A Berlino c’è Next 2014: “Basta chiacchiere, innovazione è democratizzazione”

next2_giuscolucci
© Giuseppe Colucci

di Giuseppe Colucci

Il claim di quest’anno di NEXT Berlin, una delle conferenze tech e business-oriented di maggior spessore in Europa, è stato “This is the new normal”. È normale oramai, infatti, vivere in un mondo di iper-connessione, normale ordinare cibo con una app, condividere l’automobile e cercare parcheggio con il satellite, rivoluzionare il mercato alberghiero mettendo a disposizione case private.

Ma, soprattutto, ciò che si è visto al bcc di Alexanderstraße è che presto, prestissimo, sarà normale per i sordo-ciechi essere connessi e utilizzare device grazie a dei guanti che inviano input cerebrali, così come per gli abitanti delle zone più disagiate del Congo di creare e commercializzare a livello globale uno smartphone, Fairphone, conflict-free.

A NEXT Berlin 14 si è parlato di innovazione, come sempre, ma tenendo da parte il chiacchiericcio e l’amore per l’apparenza che spesso negli ultimi anni hanno caratterizzato fin troppi eventi dedicati alla tecnologia, e concentrandosi maggiormente su temi come mobilità, azzeramento del digital divide, open source e democratizzazione dell’innovazione.

C’erano anche molte grandi corporation che, specie in Germania, hanno compreso abbastanza presto come, per rinnovarsi e non morire in questa fase di passaggio epocale, c’è bisogno di apprendere linguaggi diversi e stimolare l’innovazione, finanziando ricerca e programmi di accelerazione d’impresa.

next_giuscolucci
© Giuseppe Colucci

Aziende come BMW, T-Mobile o Axel Springer, avendo a disposizione budget infinitamente più alti della maggior parte degli attori impegnati in questo settore, e una vision marcata sui business del futuro, hanno la grande chance di poter restare protagonisti e avere un ruolo centrale in questa rivoluzione.

I “dinosauri”, quindi, come li chiama Carlo De Micheli, PR Manager e frontman di OSVehicle, hanno capito quindi che senza rinnovamento sono destinati all’estinzione.

OSVehicle è stato tra i pochi componenti italiani della conferenza. Si tratta di una piattaforma open source da cui makers di tutto il mondo possono attingere per costruirsi piccole autovetture da città, a prezzi di costo e con tecnologie già brevettate e provviste di tutti i permessi necessari. Sta a loro eventualmente assemblarle o crearsi un design personalizzato.

OSVehicle ha fatto parte della sezione della conferenza dedicata alla “New Mobility” ed è italiana nella misura in cui la maggior parte del team è di origini torinesi e la sede di assemblaggio dei prototipi si trova nei pressi di Varese.

L’azienda, invece, è registrata a Hong Kong, dove risiedono alcuni componenti dell’equipe di lavoro. Alla domanda “non avete paura che in Italia le lobby possano bloccare l’evoluzione del vostro prodotto?”, rispondono sorridendo: “L’Italia non è che una minima parte del nostro bacino d’utenza, che è globale”.