Il tour couchsurfing di Andrea Labanca e della sua band, anche a Berlino

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© Alessandra di Gregorio

di Giovanni Semenzato

Dal 19 maggio al 19 giugno l’artista milanese Andrea Labanca e la sua band presenteranno un concerto acustico direttamente nelle case degli ospitanti – selezionati mediante la piattaforma di Couchsurfing – in trenta città europee.

Dopo il successo di Carrozzeria Lacan, secondo disco del cantautore milanese Andrea Labanca, progetto indipendente che ha ottenuto un ottimo riscontro di critica e molta visibilità a livello mediatico, dal Premio Tenco a Deejay Tv, passando per MTV e Radio2, il cantautore parte con la sua band (o meglio con una parte) e, affiancato dalla blogger musicale Elonora Montesanti, porta la sua musica per le case d’Europa, insieme ad un piatto di spaghetti e un bicchiere di vino.

L’idea del tour infatti è quella di un viaggio per l’Europa a bordo di un Van, fatto di incontri e di musica, dove ogni tappa segna un concerto nella casa di un ospite curioso che offre una sistemazione ai musicisti. Insieme si prepara un piatto di spaghetti e si stappa una bottiglia di vino. Poi, finito di mangiare, i musicisti tirano fuori gli strumenti e iniziano il concerto.

Si tratta di un viaggio che si svolge all’insegna della comunicazione. L’idea di portare un elemento “di casa” come gli spaghetti e il vino in altre case di gente con abitudini diverse è un elemento costitutivo del progetto. Il concerto si svolge negli spazi offerti dall’ospite, siano essi ristretti o più ampi. In questo modo il cantautore milanese ha voluto sperimentare un’approccio più immediato col pubblico, riproponendo un tipo di performance che ha precedenti illustri nella musica da camera.

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© Loredana Celentano

Chiunque voglia può seguire il viaggio di Andrea Labanca e della sua band, con le tappe e i concerti, direttamente dal sito e tramite la piattaforma Periscope.
Il Mitte ha voluto sapere di più di questa particolare esperienza e ovviamente del suo contenuto, la musica e le parole delle canzoni di Andrea Labanca, in una discussione con Andrea e col musicista Fabio Bado, che lo affianca in questa avventura.

Andrea Labanca, ci puoi dire da dove nasce l’idea di un tour musicale tramite Couchsurfing? In che modo questo potrebbe rafforzare la comunicazione tra artisti e pubblico?
Andrea: l´interesse per la novità è sempre stato un elemento fondamentale della mia produzione artistica. Questa idea è partita dalla mia collaborazione con Eleonora Montesanti, blogger musicale che mi affianca durante il tour. La proposta di un tour musicale per l’Europa tramite una piattaforma ricca di potenzialità come Couchsurfing mi ha subito entusiasmato per la sua originalità. In più questo tour sarebbe stato fatto portando ai nostri ospiti un pezzo importante della cultura italiana: spaghetti e vino. Questo modo di approcciarsi con altre persone di altri paesi, di essere accolti offrendo ciò che abbiamo di nostro, mi è sembrata un’esperienza che poteva legarsi bene a un tour musicale. Inoltre per me gli spaghetti si caricano di un significato ulteriore, legato alla musica e all’atmosfera degli spaghetti western, con i quali sono cresciuto.

Un tour che si vuole innovativo quindi. Ma cosa significa nel concreto portare la propria musica in case altrui?
Anche per quanto riguarda l’esperienza musicale questo tour può offrire qualcosa di nuovo. Entrare ogni giorno in una stanza diversa, in un posto diverso, senza sapere quali saranno le persone che ci ascolteranno ogni sera, quali sono le loro aspettative e se apprezzeranno o meno la nostra musica, tutto questo spinge a creare un contatto più diretto tra pubblico e artista, dove l´improvvisazione prende il sopravvento e la performance diventa qualcosa di intimo. Il pubblico finisce inevitabilmente per diventare parte del concerto.

Si assottigliano le distanze tra pubblico e musicista?
Esattamente. E’ un modo di mettersi in mezzo, ma tutto questo senza negare il professionismo che comporta l’esibizione di un artista.

Nel sito web annunciate di portare in giro per l’Europa una spiccata dose di italianità, vino e spaghetti, da cui appunto il tour prende il nome. Fino ad ora cos’altro hai sentito come “italiano” del vostro tour?
Per me l´italianità ha a che fare anzitutto con l’educazione. E cioè specialmente con quella letteraria, che viene insegnata nelle scuole e che è parte del bagaglio di conoscenze di chi è cresciuto in Italia. Mi accorgo che, da italiano, posso parlare di autori francesi, così come russi o inglesi, e che il mio bagaglio culturale è molto ricco perché segnato da una certa educazione. Direi che l’attenzione ai temi della letteratura nelle mie canzoni è sempre legato a questo tipo di “italianità”.

Andrea Labanca, da cantautore le tue canzoni sono fatte di musica e di parole. Da una parte un linguaggio universale, dall’altra una lingua ben precisa, l’italiano. Come è stata la tua esperienza fino ad ora, ti sembra possibile comunicare anche a chi non conosce la lingua delle tue canzoni?
Sono convinto che la musica riesca a comunicare emozioni anche a chi non capisce i testi. Nel corso della prima parte del nostro tour ci sono stati ragazzi che pur non potendo capire le liriche hanno apprezzato le canzoni. E per questo dopo il concerto sono venuti a chiederci i testi e la traduzione.

Il tuo secondo album, carrozzeria Lacan, unisce due concetti apparentemente lontani in un’immagine bizzarra: cos’ha a che fare il grande psicanalista francese del ‘900 con l’immagine plastica di una carrozzeria? Si può trovare un filo conduttore nell’album tra storie d’amore finite male, descrizioni oniriche, spezzoni di vite precarie?

Il nome di questo album dipende parte dalle circostanze parte dalla mia esperienza personale. La zona dove abbiamo registrato l’album, nato sotto il segno di una canzone che avevo scritto precedentemente dal titolo “Lacan”, si trovava nelle vicinanze di una carrozzeria. Oltre a questa circostanza, questo elemento della carrozzeria, che per me ha un valore affettivo in quanto si lega all’esperienza di viaggio che ho fatto in America, esperienza di cui l’album è intriso, si adattava in un certo senso con il campo della psicanalisi suggerito dal nome di Lacan. Infatti nell’album ho voluto dire un po’ tutto ciò che di bello e di brutto mi riguarda. In questo senso si può concepire l’album come una carrozzeria dell’anima, un posto dove tutto viene messo in gioco in vista di una “riparazione”. Io la definisco una “confessione totale”.

Appunto parlando di Lacan, la componente surrealistica sembra giocare un ruolo importante nelle tue canzoni, sia nel primo album dal titolo emblematico “I pesci ci osservano” sia nei brani più recenti. Il racconto si mischia al gioco linguistico e ad associazioni che creano “sbalzi” nella percezione della realtà. Come scrivi le tue canzoni?
L’ irrazionalità è per me una necessità nella scrittura. E´ l’unico modo in cui riesco a raccontare e magari a spiegare la realtà. Se mi mi metto ad analizzare le cose razionalmente divento pedante, noioso, freddo. Seguire questa via irrazionale è un modo per mettere insieme frammenti di realtà per crearne una nuova, integra.

In “Carrozzeria Lacan” tu e la tua band avete sperimentato diverse forme di canzone: dal blues di “Mormorano i cormorani”, alla ballata, al parlato con sottofondo musicale, fino al recitativo del “Sogno di Jaques”. Vi piace sperimentare?
Andrea: Quello che cerco di fare è continuare a provocare e a provocarmi. Quando scrivo una canzone presento il testo e la melodia alla mia band. Ma poi in verità nella musica non c’è niente di stabilito. La muisca la si costruisce pezzo per pezzo considerando le inclinazioni di ciascuno. Mi piace dire che quello che faccio è un buttarsi in pasto alla mia band.
Fabio: Il fatto che nel comporre non ci poniamo un “target” preciso è un’arma a doppio taglio. Da una parte non essere legati ad un genere preciso ci permette di spaziare, di non restringere la nostra musica ad un determinato stile. Ed è in questo modo che componiamo: anzitutto ascoltiamo la canzone con la melodia così come Andrea l’ha scritta. Da qui iniziamo a creare una linea melodica in cui ciascuno può mettere del suo a seconda dell’impressione che ha ricevuto dalla canzone. Per esempio sperimentando, viene fuori un giro di basso e da qui inizia a prendere forma una melodia. Spesso poi sono le immagini che Andrea ci comunica, legate al testo, a farci da guida. In questo modo componiamo una melodia che si lega a sensazioni e immagini che hanno ispirato il testo.

E quali sarebbero gli svantaggi di non avere un genere “target”?
Appunto gli svantaggi sono complementari ai vantaggi. La varietà della nostra musica ha riscosso interesse in ambienti piuttosto diversi tra di loro, dal premio Tenco ad Mtv. Però è per certi versi proprio la nostra sperimentalità che rende difficile lo sviluppo di un gruppo di “affezionati”.

Oltre che a Berlino, siete stati finora già in diverse città di Svizzera e Germania, per poi passare a Belgio, Olanda, Francia e Spagna: quali esperienze vi portate dietro da questa prima parte del tour?
Andrea: l’Europa è molto cambiata negli ultimi vent’anni. Secondo me al momento è in atto un nuovo cambiamento nella testa delle giovani generazioni: un superamento delle frontiere. Questa è una conseguenza del vivere insieme e dell’avere contatti frequenti con persone che hanno storie e culture diverse. E’ così che vedo l’Europa fra trent’anni, senza frontiere. Questo tour me ne sta dando una dimostrazione.

Fabio: Per me l’esperienza più preziosa di questo tour è stato entrare nelle case della gente. Il conoscersi a poco a poco, attraverso il cibo per esempio, scherzando sulle abitudini degli uni e degli altri. Quella che offre Couchsurfing è una possibilità che vale la pena di realizzare. Anche con Blablacar ad esempio, che è una piattaforma che stiamo utilizzando durante il nostro tour, si possono fare delle esperienze ricche. Pur essendo conoscenze che spesso durano il tempo di un viaggio, e forse proprio per questo, si ha modo di parlare e di confrontarsi in maniera diretta. Queste piattaforme hanno un grandi potenziale, e credo meriterebbero più attenzione in Italia.

Grazie ragazzi per la vostra disponibilità, vi saluto e vi auguro buona fortuna per il resto del vostro tour.