Paolo Benvegnù in concerto a Berlino

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di Lucia Conti

Paolo Benvegnù è stato il chitarrista-cantante, nonché fondatore degli Scisma, famoso gruppo alternative-rock italiano. Dopo lo scioglimento degli Scisma e la collaborazione con Marco Parente, ha iniziato una brillante carriera solista. Il suo ultimo album è “Earth hotel” del 2014. Tra le sue tante collaborazioni si possono menzionare quella con Mina, Manuel Agnelli, Marina Rei, Stefano Bollani e David Riondino.
Paolo Benvegnù si esibirà a Berlino il 9 maggio, all’Oblomov.
Trovate qui tutte le informazioni sul concerto e su come acquistare i biglietti. Intanto, lo abbiamo intervistato.

Ciao Paolo, benvenuto a Berlino. È la tua prima volta, qui? E che ne pensi di questa città?
Buongiorno a te. Sono passato da Berlino nel 1999, in un momento di grande ricostruzione. Mia e della parte Est della città. Ho passato così alcuni giorni in piena simbiosi con la metropoli. Mi ha colpito soprattutto la capacità di Berlino di accogliere serenamente tutti. E la grandissima creatività che si respirava nell’aria. È la prima volta che ci suono con i miei compagni. E sono curioso di ciò che potrà capitare.

Nella presentazione del tuo tour si legge: “A concert about human being. A concert about the survivors. Last sparkles of beauty of the twentieth century”. Cos’è per te la bellezza?
La bellezza è nel gesto inconscio. Nell’abbandono allo stupore. Nella serissima, gioiosa danza che è la vita. In ogni estensione.

“Earth Hotel” è un disco che hai definito “dell’inconscio”. In che senso?
Ritenendomi, insieme a miei compagni, un ricercatore, penso che appunto la ricerca stia nella divinazione, nella preveggenza. Ed ancor prima nello scandagliare i propri abissi, i propri angoli nascosti, nella gioia e nell’oscurità. Perché ogni opera, ogni ricerca, sia necessaria, sana, pulita da ogni ambiguità seduttiva o imbonitrice. “Earth Hotel” parla dell’Essere, dell’amore, proprio partendo da questi dettami.

Ogni traccia racconta una storia e l’intera tracklist percorre i dodici piani di un luogo immaginario, l’”Earth Hotel”, appunto. Cosa ti piace raccontare e che tipo di narrativa ami?
Prendo a prestito una frase di Alessandro Bergonzoni. “Immagino una civiltà dell’immagina”. Non è importante cosa si racconta, ma come. Nel mio caso, spesso sono storie racchiuse in una sola frase. Così ogni canzone non descrive un universo, ma un pluriverso. Mi piacerebbe, in realtà, saper ascoltare ciò che dicono le pietre, i silenzi ventosi, gli erbivori. Ancora non ne sono capace. Per quanto riguarda la narrativa umana, leggo libri di storia. E Shakespeare.

Che musica ascolti, al momento?
Ultimamente ascolto Bach. Il punto di partenza, a mio parere, di tutta la musica occidentale. Ed il silenzio elettrico delle nostre città, del nostro mondo. Perché questo non è il vero silenzio.

Grazie e a presto!
Grazie a te. E grazie a voi per avere dato spazio alle impressioni mie e dei miei compagni di avventura picaresca.

Featured Image by Bruno Buontempo