Visitare il Duomo di Berlino: fra religione e potere

photo: Angela Fiore

Il duomo di Berlino è uno degli edifici più caratteristici della capitale tedesca. Passando per l’Isola dei Musei – polo attrattivo di qualsiasi turista, ma anche amatissimo dai Berlinesi – non si può non notare la sua caratteristica sagoma con le grandi cupole. A un occhio italiano, abituato alla struttura delle nostre chiese, il duomo di Berlino a prima vista non appare neppure come un edificio religioso: con il suo imponente rigore ci ricorda più gli edifici delle istituzioni laiche tedesche. E difatti, pur essendo a tutti gli effetti una chiesa evangelica, il duomo di Berlino non ha avuto una storia tradizionale dal punto di vista del culto e ha poco in comune con le altre chiese della capitale.

photo: Angela Fiore

Il primo edificio religioso eretto in questo sito fu la cappella che Federico II di Brandeburgo volle far aggiungere alla propria residenza, nel XIV secolo. Nel corso dei secoli la chiesa fu oggetto di modifiche e consacrazioni diverse, con passaggi di confessione che videro l’originale culto cattolico romano soppiantato da quello calvinista e poi luterano. La prima chiesa fu sostituita, nel XVIII secolo, da una cattedrale barocca disegnata da Johann Boumann, per essere poi rimaneggiata in senso classicista agli inizi dell’800 dall’onnipresente Karl Friedrich Schinkel.

La chiesa attuale è stata costruita fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX su disegno di Julius Raschdorff, ma la struttura che vediamo oggi è frutto di una ricostruzione operata, a partire dal 1975, dalle autorità della DDR – dal momento che l’edificio si trovava nella parte est della città – dopo i gravi danni riportati durante la guerra a seguito dei bombardamenti alleati. I lavori di restauro, che hanno semplificato la struttura esistente eliminando alcune cupole, si sono protratti ben oltre la caduta del Muro, portando alla riapertura nel 1993, a una nuova consacrazione nel 1996 e terminando definitivamente nel 2002.

photo: Angela Fiore

Nell’anima di questa splendida chiesa, accanto ai valori prettamente religiosi e spirituali, convivono da sempre anche quelli laici che hanno a che fare con il potere e il prestigio. Le sue mura sono state testimoni di oltre 500 anni di storia delle casate che hanno dominato la Prussia e il Brandeburgo e i cui membri sono sepolti qui, in quello che è il mausoleo dinastico più grande e importante di tutta la Germania. In particolare, qui riposano ben 94 membri della famiglia dei principi elettori Hohenzollern. Nella cripta si trovano sepolture di ogni genere, dalle semplici pietre tombali ai più appariscenti sarcofagi, alcuni dei quali sono strutturati come veri e propri monumenti.


mao warhol hamburger bahnhof berlin

Leggi anche:
Hamburger Bahnhof: Berlino e l’arte contemporanea

 


Il duomo di Berlino, d’altronde, si distingue per il barocco imponente degli esterni, contaminato da influenze neo-rinascimentali italiane e abbinato all’opulenza degli arredi, che stridono non poco con gli ideali evangelici di austerità. Cionondimeno, al suo interno si trovano le statue dei quattro riformatori della cristianità: Martin Lutero, Melantone, Zwingli e Calvino. Questa non comune grandiosità strutturale non è un caso: fu l’imperatore Guglielmo II a richiedere che il duomo fosse più grande e imponente degli edifici che lo avevano preceduto, al fine di proporsi come contraltare protestante della Basilica di San Pietro a Roma.

photo: Angela Fiore

Quando si visita il duomo, vale la pena di spingersi fino alla splendida cupola. Arrampicandosi per i 270 gradini delle scale interne, infatti, si uscirà all’aperto sul ballatoio alla base della struttura (che è alta 70 metri in totale). Qui, circondati dalle sagome torreggianti degli angeli che circondano l’intero perimetro della cupola, si potrà godere di una vista spettacolare sull’intera città di Berlino, dall’Isola dei Musei al Reichstag, dalla Sinagoga all’immancabile Torre della Televisione, dalla Rotes Rathaus alla silhouette serpeggiante della Sprea.

photo: Angela Fiore

P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!