiano l’evoluzione dello show sul piano dell’emancipazione femminile: l’idea stessa di una competizione su base estetica, le modalità con cui le ragazze si esibiscono e il fatto che sia evidente che, ancora una volta, a essere soddisfatto debba essere “lo sguardo maschile”. Anche se viene messa in campo una fotografa come Ellen von Unwerth per un servizio davanti all’Hotel Adlon o se Kerstin Schneider, la direttrice dell’edizione tedesca di Harper’s Bazaar, si occupa del casting per selezionare la covergirl per la semifinale. Senza contare, ricorda Kohse, che “Vecchi signori come Otto Waalkes o Wolfgang Joop vengono ancora chiamati per esaminare la carne”.

Ellen von Unwerth
La fotografa Ellen von Unwerth. Di Myles Kalus Anak Jihem, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Nella moda il problema non è la rappresentatività, ma la rappresentazione delle donne

La presenza di donne potenti o influenti nella moda non significa in sé nulla, anche perché è uno degli ambiti in cui il problema non è tanto la rappresentatività delle donne, presenti anche nelle cosiddette top position, ma la loro rappresentazione. E cioè il fatto che le logiche del settore riflettano ancora una mentalità che per anni ha reso il canone estetico femminile una sorta di Vergine di Norimberga, irta di parametri inarrivabili e disumanizzanti.

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Wolfgang Joop, giudice di Germany’s Next Top Model. Di Hans Weingartz, CC BY-SA 2.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

Non ritenere vecchia una donna di 23 anni non significa fare la rivoluzione

Insomma, le cose nel programma di Heidi Klum stanno cambiando, ma anche no. O non abbastanza. O in una direzione per degli aspetti fallimentare.


Belle di Faccia (Chiara Meloni e Mara Mibelli)

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Dalla moda e in generale dal mercato non ci si aspetta il perseguimento di obiettivi etici, ma allinearsi a istanze riconosciute dalla società come importanti o impellenti diventa spesso una scelta di business, che muove gli investimenti nella direzione in cui spira il vento dei cambiamenti sociali. E questo avvantaggia chi promuove quelle istanze e in generale una società fondata sulla diversità e sull’inclusione.

Germany's next top model

Per il momento a prevalere in senso maggioritario sono state le pressioni esercitate da chi pensa che far sentire vecchia per la moda una ragazza sopra i vent’anni sia agghiacciante o che la taglia 40 non qualifichi una ragazza come troppo grassa per fare la modella rispetto a chi veste la 36. Sacrosanto, non ci sono dubbi.

Ma si ribadisce in ogni caso un canone-estetico plasmato secondo logiche tradizionali e restano fuori le battaglie più radicali e difficilmente assimilabili dalla società: quelle delle entità meno rappresentate, raccontate e difese, ma anche, “semplicemente”, quelle che escludono dalla discriminazione estetica i corpi tutti diversi e validi della maggior parte della popolazione.

Germany’s Next Top Model, come del resto ogni concorso di questo tipo, esprime uno standard che non può appartenere a tutti e neanche a molti. E in questo consolida il suo mito, rendendo il “modello” inaccessibile per definizione. E in questa direzione, è impossibile per definizione anche la diversità.

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