Intervista a Fabio Guglielmino, rocker italiano a Francoforte

Foto © Alessandro Fulciniti.
Foto © Alessandro Fulciniti.
Foto © Alessandro Fulciniti

Bannerino_FrancoforteAbbiamo fatto quattro chiacchiere con Fabio Guglielmino, rocker sicliano trapiantato a Francoforte. Giovedì 2 aprile alle ore 21 suonerà dal vivo al Summa Summarum a Sachsenhausen per presentare il suo EP I viaggi di Giosuè

Contemporaneamente uscirà anche il video della canzone Fuori Tempo, girato proprio nella metropoli sul Meno e che gentilmente ci permette di mostrare in anteprima proprio alla fine della nostra intervista.

Allora Fabio, raccontaci brevemente come arriva un rocker siciliano a fare musica a Francoforte?

Sono arrivato per caso, come molti. Con una proposta di lavoro.

L’anno scorso ho cominciato a lavorare qui a fine settembre. Ripeto, con il lavoro classico, quello che ti dà da mangiare, non con il lavoro artistico. Poi ho cominciato a inserirmi nel circolo underground, ho fatto un po’ di open stage. Una cosa fantastica. Alla gente piaceva e poi durante queste serate ho anche incontrato tanti italiani, ma il mio pubblico è stato soprattutto tedesco.

Non è stato un problema il fatto che tu fossi italiano?

No, al contrario. Essere italiano qui mi è sembrato essere qualcosa in più. Quando dico che sono italiano e faccio musica italiana ho notato un interesse.

Per esempio: Londra, bellissima città, potremmo parlarne per ore. Ma è anche molto confusionaria e poi cantando in italiano nella terra del rock inglese, fondamentalmente ti ascoltano però niente più. In Polonia mi chiedevano i classici italiani, tipo “italiano vero”. Qui posso fare la mia musica e piace!

Come ho detto, ho suonato più di fronte a tedeschi che italiani. E la cosa mi fa molto felice. Molti potrebbero dire che è una stupidaggine, però cantare nella propria lingua a degli stranieri è qualcosa di semplicemente bello. Vero, la mia musica è pop, è diretta, funziona bene, però comunque la cultura che esprimo anche nella lingua, è la mia.

E all’estero è la prima volta che ti senti così apprezzato?

Mi è capitato diverse volte di dover andare in giro per l’Europa per lavoro. Cammino spesso con la chitarra in spalla e vado. Prima son stato in Inghilterra e Polonia e ora è arrivata questa bella occasione di finire in Germania. No, fino ad ora, all’estero, non mi era successo di esibirmi e riscuotere questo consenso. Qui è successo, tanto che sto cominciando ad inserirmi nel circuito tedesco. Un contatto tira l’altro, e son arrivato ad avere uno mio show, giovedì prossimo il 2 aprile al Summa Summarum alle 21.

Avrò un chitarrista tedesco come spalla, Timo Stöttner, è stato anche questo un incontro fortuito. Ho conosciuto un paio di gruppi tedeschi che fanno musica con uno stile vicino al mio. Io sono abbastanza pop, pop-rock e ci siamo capiti subito. E’ una delle cose che più mi sono piaciute della mia esperienza musicale qui in Germania. Per esempio, con Timo, lui è un professionista, ci siamo incontrati e per preparare la scaletta e il repertorio di giovedì ci abbiamo messo appena due ore.

Così giovedì presentiamo il disco e il video di Fuori Tempo. L’abbiamo girato a Francoforte e per questo devo ringraziare Johnatan Lugo e Alessandro Fulciniti. E’ un mio omaggio alla città per come mi ha accolto. Non penso di aver mai suonato così tanto. Per sei mesi ho avuto uno o due impegni a settimana e soprattutto senza tutto lo stress italiano di dover organizzare la serata.

Di cosa parla della canzone?

La canzone in sé, in maniera molto semplice, racconta la storia di una persona che è in una fase di scelta. Tutto il disco – tre canzoni su quattro – racconta la storia di uno qualsiai, potrebbe essere chiunque, ma è ispirato ad un amico di nome Giosuè che esiste veramente e fa l’artista di strada. Il tema ricorrente è quello di un’artista che deve fare una scelta, che decide di andare per la sua strada. Dice a se stesso che può anche cambiare paese, cambiare tutto, ma l’importante è seguire il suo sogno e comunica alla sua “metà” questa cosa. Chiede quindi “tu sei con me o no?”. Francoforte per me rappresenta un po’ la possibilità di questa scelta.

Parla di un tuo amico, ma mi sembra che ci sia anche qualcosa di autobiografico. Sbaglio? Che progetti hai, a Francoforte, visto che sei stato così bene, non ci vorresti restare?

Io son stato qui per sei mesi. Ci starò ancora un mese. Ho un paio di progetti da fare prossimamente e l’estate sarò in Sicilia. Dopodichè… vedremo. Non c’è niente di sicuro ma la città è bella, è vivibile. Il tedesco sto cercando di impararlo, cosa già di per sé eccezionale. Non nascondo che ci sto facendo un pensierino…

Tornando a quanto hai detto prima. Qui, dici, puoi suonare senza lo stress che hai sperimentato in italia. Spiegati. E’ più facile qui?

Questa cosa delle jam session a me piace molto. In Italia avevo difficoltà. Qui invece uno sale e può fare anche il proprio repertorio. Io ho potuto esibirmi e fare quel che volevo, poi chiaro, il pubblico può decidere.

E come ti spieghi questa maggiore apertura?

Io penso che ci sia un modo di pensare differente. Io vedo che la gente esce e va ad ascoltarsi la musica tutti i giorni. A me sembra che la Germania sia un paese un po’ più felice del nostro. Se lavori, prendiamo come esempio, nel settore del commercio.

Secondo me non è questione del tempo, è che uno ha la possibilità di vivere meglio e quindi puoi campare meglio e apprezzare la musica e l’arte. Non credo che in Italia ci sia poca musica, dico che ci sono una serie di problemi che non te la fanno sentire. Questa è l’impressione che ho avuto.

Ma tu comunque lavori con un contratto italiano, questa osservazione non riguarda te, giusto?

No, parlavo degli altri. Io, il tempo libero, lo trovo comunque. L’ho già detto una volta in una intervista. Mi sento un po’ batman. Di giorno in ordine al lavoro, la sera invece in giro a suonare, incontro gente o scrivere. E’ un po’ come avere una doppia vita.

Hai ancora qualcosa da dire prima che finiamo?

Per i siciliani che verranno giovedì sera, ci sarà una sorpresa. Suonerò un pezzo di Rosa Balistreri. E’ un po’ una scommessa perché è la prima volta che faccio una canzone in dialetto siciliano. Il titolo però non te lo dico. Ci vediamo giovedì sera.

[ale.gra]

 

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