Gianni Amelio porta a Berlino quella “felice diversità” italiana che non ha età

felice chi è diverso

di Valerio Bassan

A 69 anni compiuti, Gianni Amelio è un uomo consapevole: consapevole che in un mondo di pregiudizi e silenzi, di fughe notturne e amori mascherati, l’omosessualità sia prima di tutto un impulso della vita. Non un artefatto, non una condizione, non un totem cui aggrapparsi o uno spettro da cui fuggire.

Il regista di Il ladro di bambini e Le chiavi di casa ha ritratto una generazione di omosessuali che, come lui, hanno attraversato il novecento italiano vivendo a vari livelli l’esclusione, la vessazione, la sofferenza dell’intimità repressa o, chi più chi meno, celata agli occhi della famiglia e della società.

Felice chi è diverso, presentato in anteprima alla Berlinale 2014, è soprattutto un grido di liberazione, anticipato pochi giorni fa dal coming out dello stesso regista in un’intervista al quotidiano italiano “La Repubblica”. Grande mistero ha aleggiato fino all’ultimo attorno a questo documentario, del quale – volutamente – non è stato fatto trapelare nulla prima della premiére ufficiale.

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1 COMMENT

  1. Credo che fare coming out nel 2014 , non sia la cosa migliore o più elegante da fare!
    Provo a spiegarmi: uno si alza la mattina e fa una conferenza stampa….tutti si aspettano chissà che cosa, ma una cosa la dicono e anche abbastanza morbosa: come mi comporto nella mia intimità e con le mie mutande!
    Vi sembra che possa o debba interessarmi?
    O forse a voi interessa sapere che a me piace essere frustato e sodomizzato dalle donne, che si mettono un fallo finto?
    Magari vi interessa sapere che a mio cugino si eccita solo con determinati giochi erotici: ma state scherzando?
    Coming out, che gia´ di per se´ sembra un consiglio sessuale o per meglio dire un coito interrotto, dice che serve a dare voce ai gay e ai loro diritti, al fine che non vengano mai più discriminati, quando invece non si rendono conto, e´ il gay che per primo si discrimina dicendo una cosa del genere, che si mette da “un altra parte”.
    Da ora in poi, sogno un mondo dove tutti devono fare coming out, anche obbligatoriamente e per favore , fatelo delle cose vostre più private e personali, che il mondo e´bisognoso di mettersi a pensare a posizioni fantasiose o gusti personali di un regista , o a come lo fa la vicina o la maestra d ´asilo: credo che per primi dovrebbero essere i gay a non parlare di questa cosa e quel giorno, quando sarà normale non doverne parlare più, forse le discriminazioni sessuali saranno veramente il passato.

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