Reddito incondizionato per tutti: follia o possibilità? Intervista al project manager di Mein Grundeinkommen

di Cinzia Colazzo

“Cosa faresti se improvvisamente ricevessi un reddito incondizionato?”.
Molti non osano porsi la domanda, perché il reddito incondizionato evoca immagini di privilegi (la rendita di chi possiede immobili, gli ereditieri) e un cambio di paradigma sostanziale rispetto alla fatica di guadagnarsi la sussistenza.
Sebbene il diritto alla sussistenza sia assorbito a livello collettivo come inalienabile, moltissimi individui, anche nei Paesi ad economia forte, lottano per mantenersi in vita e per mantenere un alloggio.
Parallelamente si ragiona sul diritto al lavoro. Questo slogan sembra svuotarsi davanti all’evidenza: digitalizzazione e meccanizzazione sottraggono lavoro alle persone. La buona notizia è che i lavori ripetitivi e vuoti di senso dove la stessa operazione viene reiterata per ore al giorno sono assegnati ora a macchine e robot. La conseguenza, però, allo stato attuale, è la mancanza di alternative per le persone manlevate da queste occupazioni. La transizione verso il New Work lascia al suolo una generazione senza lavoro e senza risposte.
Chi non ha un lavoro esercita ancora il diritto alla partecipazione sociale? È un tema che ha a che fare non solo con la sussistenza individuale, ma anche con la vitalità democratica dello Stato.Nei momenti storici di cambiamento, emergono dei pionieri che cercano di far avanzare le nuove idee. La nostra realtà sociale è fatta di convinzioni accettate collettivamente e solo una crisi del modello può fare spazio a un nuovo credo. Una massa critica su tali questioni si è già formata.

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Intervisto Helwig Fenner, project manager di Mein Grundeinkommen e gli pongo una domanda diretta: sarà possibile ottenere il reddito incondizionato per tutti a Berlino fra cinque anni?
“Non solo Berlino, ma anche la Germania sarà pronta, è un’idea senza confini e funziona solo se molti vi partecipano”.

Cosa significa reddito incondizionato?
“In Finlandia è stato sorteggiato un numero di disoccupati i quali ricevono dall’inizio del 2017 un reddito mensile.
In alcune città olandesi è stato avviato l’esperimento di assegnazione di un reddito sotto tre forme: un reddito per disoccupati (modello classico di sussidio), un reddito condizionato (a fronte di una prestazione) e un reddito incondizionato (per il quale il cittadino non deve pagare un prezzo in termini di libertà). Accanto a Olanda, Finlandia e Canada (dove un reddito incondizionato era già stato introdotto negli anni ’70), GiveDirectly sta preparando un esperimento di enormi proporzioni in Kenia.
La domanda fondamentale di Mein Grundeinkommen è: chi ha diritto al reddito incondizionato? Per noi la risposta è: tutti”.

Da due anni e mezzo il progetto Mein Grundeinkommen sta in piedi. Il suo giovane ideatore, Michael Bohmeyer, voleva rendere il concetto di reddito incondizionato non solo comprensibile, ma anche sperimentabile. L’idea è convincente, ma deve essere tradotta in prassi perché produca dati analizzabili.
Il funzionamento si spiega facilmente: l’associazione Mein Grundeinkommen, con sede a Berlino Neukölln, acquisisce fondi e offerte, e quando nelle casse si raggiungono i 12.000 euro, viene sorteggiato un vincitore fra i partecipanti, il quale riceve 1000 euro al mese per dodici mesi.
Alcuni vincitori raccontano sul sito come la loro vita è cambiata, o quali progetti hanno avviato, ma non è obbligatorio render conto dell’utilizzo del reddito.
“Qui lordo è uguale a netto, perché in Germania non si pagano tasse sulle vincite dei giochi a premio. Anche i bambini possono partecipare al sorteggio, se registrati da un genitore, perché i bambini come gli adulti hanno bisogno di soldi per vivere”.

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Come viene acquisito il denaro?
“La raccolta avviene per crowdfunding. Mein Grundeinkommen riceve offerte mensili, o una tantum, e spesso chi viene sorteggiato restituisce una parte del reddito all’associazione. Abbiamo coniato il termine Crowdhörchen, con il quale indichiamo i donatori regolari che, come scoiattoli di comunità, aiutano la raccolta di denaro“.
Il finanziamento dell’idea si basa su varie colonne. A parte il crowdfunding, è stato integrato un sistema di payback per cui le aziende presenti nel Crowdbar pagano una provvigione per ogni ordine ricevuto. Un altro modo per generare denaro è la creazione di un marchio, cioè un’idea, da far circolare e vendere insieme a un prodotto, come la Crowdcola. Sul sito vengono pubblicati i dati riguardanti la raccolta dei finanziamenti, di cui una parte è destinata alla sopravvivenza dell’associazione.
Per ora quindi lo Stato non sostiene il progetto.Il governo tedesco ha avviato un’indagine sul reddito incondizionato. La conclusione? Il reddito incondizionato sarebbe legalmente fattibile.
L’indagine è stata svolta nel 2016 dai Wissenschaftliche Dienste, organo del Bundestag tedesco e si è conclusa il 27 ottobre per il settore “Arbeit und Soziales”. Il titolo è: “Rechtliche Voraussetzungen für Pilotprojekte zum Grundeinkommen”.Nel documento è inserita l’esatta definizione di reddito incondizionato: la destinazione di una quota finanziaria indipendente dal bisogno e dalla situazione economica e incondizionata da una prestazione o attività da comprovare o intenzione di lavorare che lo Stato paga a ogni cittadino come assicurazione della sussistenza e della partecipazione sociale. In breve: “Einkommen ohne Vorleistungen und ohne Bedarf”, reddito senza prestazione e senza bisogno.Il reddito incondizionato sostituirebbe in pratica le attuali prestazioni sociali, ma senza vincolare la libertà individuale. Infatti, attualmente in Germania chi riceve un sussidio è sottoposto a una fastidiosa burocrazia e a un controllo da parte dello Stato su attività e spostamenti; inoltre, il sussidio è tarato su dimensioni non aggiornate che non rendono conto dell’attuale costo della vita. Questo tema è anche oggetto della campagna parallela a Mein Grundeinkommen, “Sanktionsfreiheit“, promossa dagli stessi ideatori e rivolta contro le attuali riduzioni del sussidio a scopo punitivo.Nel testo dell’indagine governativa viene formulata la domanda circa l’ammontare del reddito che sarebbe pagato dallo Stato nel progetto-pilota. Dal punto di vista del diritto, un reddito minimo di sussistenza non sarebbe problematico. La proposta, invece, di alzare il reddito a 1200 euro al mese richiederebbe ulteriori verifiche di fattibilità.
È da considerare, inoltre, che il reddito incondizionato, nella prospettiva di questa indagine, non è un concetto compiuto, bensì in via di sviluppo.
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L’implementazione dell’idea, dunque, sarebbe sostenibile dal punto di vista del diritto. Altri studi, in Svizzera per esempio, stanno provando la fattibilità finanziaria, che non sembra problematica. Cosa frena allora il governo?
“Il governo blocca il progetto perché il reddito incondizionato dà agli individui la libertà di dire no a certe condizioni inaccettabili. Immaginiamo: chi lavorerebbe ancora da MacDonald’s se non fosse costretto ad accettare qualsiasi occupazione? L’azienda MacDonald’s sarebbe allora costretta a rivedere la sua politica per attrarre lavoratori. Dal nostro punto di vista, anche con il reddito incondizionato le persone continuerebbero a lavorare, perché è nell’uomo il desiderio di riconoscimento e di approvazione. Tutti vogliono trovare un posto nella società. Con il reddito incondizionato, ci si potrebbe dedicare ad occupazioni che abbiano senso e che corrispondano alle proprie capacità e inclinazioni”.

Il governo non dovrebbe temere il disordine, l’instabilità e l’insoddisfazione che s’ingrossano sino a diventare travolgenti quando la popolazione è afflitta da disoccupazione e incertezza?
“Infatti la domanda non è se possiamo permetterci di istituire il reddito incondizionato, ma se possiamo permetterci di non istituirlo”.

A questo punto, quale saranno le prossime mosse di Mein Grundeinkommen? Si espanderà?
“Nella squadra siamo in venti e al momento non possiamo permetterci di espanderci, ma stiamo preparando una grossa campagna per il prossimo autunno”.