L’orgoglio gay colora Berlino per i diritti LGBT (e contro Putin)

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© Alessandro Brogani

di Alessandro Brogani

Si è tenuta sabato 21 giugno, sotto lo slogan “Noi siamo la stessa cosa” la Christopher Street Day di Berlino per l’anno 2014.

È una festosa commemorazione che avviene da oltre trent’anni (in Italia meglio conosciuta come Gay Pride Parade), con lo scopo di celebrare e rivendicare i diritti per l’omosessualità e le politiche che affermano la diversità LGBTIQ (lesbian, gay, bisexual, trasgender e intersexual), in ricordo degl’interventi violenti della polizia nel Greenwich Village di New York, il 27 giugno del 1969, e delle Stonewall Riots (rivolte di Stonewell, un bar appunto in Christopher Street in cui avvennero i primi scontri).

Le prime parate di CSD in Germania si tennero a Berlino e a Brema nel 1979.

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La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre 60 gruppi, in rappresentanza di diverse nazioni ed associazioni, ed ha avuto il suo clou nella parata di carri lungo la Ku’damm, da Olivaer Platz fino ad arrivare in Klingelhöferstraße, davanti alla sede della CDU.

Un’onda festosa e variopinta che al ritmo di musica e balli ha sfilato tra due ali di folla, coinvolgendo tutti: partecipanti, turisti e semplici passanti lungo tutto il percorso.

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Berlino si sa è, assieme a San Francisco negli Stati Uniti, la città che maggiormente al mondo accoglie apertamente e senza ipocrisia la comunità omosessuale e tutte le forme di emarginazione sociale; anche in quest’occasione testimonia la propria volontà di combattere ogni forma di omofobia, purtroppo presente ai giorni nostri in ogni Paese.csd-14-3

È ancora forte infatti l’eco suscitata dalla legge, varata dalla Duma russa per volere di Vladimir Putin, contro ogni forma di propaganda omosessuale; cosa questa, peraltro, che tante polemiche ha scatenato durante i recenti giochi olimpici invernali di Sochi.

Contro tale forma di discriminazione è stata quest’anno in parte dedicata la parata, con cartelloni di protesta e rivendicazione dei diritti negati in quello ed in altri 24 Paesi in tutto il mondo.

Altri punti sono stati al centro della manifestazione: in primo luogo i diritti in gran parte negati alla comunità LGBTIQ in Germania.

Lo slogan Noi siamo la stessa cosa sta dunque a significare che tutti rivendicano il diritto di non sentirsi esclusi dalla società, ma al contrario di essere una parte importante del tessuto produttivo del Paese, formato da famiglie, professionisti, gente che paga le tasse e che reclama lo stesso diritto di correre per le cariche pubbliche, alla pari degli altri cittadini tedeschi.

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Oltre la parata si è tenuto un grande Lesbo Party nel club Huxley’s Neue Welt, nei pressi di Hermannplatz ed un grande party conclusivo all’Avenue Club, nella Karl Marx Allee, a Mitte.

L’appuntamento, con l’augurio di vedere almeno in parte realizzate queste speranze per una società più aperta ed equa, è per il prossimo anno.

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1 COMMENT

  1. Quest anno pero´ le associazioni LGBT di Berlino hanno litigato su questioni non molto chiare (ho sentito parlare di cambiare il nome della manifestazione in Stonewall, che non a tutti é piaciuto) e così invece di marciare uniti, si sono fatti ognuno la propria parata.
    Sabato ce n´erano ben tre, o meglio due più una a Oranienstrasse lunga poche centinaia di metri.
    Sono rimasto estremamente deluso dal comportamento miope e provinciale di tutte le associazioni. Certe differenze dovrebbero essere messe da parte quando si tratta di manifestare per i diritti. Rischiano di vanificare il lavoro di molti anni. A mio avviso si dovrebbero vergognare. Spero che l´anno prossimo si ravvedano

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