Intervista ai ragazzi di Radio Banda Larga, la radio italiana nomade di Berlino

di Emilio Tamburini

Radio Banda Larga nasce come community web radio a Torino, ma più di un anno fa avete aperto il palinsesto berlinese. Ci raccontate come è andata?

Vale: A Berlino è cominciata con Afterhour, un programma concepito da due amici una sera, anzi una notte, appunto, in un afterhour. L’idea era di fare un programma che potesse accompagnare dal club alla camera da letto, ed oggi come allora si tratta di un programma di varietà un po’ matto.

Matte: Prima di allora io e Valerio facevamo già un programma a Torino, Do the reggae, un programma che è passato di mano in mano e continua ad andare in onda tutti i venerdì pomeriggio. Poi ci siamo trasferiti a Berlino, in momenti diversi, e abbiamo deciso di continuare con la radio. All’inizio avevamo a disposizione solo un microfono, con una presa USB che entrava direttamente nel computer, e montavamo tutto dopo aver registrato. Poi abbiamo conosciuto Marco e Giacomo, [conduttori di 87.90] e abbiamo deciso di trasformare quella formula casereccia in qualcosa di più. Abbiamo investito dei soldi per l’attrezzatura e cominciato ad andare in diretta come in un vero studio radiofonico.

Jack: I primi mesi di programmazione erano ogni domenica dalle sette a mezzanotte, cominciavano con una cena a casa di uno di noi e da lì facevamo la diretta. Da allora ci sono state diverse svolte, da quel microfono usb siamo passati al primo mixer, a più microfoni, fino ad avere oggi due set completi e indipendenti.

Vale: Sì, l’esigenza di uscire dal contesto domestico è nata perché cominciavano a venire le prime persone, amici e amici di amici che volevano ascoltarci. A un certo punto era diventato insostenibile, per quanto bello. Non era più uno spazio privato, e così siamo dovuti passare allo spazio pubblico. Da allora abbiamo continuato a espanderci, a cercare nuove persone, inventare nuovi progetti.

E a girare fra i bar di Berlino, perché Radio Banda Larga è una radio nomade…

Vale: Sì, siamo sempre latitanti… all’inizio ci disperavamo per cercare un posto e non lo trovavamo, era diventata un’ossessione. Poi abbiamo cominciato semplicemente ad andare nei posti e a chiedere. Come qui, al Take a Brake [Bergmannstrasse 59], sono passato, ho visto il bar e ho detto a Susana, la proprietaria: “ma ti interessa se veniamo a fare la radio qua?” Certo anche con un po’ di faccia tosta; però ha funzionato. In modo simile è andata anche alla BettoLab, a Neukölln. Abbiamo cercato, per quanto possibile, un rapporto di solidarietà e amicizia con i proprietari dei locali; i contesti che funzionano di più sono proprio quelli in cui c’è partecipazione all’idea di comunità, perché ci si sente a casa.

Jack: Infatti noi non potremmo fare la radio se Susana non fosse qua, e lei non avrebbe questo movimento di clienti, questa musica su cui ogni tanto si mette pure a ballare, queste risate intorno a sé e nuova gente da conoscere. Anche per lei è un’occasione per stare insieme.

Matte: La radio nomade ci aiuta ad allargarsi, ma aiuta anche le realtà cittadine a farsi conoscere. Noi non abbiamo spese, ma chi ci ospita ha un ritorno di gente e, ovviamente, di consumi… funziona!

Jack: E così le giornate di diretta radio diventano situazioni molto aperte, senza necessità di status, dove chi vuole passa, ci ascolta e beve qualcosa, ma senza obblighi.

Vale: Già, tranne che per noi. Il ciclo di week-end, lavoro e festa, che poi finisce in questa faticosissima domenica di otto ore…

Community web radio è il secondo nome della radio. Come si è creata quella berlinese?

Vale: come una cosca mafiosa.

Matte: Certo, coi soldati, i capi quartiere… [risate]

Vale: Qua c’è una somiglianza semantica con Torino, ma una storia differente. Qui a Berlino è nata in casa e si è espansa quasi come una famiglia, con i vantaggi e gli svantaggi del caso.

Matte: La prima trasmissione torinese infatti è stata fatta dall’imbarchino del Valentino, sul fiume Po, un locale già di per sé frequentato da studenti e simpatizzanti. Noi siamo nati in casa e poi siamo cresciuti coinvolgendo altre conoscenze, come Caterina e Giulia. Quest’ultima [che cura la grafica di RBL] è entrata nella radio quando abbiamo organizzato la prima festa e ci serviva un progetto grafico.

Quindi molti di voi investono nella radio il tempo libero, portandoci il sapere di ciò che fanno al di fuori.

Vale: Il tempo libero lo dedico al lavoro, tutto il resto alla radio.

Matte: [annuisce] Il sogno recondito di ognuno, o almeno il mio, è che la radio continui a crescere e che un giorno potrò pagarci l’affitto… è molto difficile, certo, ma questa è la nostra passione e ci crediamo molto.

Il vostro pubblico è soprattutto italiano, in parte qui e in parte in Italia, ma vi muovete in un contesto tedesco. Come vivete questa cosa?

Jack: Domanda difficile. Iniziamo dicendo che siamo tutti italiani ed è una cosa bellissima [ride], ma siamo aperti ad altre nazionalità, ad altre comunità e lingue. Avere il primo programma in inglese, o in tedesco, sarebbe una soddisfazione, lì si realizzerebbe l’idea di una community che non sia legata a una lingua o a una bandiera. D’altro canto nella propria lingua si ha un modo di giocare con le parole, di esprimersi, che permette di essere sé stessi… in fondo è anche questo il bello delle cuffie e del microfono, trovare un modo di esprimersi che ti appartenga. Ma non vorremmo che diventasse un fattore di chiusura. Speriamo di aprirci anche alla diversità linguistica già con l’anno nuovo.

E nel frattempo organizzate anche delle feste aperte a tutti, giusto?

Matte: Essendo noi una radio non commerciale, non abbiamo nessun programma pubblicitario e non ci serviamo del mezzo radio per sponsorizzare enti esterni. Ci autofinanziamo. Come? Nella maniera più facile, almeno a Berlino.

Jack: Che è pure la più divertente.

Matte: Già, abbiamo organizzato diverse feste, dalle cantine dei bar fino ad approdare qualche settimana fa ad “Alles paletti” [che per i tedeschi vuol dire: “Tutto bene”], una grande festa al Loftus Hall. Così risaniamo un po’ le nostre finanze. Non ci mettiamo in tasca niente ma reinvestiamo tutto in manutenzione della strumentazione e negli eventi.

radio banda larga

Perché sia davvero “alles paletti”. E la prossima festa quando sarà?

Matte: Nove dicembre, ancora al Loftus hall, su Maybachufer, angolo Pannierstrasse.

Vale: Possiamo già annunciare in esclusiva che avremo un super-ospite, KSoul, produttore e dj torinese che è uscito un mesetto fa con un’etichetta berlinese di nome Uzuri, che stimiamo molto e che salutiamo. Alles Paletti sarà la prima data berlinese per lui e per Spacerenzo, che fanno parte del collettivo musicale Bounce FM.

Jack: Per i nostri eventi non abbiamo un direttore artistico, ma ci piace studiare quello che proponiamo, soprattutto la musica, e le feste servono anche a questo, far conoscere nuovi generi e artisti che ci piacciono.

Vale: Lo famo bene e lo famo strano. Quello che ci interessa è riprodurre questa atmosfera familiare, da WG-party, ma in grande, in un club, puntando sulla qualità musicale.

Matte: E tutta la musica dei party va anche in diretta radio, ovviamente.

Una domanda più personale: quando fate la radio, non vedete chi vi ascolta. Vorrei sapere a chi vi rivolgete, cioè per chi lo fate, e perché.

Vale: Io partecipo a due programmi, e per me l’idea è ancora quella di Afterhour: non penso a un target di pubblico, il programma è un’estensione dello stare sul divano a chiacchierare, a dire la cazzata, a prendersi in giro. Il mio pubblico ideale è seduto vicino a me.

Matte: Io mi sono avvicinato al mondo della radio perché ci sono cresciuto… in casa mia c’era la radio molto più che la tv, fin dalla mattina appena sveglio a quando tornavo da scuola. Questa cosa della voce narrante, della voce sempre presente, mi ha conquistato fin da piccolo, e quando s’è presentata la possibilità di realizzarla l’ho abbracciata con entusiasmo. A chi parlo? Forse mi rivedo in chi sta a casa e ascolta, magari mentre fa altro… vedo la radio anche come uno strumento di crescita mio, perché continua a stimolarmi, a farmi scoprire nuove cose, mi costringe a documentarmi. Quindi un po’ egoisticamente lo faccio per me stesso, perché mi piace.

Jack: Anch’io mi ritrovo abbastanza in questa cosa, la radio mi ha aiutato a migliorare su determinati punti. Ma soprattutto mi ha dato la libertà di condividere la musica che amo. Quindi è un aiuto a livello personale, ma soprattutto mi piace l’idea di far scoprire suoni e situazioni nuove, e che qualcuno possa innamorarsene. Poi la cosa più bella è farlo insieme agli altri, essere un tassello di qualcosa di più ampio.

E cosa si ascolta su Radio Banda Larga?

Matte: Radio Banda Larga va in onda non stop, basta schiacciare play e ascolti sempre qualcosa. Il palinsesto va dalla musica sperimentale alla classica, dal rock al reggae e alla musica elettronica. Qui a Berlino invece [in diretta il giovedì e la domenica] abbiamo RBLWA – un programma hip hop, dal rap old school fino alle trap più tamarra -. Abbiamo un notiziario musicale, Safari disco, che va in onda il giovedì. Abbiamo un pazzo scatenato che fa Sgambetto radio, coniugando pezzi romantici italiani con la techno berlinese. Poi c’è 87.90, dove il punto è il groove, dalla disco al funk. E c’è Whatafunk, condotto da un ex dj ora pittore, che mette funk a tutta birra. E un altro dj, noto come il giovane acrobata della notte, conduce Diagonal. Ah sì, e poi c’è Sentolevoci, bellissimo, un programma di spessore.

Ne ho sentito parlare.

Giacomo: Insomma, abbiamo sia programmi di intrattenimento e di cultura, sia programmi solo musicali.

C’è qualcosa che volete dire ai lettori del Mitte?

Vale: Vorremo dirvi che il 26 novembre ci sarà la prima cena di autofinanziamento al La BettoLab, in Okerstrasse 43, un’ altra realtà che richiede l’aiuto della popolazione italiana e non, perché il locale rischia di essere sfrattato in nome della gentrificazione di Neukölln. Invitiamo tutti a una grande mangiata italiana – dove, a un prezzo stracciatissimo, se ci volete bene, potete perfino tesserarvi alla Verein della radio, che si occupa anche di promuovere progetti di musica e di cultura nella cittadinanza.

Jack: Promettiamo che ci sarà il sole, o almeno avremo tutti gli occhiali scuri come buon auspicio…

Vale: E il nostro palinsesto è sempre in evoluzione. Chiunque fosse interessato a partecipare a un progetto radio, a passare a trovarci o addirittura a fare un programma, ci farebbe contenti. Sarebbe il più bel regalo per il 2018.

Contatti ed eventi di RBL Berlin:
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Cena a LabettoLab: https://www.facebook.com/events/899470423554687/
Alles Paletti: https://www.facebook.com/events/1842738976036762/