La Bolla d’oro, dopo 658 anni nella lista dei tesori dell’Unesco

La Bolla d'oro, il sigillo dorato con l'effige dell'imperatore. Foto © Wolpertinger / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
La Bolla d'oro, il sigillo dorato con l'effige dell'imperatore. Foto © Wolpertinger / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0
La Bolla d’oro, il sigillo dorato con l’effige dell’imperatore. Foto © Wolpertinger / Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0

Francoforte – La Bolla d’oro. Ai più il nome non dirà nulla, ad alcuni, come a me, forse risveglierà remoti ricordi di scuola, quando durante l’ora di storia questo nome venne pronunciato dall’insegnante di turno, senza che però le sue parole avessero mai assunto un significato particolarmente interessante se non addirittura insensato.

Avreste potuto passare tutta la vita senza mai più sentir parlare della suddetta Bolla, e invece, per un motivo o per l’altro, vi ritrovate a vivere a Francoforte e da ieri, la Bolla d’oro, ha assunto tutto un significato nuovo per la città.

Sia ben chiaro, non è che prima fosse poco importante, anzi. E’ da sempre riconosciuta come uno dei documenti più importanti per la storia dell’Europa intera, ma in particolare ora è ufficialmente entrata a far parte dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

Per l’Europa, il mondo e l’umanità cambia sostanzialmente poco. Dopo seicento anni, il documento è ampiamente superato. Tuttavia senza di esso difficilmente si sarebbe potuto pensare un ordine giuridico laico e autonomo dal potere religioso, nè tantomeno avremmo avuto la Germania contemporanea con la sua struttura federale.

Emesso nel 1256 da Carlo IV, questo editto sanciva di fatto l’autonomia della nomina dell’Imperatore dal potere del Papa, stabilendo la carica come elettiva. Fino ad allora era stato il Papa a icoronare gli imperatori, da quel momento in poi, fino al 1806 quando la Bolla perse la sua validità con lo scioglimento dell’Impero stesso, a scegliere gli imperatori furono le diete dei principi elettori (originariamente quattro laici, più tre ecclesiasti).

Per tornare alla nostra città invece, qualcosa cambia. Infatti proprio a Francoforte, nell’archivio cittadino, cheBannerino_Francoforte oggi si chiama Institut für Stadtgeschichte, è conservata una copia della Bolla. Così, ora accanto agli altri tanti e innumerevoli titoli e attrazioni di cui la città poteva vantarsi ora fa capolino giusto quello che mancava, quello di Patrimonio dell’Umanità. Non è ovviamente mancata una cerimonia con 180 invitati, tutti molto felici di poter celebrare l’evento.

Certo, a onore del vero, non è solo la metropoli sul Meno a gioire. Una copia della Bolla infatti è conservata anche in altre città: Vienna, Darmstadt, Monaco, Norimberga e Stoccarda e pure quelle copie sono entrate nella lista dell’Unesco dedicata alla Memory of the World, memoria del mondo. Poco importa, l’importante è che in città siano contenti che anche l’Unesco si sia accorta di quanto è importante Francoforte.

[ale.gra]


Zugspitze montagna

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