Vegetablove, frutta e verdura ci spiegano l’amore

Nicholas Bertini e Michela Grisi © il Mitte
© il Mitte

Sarà il gigantesco edificio dell’ambasciata d’Olanda che osserva immobile il passaggio delle automobili, sarà il sole che riscalda Berlino in questo pomeriggio di giugno, o la Sprea che scorre placida a pochi passi, ma il palazzo della Direktorenhaus sembra un luogo ideale per fare arte. É qui che quest’anno i curatori Pascal Johanssen e Katja Kleiss hanno deciso di organizzare il primo Taste Festival di Berlino, manifestazione che vuole essere un punto d’incontro tra il design e il cibo. I partecipanti sono vari e vengono da tutto il mondo: dalla cuoca giapponese avanguradista Ayako Suwa, all’azienda italiana Alessi con la sua mostra “Wasistdas?”.

Durante la manifestazione, conclusasi domenica, i giovani designer italiani Michela Grisi e Nicholas Bertini hanno esposto, per la prima volta nella capitale tedesca, il loro progetto Vegetablove – The truth in the kitchen”, tavole grafiche in cui frutta e verdura si “animano” e danno vita a dei brevi, brevissimi racconti. Quasi degli haiku gastronomici. Entrambi sono «visual designer che amano sporcarsi le mani», con la passione per gli aggeggi analogici, il sapere e il sapore artigianale.

«Non siamo dei nostalgici», spiegano, «tuttavia siamo convinti che esplorare i vari mondi dell’illustrazione/ grafica/fotografia, significhi cercare di mettersi il più possibile a contatto con la tecnica e la materia. È stata proprio questa visione comune a portarci a collaborare pur venendo da percorsi differenti». Nicholas infatti viene dal mondo dei roller, delle fanzine di fotografia e dal rifiuto per l’Accademia. Michela invece dal Design della Comunicazione al Politecnico di Milano ma è stata proprio l’Accademia di Belas Artes a Lisbona ad incentivare il gusto per la sperimentazione libera ed in particolare l’incisione.

Nicholas Bertini e Michela Grisi © il Mitte

Da dove nasce l’idea di Vegetablove e come avete escogitato di applicare l’arte al cibo?
Vegetablove nasce all’interno di una serie di sperimentazioni grafiche utilizzando la tecnica ad impressione. Il nostro percorso è stato quello di tagliare a metà i vegetali, dipingere il lato tagliato e ricavarne uno stampo. Il lavoro si sarebbe fermato lì, se solo non avessimo provato a stampare la cipolla. Ci sono subito venute le lacrime agli occhi e abbiamo intuito “il carattere” dei vegetali, il tema delle relazioni impossibili e abbiamo preso il via. Ci piace definire questo progetto un esperimento visivo, uno studio sulle casistiche sentimentali tra ortaggi, frutta e altre cose verdi. Una minestra grafica, una macedonia sentimentale.

Perché la scelta di usare frutta e verdura e non altri alimenti?
Le forme della frutta e della verdura sono molto riconoscibili, oltre ad essere versatili e facili da tagliare/stampare. Questa loro caratteristica “tecnica” ci ha facilitato nel creare i nostri personaggi, a studiarli a fondo e capire il sentimento che volevano esprimere. Ma non finisce qui, i nostri studi stanno continuando e prevedono l’uso di altri alimenti, ma non possiamo svelare quali.

C’è una forte componente “spiritosa” nelle tavole di Vegetablove, da dove nasce?
La ricetta segreta è: vegetali + amore. Sotto sotto, ogni persona si riconosce nei nostri personaggi o nelle situazioni sentimentali che decidiamo di esprimere. In questo, la semplicità con cui disegnamo i nostri protagonisti, rende il messaggio molto schietto e immediato.

© il Mitte

Come siete venuti a conoscenza del Taste Festival?
Nel momento in cui il nostro progetto ha preso vita, abbiamo cominciato a documentarci sui vari eventi/festival presenti in Italia e all’estero. Tra questi il nome Illustrative.de, non ci era nuovo, ma quando abbiamo scoperto l’esistenza di un Taste Festival a Berlino, ci è sembrato giusto contattarli subito. La collaborazione è scattata già dalle prime telefonate, l’organizzazione del Taste, seppure nel pieno dei preparativi, è stata felice di invitarci a partecipare.

Il festival è alla prima edizione qui a Berlino. Avete conosciuto altri artisti? Che ne pensate?
Durante la nostra permanenza al festival, abbiamo conosciuto diverse persone che come noi, hanno portato il loro lavoro o la loro esperienza al Taste. La varietà delle proposte ha reso il festival molto interessante, una bella esperienza che comincia dal cibo e finisce nelle molteplici dimensioni del design.

Cosa pensate della città in generale? A Berlino si trasferiscono sempre più italiani, secondo voi perché?
Berlino è una città che ci piace molto, l’aria che si respira è quella di una cittadina stimolante e aperta ad ogni tipo di influenza. A Berlino si finisce sempre per fare incontri interessanti. Senz’altro questa città è un punto cardine d’Europa e del mondo, non sappiamo dirti come mai tanti italiani scelgono Berlino, ma è un luogo che traspira attualità e libertà, due cose che ultimamente non si trovano a convivere insieme.