EMME…WIE MUTTER IN BERLIN – Bilancio al giro di boa delle tre settimane di una Neuberlinerin

I Diari di BE

Bilancio al giro di boa delle tre settimane: malinconia praticamente quasi inesistente. Il divano non è poi così piccolo. L’armadio continua a sembrare piccolo… Forse perché lo è!
La cucina non ha un posto per spianare la pasta per pizza e la cosa fa girare le balle!
Comprato teglia per fare torta (segno di buonumore).
Abbiamo iniziato a chiamare questo posto CASA; se c’è casino o disordine non ci sono modi di nasconderlo, si vede subito!
Ognuno è “obbligato” a collaborare attivamente e tutto si fa con molta allegria.

Angoli di casa che prendono vita!

Abbiamo iniziato a scandire le nostre giornate con dei piccoli rituali che iniziano ad essere familiari e la cosa ci piace molto.
Martedì mattina al Mercato Turco a far la spesa di verdura, frutta e leccornie turche.
Torniamo a casa carichi per tutta la settimana, la cucina profuma di spezie e fa venire voglia di sperimentare nuove ricette.
Si trovano pure le verdure verdi tipo le bietole!
Abbiamo scoperto e nominato un “nostro bar” dove fanno il caffellatte come piace a noi, solo che ci mettono una montagna di schiuma (sembra quasi che credano che piú schiuma c’è e piú è buono!)
Però il rituale del caffellatte si fa la sera verso le 18 ora in cui QUI A BERLINO in questo periodo cade giù il diluvio universale.
Ancora non si sa bene come riempire il tempo quando piove; allora io e le bimbe ci mettiamo sedute al tavolino del bar e ci godiamo la divertente “fauna” berlinese (meglio che stare al cinema!) mentre piove a dirotto.
Li guardiamo ed è come se la pioggia non li sfiorasse minimamente: attrezzatissimi con le loro biciclette e le borse impermeabili. I bimbi, incellophanati dentro speciali “rimorchietti” fatti apposta per loro, vengono scarrozzati da genitori distesi come se avessero tutta la vita davanti.
Da noi scene così “rilassate” forse puoi vederle nei giorni di festa oppure dopo una seduta di meditazione!
Questi crucchi sono proprio divertenti, ti stupiscono perché non si danno per vinti sono campioni di sopravvivenza nel mal tempo…
E noi stiamo cercando di imitarli un po’, ma ancora goffamente!
Abbiamo comprato il Croozer, cioè una specie di catafalco in cui mettere dentro i bimbi. Il fighissimo (nonché costosissimo aggeggio) può essere utilizzato sia come “passegginone” che come rimorchio da attaccare alla bici (qui un sito olandese dove si può acquistare ad un prezzo conveniente. Consegna in due giorni lavorativi).

Il fantastico catafalco tanto atteso!

Inutile dire che per i bimbi è una festa! Si godono il diluvio da dentro questa speciale macchinina che all’interno è confortevole e calda! La piccola di casa ha accolto la cosa con urla di gioia e l’abbiamo montato seduta stante! Per la gioia di noi madri ha anche un “cofano” per metterci la spesa!

Ovviamente noi abbiamo acquistato la versione doppia perché a breve arriverà “la terza”. Talmente a breve che siamo andati a visitare la clinica – in  cui dovrei/vorrei far nascere la bimba – previa telefonata.

Arrivata li mi trovo davanti una sala enorme gremita di pance con relativo accompagnatore e futuro papà (con mano poggiata sulla pancia della mamma).
Lì ho avuto il mio scontro frontale con una vera e propria conferenza in tedesco!
I relatori erano un medico e una hebamme (ostetrica). Inutile dire che mi sono pipata 1ora e mezza di presentazione della magnifica clinica.
Mentre il resto del pubblico rideva per le battute (presumo) simpatiche del medico, io restavo impassibile e ho pensato di iscrivermi ancor con piú velocità ad un corso di lingua tedesca (lingua che ho sempre amato).
Comunque grazie alla mie esperienza della gestualità del corpo e della varietà umana, scrutando il medico relatore e l’ostetrica ne ho dedotto che sono gente che ama fare il proprio lavoro. Questo trapelava dai loro occhi e dal loro tono di voce rassicurante e amabile.
Le altre parole facilmente traducibili sono state: omeopatia, agopuntura, parto naturale, bonding, aroma terapia, scelta del menu (!).
SI!!! Avete capito bene: SCELTA DEL MENU.

Una cosa divertente è che al momento dell’inizio delle doglie (1) si chiama il 112, cioè i pompieri! Sono loro che ti accompagnano in ospedale, spero non con le sirene accese!
All’accurata conferenza è seguita la visita delle sale travaglio e delle camera per la degenza, arredate in modo semplice, senza luci aggressive o arredamenti freddi in metallo, bensì con colori tenui, vasca idromassaggio e vari altri attrezzi sconosciuti agli ospedali in Italia.

Ciliegina sulla torta: camera da letto matrimoniale (2) per mamma e papà dopo che nasce il bebè (il papà che fa parte della famiglia resta a dormire con la mamma in ospedale!)

Insomma, l’approccio è totalmente diverso e io ho trovato la mia dimensione.
Quindi da qui a qualche settimana farò quello che qui si chiama “Anmeldung” (iscrizione) cioé un colloquio accurato in cui ci si prenota per la data del parto.
Insomma… sono maestri di organizzazione e affidabilità.
E questo per ora mi basta. (Le cose negative dopo il sesto mese di permanenza!)

Scusate se taglio corto, ma sono molto presa da mille piccole cose da sbrigare prima del lieto evento.
Qui in casa ci sono vari “inserimenti” da fare ognuno diverso per ciascuno.
Figlia  adolescente che deve fare nuove amicizie per iniziare a muoversi  per la città in autonomia.
Figlia piccoletta che ha bisogno di mamma SEMPRE!
Figlietta che deve nascere e non ha quasi niente pronto!

Libri ” parcheggiati” in attesa di….

Un’altra nota positiva è che qui si sta già creando una piccola rete di conoscenze che sono passate da VIRTUALI a REALI. Ho scoperto, con mio grande entusiasmo, che alcune di queste persone sono veramente interessanti al di la della pura necessità di fare amicizia per la “disperazione” di sentirsi soli.
Con alcune di loro si sta creando una rete di aiuto o “mutuo soccorso”, cosa che io ho sempre praticato a Cagliari e che trovo interessante dal punto di vista umano.
Il fulcro, l’anello che ci lega, sono sempre i figli e qui pare che la gente non faccia altro che amarsi perché è pieno di pance e bimbi ovunque: lo trovo segno di buona salute!

L’albero (soprannominato) METEO, quando si muove molto molto sta per venire giu’ il diluvio!

Evviva Cruccolandia anche se piove a Luglio!
Evviva Berlino dove la gente si veste come gli pare senza un minimo di abbinamento di colori… E tu te ne freghi e li imiti!

Qualche nota in calce di eMMe (Neuberlinerin da un po’ piú tempo con, all’attivo, due bambini ivi partoriti):

(1) Si può chiamare il 112 quando il momento del parto è prematuro. In questo caso, per la sicurezza della mamma e del nascituro, è opportuno raggiungere l’ospedale nel piú bereve tempo possibile. Dopo il compimento della 34a settimana di gestazione il servizio non è piú rimborsato dalla Krankenkasse (assicurazione) a meno che non ci siano cause accessorie che giustifichino l’impiego di un’ambulanza.

(2) Le Familienzimmer (Camere familiari) sono un servizio offerto da alcuni ospedali e in numero limitato. Tale servizio è a pagamento e dipende dalla disponibilità al momento del ricovero; le tariffe variano da ospedale ad ospedale, ma hanno un costo relativamente contenuto che include la pensione completa per il familiare accompagnatore.

di Be Niang

Il blog ufficiale di Martina Altieri

2 COMMENTS

  1. Tutta la vita familienzimmer!!!
    Io ne ho avuta una dopo il parto, era un finesettimana di ponte, avevamo letto matrimoniale con materassi reclinabili e schermo ultrapiatto a cui si poteva attaccare una usb stick. Ci siamo guardati tutta la serie flight of the conchords con l’animaletto in mezzo. Ogni tanto ci venivano a chiedere cosa volevamo da mangiare e da bere. Per me è stato tutto pagato dalla TK, lui ha dovuto pagare se non sbaglio venti euro per notte. È stata una vacanza, considerando che la clinica era immersa nel verde!

  2. eh sí, mi sarebbe piaciuto provare questa ebrezza … ma al primo parto ero al Charité e non mi risulta che lì ci siamo Familienzimmer. Comunque ero piuttosto sprovveduta al primo giro e non sapevo nemmeno che esistessero. Ottima assistenza e splendido parto, niente da dire, ma non certo romantico come avrebbe potuto essere con un po’ di autodeterminazione in piú.
    Al secondo round ero piú scafata e ho fatto l´anmeldung ad Havel Höhe (Laura, non è che hai partorito li?), la mitica clinica antroposofica in mezzo ai boschi. La Familienzimmer non avrei potuto prenderla perché a ‘sto punto c’era il primogenito di mezzo, però vuoi mettere la differenza con altre cliniche?
    Già mi pregustavo il momento e invece un altro po’ e partorivo nelle scale di casa. L’alternativa che mi si poneva era correre di volata all’ ospedale piú vicino, oppure partorire sul sedile di dietro di un Taxi. Mio figlio avrebbe visto la luce tra le bestemmie di un autista per avergli maciullato i sedili di dietro con il miracolo della nascita. Ho optato per la prima: il mio secondogenito è nato in 25 minuti all’Ospedale di Neukölln e dopo tre ore ero già di ritorno a casa.
    Insomma la Familienzimmer è rimasta un miraggio .. Se qualcuno di voi sta pensando: ‘Beh, magari al terzo giro..’ io rispondo prontamente: ‘Col cavolo belli, per quanto mi riguarda, ho già dato!’.
    Però, Laura, che figata ‘sta Familienzimmer eh?
    Un saluto a te, o fortunata (e beninformata), all’animaletto e al suo papà,!
    eMMe

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