Bomba inesplosa ritrovata nei pressi di Spandau: disagi ai passeggeri di Tegel

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bomba inesplosa

di Sara Bolognini

Martedì 29 agosto una bomba inesplosa risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata a Haselhorst, nel distretto di Spandau. L’ordigno pesava 100 kili, era di origine russa ed è stato scoperto durante dei lavori presso la fabbrica di motociclette BMW.
La speranza degli artificieri era quella di riuscire a rimuoverla, ma dopo avere effettuato un’analisi più approfondita si sono resi conto che disinnescarla sarebbe stata l’unica soluzione. Per ragioni di sicurezza, la polizia ha dovuto evacuare la zona nel raggio di 350 metri. Il processo è durato dalle 15.30 fino alle 23.

Le conseguenze provocate dal rinvenimento della bomba inesplosa sono risultate scomode ai berlinesi che avrebbero voluto usufruire dei mezzi di trasporto pubblici in quella zona: la linea X33 dei bus che si spostavano da Haselhorst e Rathaus Spandau, così come la tratta della U7 Rathaus Spandau – Rohrdamm sono state bloccate. Il disagio più grande, tuttavia, è stato sofferto dai passeggeri dell’aeroporto di Tegel: a partire dalle ore 20 nessun volo è potuto partire o atterrare e molti altri sono stati ritardati, dirottati a Schönefeld o addirittura cancellati.

Questo avvenimento non è tuttavia da considerarsi unico. Ogni anno a nella capitale tedesca vengono ritrovate tra le 20 e le 40 tonnellate di bombe inesplose risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. A causare questo fenomeno è la natura sabbiosa del suolo. Infatti, la capitale è stata sottoposta a 363 bombardamenti e i meccanismi di molte delle bombe che sono state sganciate non si sono attivati quando hanno toccato il terreno. Essendo il terreno morbido, questi ordigni difettosi sono sprofondati. Tuttavia non è solo il territorio di Berlino a presentare questa caratteristica: stando agli studi, il Brandeburgo è probabilmente l’area della Germania con il più alto tasso di zone contaminateSi stima che le autorità berlinesi continueranno a ritrovare bombe inesplose almeno fino al 2050.