Da un tifoso tedesco un grazie alla “meravigliosa Italia”

27876293932_dbbfdef3d1_o

di Axel Jürs

“Ciao, meravigliosa Italia. E grazie di tutto…” ha scritto la Gazzetta dello Sport dopo la sconfitta degli azzurri, che, per la prima volta nella storia della loro rivalità calcistica, non sono riusciti a buttare fuori i tedeschi da un torneo della FIFA o della UEFA.

In questi serratissimi quarti di finale degli Europei 2016, infatti, si sono presentate due squadre che avrebbero entrambe meritato la vittoria e alla fine, dopo diciotto incredibili rigori, nervi e fortuna sembrano stavolta aver favorito i “Löw-en” (leoni).

È arrivato quindi il momento, anche da parte dei tedeschi, di ringraziare gli azzurri di tutto. Li ringraziamo per la bellezza della partita che ci ha permesso di passare alla semi-finale, anche più che per il risultato, e li ringraziamo soprattutto per averci permesso di esorcizzare tutti quei brutti sogni e ricordi che hanno sempre tormentato le nostre notti prima degli incontri calcistici italo-tedeschi.

Prima del match che ha avuto luogo a Bordeaux, infatti, cosa facevano i tedeschi che si interessavano al calcio, quando usciva l’ordine delle partite dei campionati della FIFA o della UEFA? Naturalmente calcolavano dove e quando la Germania avrebbe dovuto vincere, o anche perdere, nelle partite di qualificazione e nei gruppi dei campionati, al fine di evitare di giocare contro Italia. Per dirla più chiaramente, cercavano di calcolare le possibilità che per la squadra “teutonica” il torneo finisse nel corso di una partita contro gli azurri. Fino al 2 Luglio 2016 noi tedeschi eravamo quasi convinti che la nostra nazionale avesse vinto il campionato del mondo del 2014 anche, se non soprattutto o solo, grazie al fatto che l’Italia era stata eliminata prima.

Aveva certamente ragione Joachim Löw, il ct della nazionale tedesca, quando, nella conferenza stampa prima della partita di Bordeaux, ha spiegato che i risultati e le sfide dei campionati di tanti anni fa non hanno niente a che fare con i ragazzi che giocano oggi, che a quel tempo erano appena o non ancora nati. Però, anche le persone più intelligenti, in un piccolo angolo del cuore continuavano a nutrire quella segreta paura e si dicevano sottovoce: “È vero… ma ci butteranno fuori lo stesso!”. Per chiarire il suo punto di vista Joachim Löw paragonava il passato e questo tipo di paura al “Kalter Kaffee” (caffè di ieri) e il presente all'”espresso”, come tanti tedeschi chiamano il caffè, non sapendo che per gli italiani non è necessaria un’altra parola per distinguere il vero caffè italiano dall'”acqua sporca” tedesca. Pare che comunque l’Europa stia cambiando anche i gusti e i tedeschi godono ormai del vero caffè e da poco, finalmente, anche sul campo di calcio.

Oltretutto non ci volevano né i rigori né i due goal della partita per capire che l’Italia e la Germania sono allo stesso tempo rivali e amiche: ancora più bello il fatto che i tedeschi abbiano vinto la coppa del mondo nel 1990 in Italia e, viceversa, gli italiani nel 2006 in Germania.

Chi si interessa di storia calcistica e ne sa di più, non ha neanche bisogno di contare i risultati per essere sicuro del fatto che l’amicizia tra Italia e Germania sia speciale. I più anziani o più informati si ricordano bene che la moglie di Fritz Walter, capitano della Germania nel 1954, si chiamava prorio Italia! E Italia, anche quella Italia, era amata non solo dal suo Fritz, ma anche dai tedeschi.

Insomma, la storia calcistica italo-tedesca, da tanti punti di vista, è anche una storia d’amore e passione e questa storia non srarà mai finita, o come forse direbbe il buon Trapattoni, “hat nie fertig”.

Mi sento di ringraziare i mariti e le mogli italiane di persone tedesche, non solo perché con sportività ci hanno permesso di godere di questa eccezione che è stata la partita vinta dalla “Mannschaft” contro gli azzurri, ma anche per averci sempre, e purtroppo spesso, consolati in tutti questi anni precedenti.

Vi dico infine che prima di aver letto sul sito della Gazzetta dello Sport “ciao, meravigliosa Italia. E grazie di tutto”, ero sicuro di aver sognato quei 18 (19) rigori. Se invece non è vero e sto ancora dormendo siete tutti pregati di non svegliarmi. Almeno fino al campionato del 2018.