Performance “Experi-Mental Theatre”: intervista ai Gut Reaction

© Cristiano Actis Zanino
© Cristiano Actis Zanino
© Cristiano Actis Zanino

di Emma Minarelli

Non è danza, non è un concerto, non è una rappresentazione teatrale.

E allora come presentarsi al preparato pubblico berlinese, in materia di sperimentazione artistica, riuscendo a collezionare solo ottimi successi? I Gut Reaction, collaborazione cresciuta dall’inizio del 2015, si definiscono Experi-Mental Theatre, ovvero la capacità di creare nelle persone nuovi immaginari. E per riuscirci, utilizzano l’istintivo, ciò che è innato, come suggerisce infatti l’aggettivo inglese gut.

I protagonisti di questo brillante progetto, intervistati da Il Mitte, sono Giulia Mandelli, classe 1990 e Marco Rivagli, classe 1987. Lei, dopo gli studi di balletto accademico si diploma presso l’Accademia Susanna Beltrami nel dipartimento di danza contemporanea è stabile a Berlino come danzatrice e insegnante. Lui, suona la batteria dall’età di tre anni, formandosi con riconosciute personalità tra cui Giorgio Gandino, Enzo Zirilli ed Elio Rivagli, è attivo con varie collaborazioni in Europa e ha base Berlino dove performa ed insegna.

©  Sabrina Rivagli
© Sabrina Rivagli

Prima di iniziare la collaborare insieme, quale visione avevate sulla danza e sulla musica?

G: Durante il mio periodo all’Accademia di Beltrami, ho avuto la possibilità di frequentare lezioni con un maestro di musica il quale, oltre ad avermi dato una visione generale su tale mondo, mi ha dato la possibilità di poter creare dei miei pensieri a riguardo. Ho sempre avuto una visione non di musicisti, ma di artisti, e questa percezione si è fortificata attraverso le lezioni di analisi coreografica, dove danza e musica si evolvono insieme. Non avevo tuttavia esperienza nel produrre una ritmicità sonora attraverso movimenti del mio corpo, come ora sto imparando.
M: La danza, come la musica, la intendendo come un discorso tra i performers ed il pubblico. La percezione che avevo sempre avuto della danza era quella di un fenomeno di intrattenimento. Da quando sono a Berlino, grazie alla varietà di eventi proposti, mi sono ricreduto e attraverso questa collaborazione ho iniziato a scoprire sempre più la profondità di questo mondo.

Qual è il senso della ritmicità per una danzatrice e per un batterista?

G: La percezione del tempo per un musicista è differente dal tempo di respiro di un movimento, per cercare di abituarmi a questi moduli ritmici regolari ho persino iniziato a danzare solo sotto il ritmo dettato dal metronomo. Il mio grande obiettivo è stato quello di diventare, all’interno di un determinato schema musicale, libera e credo questa sia una sapienza scenica estremamente importante.
M: Anche con altri musicisti ho notato che a livello melodico e ritmico possono esserci interpretazioni differenti, la stessa diversa interpretazione ho potuto constatare esserci con la danza. Ad ogni modo, attraverso un personale vocabolario che abbiamo creato, siamo riusciti ad appianare queste differenti percezioni di tempo.

Come si costruisce il vostro lavoro: come avviene l’interazione tra i movimenti, la musica e il concept?

All’inizio del progetto abbiamo basato la nostra indagine su come potesse un determinato ritmo influenzare il movimento del corpo a livello istintivo, un esempio è ALCAEUS, uno dei primi nostri lavori.
Da allora, durante le prove, abbiamo evoluto la nostra visione: noi non vogliamo creare una coreografia o una composizione musicale; è uno scambio continuo, dove la ricerca su un determinato messaggio è essenziale. Il risultato è spesso un insieme omogeneo dove non si riconosce più nettamente il limite tra danza e musica. Vogliamo essere reali, motivando la gestualità e la ritmicità che proponiamo sul palco, creando un’empatia con il pubblico.

© Cristiano Actis Zanino
© Cristiano Actis Zanino

Parliamo della vostra performance 4MOODS, di cosa si tratta?

Il progetto trae ispirazione dal libro di M. Haddon “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, la cui trama è basata sulla percezione della realtà del protagonista, affetto da una particolare forma di autismo. Non proponiamo una rappresentazione teatrale del testo, è una composizione scenica, che utilizza un immaginario suscitato dalla lettura del libro, con il fine di creare contrasti e reazioni nel pubblico.
Spesso le nostre performance sono site-specific, questo ci permette di portare il nostro lavoro in luoghi che non sono solitamente adibiti a rappresentazioni artistiche. Uno di questi esempi è la recente esperienza presso la scuola d’infanzia di Boschetto (TO) dove abbiamo potuto tenere un laboratorio Gut Reaction con bambini tra i 3 e i 5 anni. Abbiamo avuto la possibilità di essere a stretto contatto con quella innata spontaneità con la quale i bambini si muovono su un determinato ritmo. È proprio questa la purezza d’intenti che cerchiamo di raggiungere nelle nostre performance. L’esperienza ci ha veramente fornito una nuova occasione di crescita.

Ovvero, avete introdotto delle novità per la prossima performance?

Si, durante la tournée italiana abbiamo potenziato l’apparato musicale, iniziando così la collaborazione con il chitarrista di origine argentina Emanuel Victor. Siamo inoltre lieti di annunciare la partecipazione al nostro lavoro della pittrice Merav Leibkuechler: l’idea è nata proprio dall’esperienza con i bambini, i quali alla fine del laboratorio hanno disegnato la giornata passata con noi; è stato emozionante notare quali dettagli hanno captato nel nostro lavoro. Merav perforerà per la prima volta con noi nel nostro prossimo spettacolo 4MOODS, che si terrà venerdì 31 Luglio a Berlino presso la scuola di lingue Pirandello (#Pirandello Sprachschule).