Fotografia, una cartolina da Mitte

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© Paul Schutzer / Life images

C’è una foto di Paul Schutzer* che ritrae un soldato della Berlino est nell’atto di lanciare una palla oltre il filo spinato del muro.

Non vediamo chi ci sia dall’altra parte. È lecito solo immaginare ma la fantasia non può fare comunque troppi giri: un gruppo di bambini. Tre, forse quattro.
È il 1962. È inverno; c’è un freddo inesorabile e accusatorio.
La palla piomba ai piedi del soldato come fosse stata lanciata in un universo vuoto e senza peso. Per un attimo lo riporta alla vita, risveglia in lui ricordi, riaccende un sentimento ludico, di un gioco meno drammatico e feroce di quello cui è sottoposto, là, avanti e indietro, sorvegliando quel tratto di muro.
Anche lui non sa, come noi, non vede. Può solo immaginare quel gruppo di bambini, tre, forse quattro, giocare nello stesso modo in cui fanno i suoi.
Che ne sanno di quel filo colato a piombo, della pietra e della calce?
Sono bambini che vedono appena un geco passare tra le crepe, un pallone rimbalzare troppo forte per finire in un’altra città, in un altro spicchio di mondo.
Il soldato raccoglie la palla con le mani fasciate nei guanti di pelle.
Il confine sembra essersi lacerato, tutto appare così vicino.
Alterato è il modo in cui lui stesso guarda a quel muro, al senso della vita e delle cose.
La palla, come un’interferenza capricciosa, apre un varco in cui un pensiero genera l’altro per inerzia. Si sgretolano i sassi, compaiono i volti, il tempo di una fantasia semplice e complessa come la pace.
E poi però oplà.
Con un lancio fermo la palla torna dall’altro lato della barricata.
Resta solo l’atto che precede, la smorfia del soldato nel momento prima di essere restituito a se stesso.
Lasciando il resto fuori.

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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

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