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[© Marc Kjerland / Flickr / CC BY-SA 2.0]
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di effeerre*

 Sono venuto a Berlino per noia. Ho mandato una mail e mi hanno preso. Da allora ho provato a imparare il tedesco, ho cominciato a girare con le buste di stoffa. La bici la usavo anche a Roma. Ho poco da imparare a riguardo, se non questa disinvolta scanzonatura di girare quando fuori fa freddo. Mi sono nascosto in quartieri dormitorio, ho bevuto vino bollente, ho preso a frequentare una ragazza di Berlino: ma pare già finita. Mi emoziona parlare in tedesco. Mi meraviglio di pensare ogni tanto in una lingua non mia. A volte il paesaggio italiano mi si ripresenta sotto forma di intuizione. Una strada sabbiosa, un balcone illuminato di sole, una pianta che cresce anche mille kilometri a sud. Una scintilla. Ma a parte questo, c’entro solo io. Sono io che mi emoziono o meno. Scendo ogni tanto in treno, 18 ore, per vedere tutta la strada e per svegliarmi in mezzo a dove sono nato. Tutto in regola, tutto è rimasto. Si vive. Ho provato a vedere la tv, cosa che non facevo. Ma sono più affascinato dai furgoni abitabili che ogni tanto vedo parcheggiati alla fine di un viaggio, perché ci intravedo di nuovo una strada. Qui si sentono le cose da lontano, l’odore della montagna dove non c’è montagna, di aria appenninica, che pare venire da lì. Non compro più arance, mi corteggiano le rape rosse, le lunghe radici di prezzemolo. Ci scherzo su, quando mi chiedono “come stai”. Gli rispondo, “amici belli, il carciofo è un privilegio vostro…”

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Nächste Station è una raffinata collezione di appunti sparsi e di testi nati casualmente nei café, sulle metropolitane, mentre si aspetta un dürum döner, sesamsoße, ohne rotkohl e altri generi di attese berlinesi.

È pubblicata (ir)regolamente su il Mitte ogni 3/4 giorni.

efferre, al secolo Filippo Rosso, è nato e cresciuto a Roma. Il suo sito è www.filipporosso.net

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