Scelto per voi: «Cinque cose che non sapevate su Berlino»

cose che non sapevate

Vi proponiamo una selezione tradotta di questo interessante articolo realizzato in partnership tra alcuni dei più importanti quotidiani europei, tra cui The Guardian e La Stampa: una breve intervista a cinque giornalisti stranieri di stanza a Berlino – tra cui il nostro Alessandro Alviani – per scoprire da loro qualche spunto, consiglio o riflessione interessante sulla capitale tedesca.

Juan Gómez, El País

“In Germania una delle tendenze più diffuse, e forse sorprendenti, è quella dei rivenditori a basso costo. Aldi, Lidl, Media Markt e Saturn hanno tutti occupato lo spazio della vendita al dettaglio in qualche misura, con prezzi difficili da battere. […] Queste catene hanno generato una nuova razza di super-ricchi, come Karl e Theo Albrecht, proprietari di Aldi, e Dieter Schwarz, proprietario di Lidl e Kaufland.

Ora però, i supermercati economici si trovano a fronteggiare la loro prima crisi da decenni. Secondo una recente ricerca dell’EHI Retail Institute, nel 2012 ben 69 punti vendita di Aldi, Lidl o Netto in Germania hanno chiuso i battenti. 300 nuovi supermercati di medio livello, invece, sono stati inaugurati. Cosa sta cambiando in Germania? EHI spiega come “ci siano sempre più persone single, e sempre più persone che vivono nelle città”.

Si stima che oltre il 40% dei tedeschi, entro la fine del decennio, vivrà da solo. Questi single hanno più soldi da spendere e meno da buttare via nella vita familiare. I consumatori urbani sono più esigenti riguardo le loro abitudini di acquisto. Come sempre, il distretto di Kreuzberg può diventare l’anticipatore della tendenza: quest’anno un grande supermercato Bio ha rimpiazzato un vecchio Aldi fatiscente di quartiere. La Germania sta tornando verso il lusso?”

Frédéric Lemaître, Le Monde

“Quando ha celebrato il suo 150esimo anniversario in agosto, il Partito Socialdemocratico SPD ha organizzato un evento che difficilmente si sarebbe potuto immaginare da qualsiasi altra parte in Europa. Tutti i suoi membri hanno trascorso la loro domenica mattina leggendo libri per bambini. Ad alta voce.

Solo in Germania romanzi e saggi vengono ascoltati tanto quanto letti. Le letture pubbliche qui sono un’autentica istituzione. Virtualmente, ogni libro pubblicato garantirà al suo autore un invito a leggerne alcune parti ad alta voce nelle librerie, nei café o nei centri culturali. Il pubblico deve pagare per entrare e l’autore riceve una quota non indifferente: almeno 300€ ad apparizione. Un giorno di public readings viene organizzato nel terzo venerdì di novembre di ogni anno, quando personaggi conosciuti leggono in pubblico gratuitamente”.

Kate Connolly, the Guardian

“Se volete scoprire come scorre la vera Berlino, potreste mettere da parte le case occupate e le gallerie e recarvi invece ad una delle sue mense per lavoratori. La città ne è piena. Almeno 100 sono aperte al pubblico, tra cui i refettori degli uffici del fisco, delle moschee, delle ambasciate e dei municipi distrettuali. La mia preferita, a pochi passi dall’ufficio berlinese del Guardian, è la mensa della Berliner Ensemble, il teatro fondato dal drammaturgo Bertolt Brecht nel 1949.

Alla “Kantine” ho incontrato non solo il cane del drammaturgo ungherese George Tabori, alla ricerca di scarti abbandonati nel giardino esterno, ma anche il possente Klaus Maria Brandauer, avvistato mentre gustava un bicchiere di vino rosso seduto al tavolo di legno all’angolo, quello riservato esclusivamente agli attori. […] Una volta trovata la mensa giusta, tenderete a restarle fedeli. Ma le visite alle Kantine possono significare anche affrontare un percorso tra corridoi di uffici, cortili sul retro, seminterrati, posti che sono spesso male indicati e raramente pubblicizzati. […]”

Bartosz Wielinski, Gazeta Wyborcza

“Già negli anni ’30 si poteva andare dall’Alta Slesia a Berlino in treno in meno di cinque ore. 65 anni dopo, però, per viaggiare tra la capitale tedesca e Katowice, nel sud della Polonia, ci volevano otto ore. Perché? Il disastroso stato dei binari – su entrambi i lati della Nysa.

Sorprendentemente, il polacchi si sono messi al lavoro e hanno riparato la loro sezione. La Germania non lo ha fatto perché la compagnia ferroviaria, Deutsche Bahn, ha ritenuto non valesse la pena investire sul settore orientale della sua rete ferroviaria. Oggi non ci sono più treni tra Katowice e Berlino. Bisogna prendere un autobus”.

Alessandro Alviani, La Stampa

A Berlino ho imparato che ciò che conta non è finire un nuovo aeroporto in tempo, ma come riutilizzi lo scalo che hai già chiuso: date un’occhiata a come la creatività dei berlinesi si sia riversata nella vasta area dell’ex aeroporto di Tempelhof e lo capirete.

A Berlino ho imparato il valore del contrasto – cioè, come talvolta progetti assai differenti, idee ed esperimenti possano coesistere nella stessa zona, nella stessa via, nello stesso angolo. A Neukölln potete salire sul tetto di un centro commerciale e trovarvi al Klunkerkranich, un bar con un alveare e piante di salvia e lamponi, insieme ad una vista infinita della città. A Kreuzberg potete uscire dal Betahaus, uno spazio di co-working dove i sogni delle startup nascono, crescono e talvolta muoiono, ed entrare nel Prinzessinnengarten, un romantico spazio urbano a pochi passi da una trafficata rotonda, e pranzare tra bietole e pomodori – che, se volete, potete raccogliere con le vostre mani, pagarli e portarveli a casa.

A Berlino ho imparato che si può essere orgogliosi delle proprie tradizioni culinarie e allo stesso tempo ignorarle: la Germania ha una varietà impressionante di pani e panini, ma cercare di trovare una vera panetteria in questa città è un po’ un’impresa, visto che molti preferiscono recarsi ad una di quelle catene dai prezzi bassi e dalla qualità ancora peggiore.

A Berlino ho imparato che posso entrare in un locale con i pantaloni della tuta – e che questo non interessa a nessuno, perché non sei giudicato in base a come ti vesti.

A Berlino ho imparato che spesso esiste un mezzo di trasporto più efficiente della macchina o della metropolitana: la bici.

5 COMMENTS

  1. “un coltello a doppia lama,a volte solo lama.puó tenderti delle trappole,ma se sei tu ,te stesso,saprai come difenderti.
    Berlino,(ri)nata nel 1989,puó essere paragonata ad un baldo giovane in carriera….raccoglie esperienza”

  2. mi permetto di dissentire sui pantaloni della tuta… in base al locale ci puo’ essere una selezione e anche molto stretta

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