Unconventional Berlin Diary: Station to Station. E l’inizio dell’estate a Berlino

Sono uscita il primo giorno veramente caldo di questa tardissima primavera, attraversando le stazioni. “You drive like a demon from station to station”, diceva lui, Bowie, l’unico, il solo, il mio idolo indiscusso. A Pankow, appena scesa dal tram, sono stata approcciata da una signora anziana con il deambulatore.

Mi aveva visto tossire e poi attaccarmi all’erogatore e mi ha mostrato il suo broncodilatatore, dicendo di avere problemi simili. Mi ha anche accarezzata e mi ha detto di curarmi bene e di non passare sotto gli alberi. Questo episodio esprime due verità. Verità numero uno: l’empatia è una forza potentissima che avvicina gli invalidi. Verità numero due: la mia salute è talmente malconcia che faccio pena anche ad anziane asmatiche che faticano a camminare.

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Station to Station: attraversando il corpo di Berlino

A Messe Nord ICC, stazione S-Bahn, ho visto una simpatica coppia formata da un giovane padre e da un bambino. Il padre aveva la testa rasata e una serie di tatuaggi sul corpo, incluso SpongeBob sul polpaccio. Mi chiedo cosa possa portare un uomo adulto a tatuarsi addosso Spongebob, ma non riesco a trovare una spiegazione.

Il bambino a un certo punto ha chiamato il padre “Mommy!”, ad alta voce. Lo ha fatto ripetutamente. Il padre ci ha tenuto a precisare di non essere la madre, ma non lo ha detto al figlio, lo ha detto A NOI PRESENTI. Avrei voluto dirgli “Calmati SpongeBob, non sono mica Adinolfi! Per quanto mi riguarda, il pupo ti può percepire come il padre, la madre, la fata madrina o none of the above”.


la vita e una merda

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All’uscita della metro di Kaiserdamm, c’era invece un bellissimo riflesso di arcobaleno sulle scale, che quasi sembrava dipinto. Mi sono incantata a guardarlo, ma quando sono uscita e ho attraversato il ponte verso Philippistraße, mi sono sentita di nuovo male e sono stata soccorsa da un’altra anziana. Questa senza broncodilatatore, ma con un piccolo cane al guinzaglio.

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Vedendomi tossire senza requie ha ritenuto, come molti, che avessi il mal di gola e ha cercato di rifilarmi una caramella al miele. In tutto questo il cane mostrava un’assoluta, atarassica indifferenza. Ho cercato di balbettare “ASMA!”, ma alla fine ho rinunciato e ho accettato la caramella, mettendomela in bocca per gentilezza. “Adesso la ingoio e soffoco definitivamente” ho pensato. Non ricordavo neanche più di aver sorriso all’arcobaleno, pochi minuti prima.

Però comincio a sentirmi finalmente meglio, sublime potenza del cortisone! Ok, non sembra, visto che sono due settimane che parlo solo di attacchi d’asma, ma è così. Me ne sono anche andata un po’ in giro, per il puro gusto di farlo.

In giro per la città i tedeschi si comportano come se ci fossero quaranta gradi. Al primo giorno di sole, in una giornata peraltro freddina, ho notato costumi e articoli da spiaggia già esposti nei negozi e ho visto la gente aggirarsi in canotta e infradito. In più, ho visto i primi piedi nudi per la strada… morendo dentro, va detto. Vi prego, rimettetevi tutti quelle dannate scarpe.

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Tutto intorno, c’è un’esplosione di entusiasmo dall’effetto quasi patinato. Donne sorridenti portano in giro mazzi di fiori, ragazze in bici fanno garrire i capelli, uomini eleganti sfoggiano vestiti bianchi e fazzoletti da taschino… la bella stagione, a Berlino, sembra quasi uno spot senza jingle, una cartolina in movimento. E in tutto questo saranno già tutti nudi, al Tiergarten, come un glorioso monumento collettivo alla Freikörperkultur?

Mi piace questo caldo, ne vorrei di più. vorrei essere in un posto bollente. Vorrei andare ad Algeri. E quindi sto partendo per la Scozia, dove mi aspettano pioggia e vento.
E allora ditemelo, che la mia vita non ha senso.

♠ Colonna sonora: “The child in me”– Emma Pollock♠

Machete

Machete vive a Berlino dal 2013.
Ama anche la musica, il cinema, la letteratura e la serotonina.
A otto anni sperava che prima o poi qualcuno avrebbe inventato una pillola contro la morte. Un po’ lo spera ancora.

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