Francoforte Est tra il 1928 e il 44? Niente di rilevante nella storia secondo la BCE.

[© Epizentrum / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0 / remixed by Il Mitte]
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Bannerino_FrancoforteFrancoforte – Scrivere la storia non è mai un compito semplice. Leggere la storia é per certi versi ancor più complesso, in quanto ogni storia scritta – a dispetto dell’imparzialitá e neutralitá dello storico – è scritta non solo per far ricordare ma anche per far dimenticare. Pertanto leggere la storia significa anche e soprattutto comprendere ció che si vuol fare dimenticare.

Alcuni tentativi di far dimenticare la storia sono tuttavia talmente maldestri da risultare imbarazzanti anche all’occhio piú ingenuo. Tale è infatti il caso della recente esposizione di pannelli illustrativi nei pressi del cantiere della nuova Banca Centrale Europea. I pannelli in questione raccontano ai passanti la storia urbana e architettonica dell’area dove sta sorgendo l’imponente costruzione del governo economico europeo. Ebbene, questa cronaca si interrompe bruscamente nel 1928, per poi riprendere nel 1944 per ricordare un bombardamento alleato. Stando all’esposizione, dunque, l’area in questione negli anni del Reich non ha vissuto niente di rilevante o degno di essere raccontato.

I gruppi antifascisti di Francoforte hanno tuttavia pensato bene di dare una ripetizione di storia ai curatori dell’esposizione e hanno deciso di affiggere un manifesto sui pannelli incriminati dall’emblematico titolo “Dimenticato?” Cosa dimentica l´esposizione della BCE? Tanto. La Grossmarkthalle  fu infatti teatro di uno degli eventi piú drammatici dell’antisemitismo militante nazista nella cittá di Francoforte. Proprio nella cantina circa 9000 ebrei francofortesi furono raccolti per essere oggetto delle “cure” delle SS prima di essere spediti verso la morte.

Certo, dentro il nuovo palazzo l’evento è ricordato trasformando proprio quella cantina in luogo del ricordo (non accessibile liberamente dal pubblico però). Tuttavia, l’aver “censurato” così platealmente la storia nei pannelli di presentazione al pubblico del cantiere resta un errore quantomeno grossolano.

L´iniziativa dei gruppi Anti-Fa ha provocato scalpore e generato una certa indignazione nei confronti della storia “bucata” made in BCE. Ancor piú interessante è la piccata risposta dei responsabili dell’esposizione, che hanno deciso bene di ripulire i pannelli dal manifesto degli Anti-Fa. Ebbene, a sentir loro, nel periodo oggetto di scandalo, non ci sarebbe alcun elemento rilevante per la storia architettonica dell’area. Si tratta di un’argomentazione che esprime nella sua banalità il problema politico dell´attuale struttura dell’Unione Europea, ossia la dissociazione tra struttura e funzione. La BCE vuole presentarsi e rappresentarti come un puro elemento burocratico – al limite architettonico – senza alcuna funzione o responsabilità politica.

Non deve sfuggire del resto che oltre ad aver ripulito i manifesti antifascisti, sono stati anche rimossi definitvamente i graffiti che decoravano la recinzione sul lato del Meno. Era un’operazione prevista da tempo dato che i graffiti erano “legali” e temporanei. Tuttavia con loro se ne va una voce critica che incrinava almeno un po’ l’immagine piattae trasparente che il grattacielo della BCE dà di sè. Cío che resta è la sagoma grigia, metallica e fredda della nuova sede che tanto ricorda gli edifici e le cantine dei burocrati, immaginate dal genio di Kafka. Una suggestione letteraria che apre diverse piste di riflessione sulle storie che si ricordano e su quelle che si dimenticano.

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