Underground Europe a Berlino: intervista all’organizzatore della fiera-swap di vinili

Photo by Heinrock
L’evento Facebook conta già più di 1.000 partecipanti, l’attesa è altissima, si chiama Underground Europe ed è la prima fiera del baratto del vinile. Unica condizione: solo musica underground.
Una due giorni – dal 2 maggio al 3 maggio – dedicata agli amanti delle sonorità più sotterranee.
Ad ospitarla sarà il noto club Marie-Antoinette e ad organizzarla è Dario Adamic, un ragazzo di origini italo-croate.
Lo abbiamo incontrato e abbiamo fatto due chiacchiere, è nata un’intervista appassionata e sincera, in cui l’amore per la musica – un certo tipo di musica – è evidente, imperante.
Parlami del progetto Underground Europe record fair and swap – perché hai pensato di “swappare vinili”?
In realtà l’idea nasce dal vero bisogno di avere qui a Berlino qualcosa di simile. Io frequento le fiere del disco, i mercati delle pulci, e cose del genere, quindi spesso mi trovo davanti a dei banconi di dischi lunghi anche diversi metri. Allora mi domando: mi va di mettermi a spulciare tra centinaia di LP di Donna Summer, Michael Jackson, Boney M, Vivaldi, Strauss, Heino, collezioni di canti gregoriani e cori giovanili di Transilvania, nella speranza di trovare qualche disco Punk degli anni 80? Oppure preferisco mangiarmi un falafel al chiosco qui accanto? 
Stranamente, vince sempre il falafel.
Insomma, spero di aver reso l’idea e, in qualche modo, aver risposto alla tua domanda.
Con l´Underground Europe vorrei creare uno spazio dove la gente ha idea cosa può trovare. Sa che invece di imbattersi nella disco anni ’70 o il rock da stadio degli anni ’80, può trovare il punk, il garage, la dark-wave, l’industrial, l’emo, il doom metal, l’hardcore e ancora il rock´n´roll più oscuro, lo ska, il psychobilly.
Vorrei abbandonare il classico modello della fiera: arrivi, spulci qualche centinaio di dischi, ne compri qualcuno (se sei fortunato) e vai via. La Underground Europe vuole creare uno spazio dove la gente incontra persone con gusti simili, trova delle distribuzioni con gusti affini, un luogo dove si possono fare due chiacchiere con membri di gruppi o fondatori di etichette. Bere una birra, giocare a biliardino, ascoltare le band in acustico, mangiare muffin vegani, insomma, un ritrovo annuale di amanti della musica underground.
Il fatto che tutti i visitatori possano portare i loro dischi e venderli oppure scambiarli a nessun costo aggiuntivo è una cosa in supplementare. Ci sono migliaia di dischi negli armadi, nelle scatole e nelle cantine della gente. Dischi dimenticati oppure ascoltati poco. E’ ora di rispolverarli e portarli alla luce del sole. E magari portarsi a casa dischi nuovi.
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Qual è il tuo background, da dove arrivi?
Sono nato in Croazia in una famiglia mista. Ti basti pensare che tra me, mio fratello e i nostri genitori abbiamo otto passaporti di tre nazionalità: croata, italiana e statunitense.
I miei studi li ho finiti a Roma. Mi sono laureato a La Sapienza in etologia, studiando per la mia tesi di laurea un gruppo di macachi giapponesi. Dopo vent’anni a Roma ho scelto Berlino. Mi dava l’idea di una città eccitante, che non dorme mai. E non mi sono sbagliato.
Musicalmente parlando, ho suonato in varie band da quando ho quattordici anni. Sempre cose punk, hardcore e affini. Quella è la mia musica. A Roma ho fondato la Goodwill Records, etichetta discografica che ha prodotto e continua a produrre gruppi di tutto il mondo, molti di questi italiani. La musica è qualcosa che mi accompagna nella vita di tutti i giorni. Non ne posso fare a meno.
Che tipo di affluenza ti aspetti?
Mi aspetto molta gente, giovane e meno giovane, interessata alla musica underground in tutte le sue sfaccettature. E’ il primo evento del suo genere, quindi c’è molta curiosità. Io stesso sono curioso di vedere come andrà a finire. Abbiamo fatto molta pubblicità, quindi come affluenza ci aspettiamo circa 2.000 persone tra sabato e domenica. Solamente su Facebook ci sono già un migliaio di persone partecipanti all’evento. Oltre a questo sarà immediatamente dopo il primo maggio, quindi ci aspettiamo anche tanta gente dall’estero. Fino ad ora mi hanno scritto delle persone che vengono dall’Olanda, Belgio, Croazia, Italia, Polonia, Austria, Serbia. La voce si è sparsa. Spero ci saranno di dischi per tutti.
Hai altri progetti in mente da far seguire all’Underground Europe, magari legati proprio a questo?
E’ un bambino, quindi come prima cosa bisogna accudirlo e farlo crescere. Poi si vedrà.