Il futuro di Offenbach, gentrificazione in corso

Foto © nolifebeforecoffee / Flickr / CC BY-NC-ND 2.0
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Bannerino_FrancoforteOffenbach – Ormai quasi chiunque conosce il termine “gentrificazione”. Esso indica il ricambio della popolazione in un determinato quartiere o città tramite il risanamento e il rinnovo architettonico degli edifici, con conseguente aumento dei prezzi di affitti e immobili. Il processo di gentrificazione porta all’aumento dell’attrattività di una città e quindi alla possibilità di questa di richiamare più capitali.

È un processo politico messo in atto da quasi ogni città e ha come maggiore conseguenza l’espulsione di quelle fasce sociali che non possono permettersi di pagare questo rinnovamento.

Anche la città di Offenbach non è estranea a questo processo. Da qualche anno, infatti, è iniziato e si è reso visibile soprattutto nella zona del vecchio porto sul Meno.

Offenbach è da lungo tempo una città a vocazione industriale – soprattutto per la produzione e il trattamento del cuoio tessile, anche se non bisogna dimenticare che è anche un importante centro di formazione universitaria con l’Hochschule für Gestaltung.

Nei decenni si è assistito allo smantellamento dell’industria e con essa anche del porto sulle rive del Meno. Con la chiusura del porto l’amministrazione comunale ha avviato un processo di risanamento dell’area.

Non mancarono le contestazioni. Prima dell’avvio dei lavori alcuni studenti dell’Hochschule für Gestaltung hanno occupato lo stabile numero 2 del porto, da qui il famoso nome Hafen2, per poterci organizzare eventi culturali e di intrattenimento critico a costi bassi. Con il principio delle discussioni sulla destinazione d’uso della zona il vecchio Hafen2 si è trasformato in partner critico contro il processo di gentrificazione che l’intera città ha iniziato a subire negli ultimi quattro anni. Dopo lunghe trattative, l’amministrazione ha concesso al collettivo dell’Hafen2 una nuova area, quella attuale.

Nel maggio di quest’anno il vecchio stabile dell’Hafen2 è stato abbattuto. E con esso tutti i vecchi edifici portuali ancora esistenti. Sull’altro lato del porto, nel frattempo, sono sorti nuovi edifici residenziali e non, che ricordano per stile e qualità quelli del Westhafen di Francoforte. Edifici pensati per una classe medio-alta.

Il complesso è chiuso all’interno del porto, dove è stata anche ricostruita una darsena e dove è possibile accedere direttamente sul Meno in barca. Esso è, quindi, separato dal tessuto urbano circostante e sembra che non ci sarà una possibile interazione tra gli inquilini dei nuovi edifici e i vecchi abitanti del quartiere, poiché l‘area è stata pensata per essere “autosufficiente”, provvisto di scuole e asili nido e un supermercato.

Ma a Offenbach non è si costruito solo il nuovo complesso abitativo del porto. Nonostante la città abbia un debito pubblico tra i più elevati dell’Assia, si continua a costruire. Proprio nell’ultimo mese e mezzo si è assistito a una serie di manifestazioni e interventi critici sulla politica seguita dall’amministrazione.

Edifici storici del centro sono oggetto di vendita alle banche, per poter attuare un risanamento di lusso e proseguire così il processo di gentrificazione, avviato anni addietro con il primo flusso di studenti.

Le fasce di popolazione più deboli si sono spostate verso altre zone più economiche o addirittura in altre città. Bisogna però considerare la struttura sociale di Offenbach, che è molto diversa da quella di Francoforte. Offenbach è la città con il più alto tasso percentuale d’immigrati (senza cittadinanza tedesca) e immigrati di seconda o terza generazione (con la cittadinanza tedesca) della Germania, rispettivamente il 36% e il 58%. Buona parte di questa popolazione lavora nelle industrie presenti in città e nei dintorni e appartengono ad un ceto relativamente basso. La quantità d’immigrati è perciò talmente elevata che la domanda sorge quasi spontanea, funzionerà veramente il massiccio processo di gentrificazione avviato dall’amministrazione? E ancora, se questo processo verrà portato a termine, cosa succederà a coloro che non potranno permettersi l’aumento dell’affitto di casa dovuto a un risanamento di lusso?

Lidia Monza

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