Il JazzFest, al suono di musica sax: torna per la 50ª edizione

Silke Eberhard [© Manuel Miethe]
Silke Eberhard [© Manuel Miethe]
di Sara Lazzari

Il Jazz mette in scena la vita. Il Blues narra la storia degli ostacoli quotidiani, e se ci pensi un attimo, ti renderai conto che entrambi prendono la porzione di realtà più dura e la mettono in musica, soltanto per venirne fuori con una sensazione di rinnovata speranza o di trionfo. Questa è musica trionfale”.

Con queste parole, nel settembre del 1964, Martin Luther King inaugurava a Berlino la primissima edizione del Jazzfest. L’occasione era la stessa di oggi, la celebrazione della musica jazz come musica potente, liberatoria, universale; ma il palcoscenico era un altro, Berlino era in due metà e il Muro rifrangeva quei suoni amplificandone il messaggio.

Ai tempi il festival non era che una parentesi occasionale all’interno della Berliner Festwochen, ma grazie all’impegno del suo fondatore e primo direttore, Joachim-Ernst Berendt, diventò ben presto un appuntamento fisso dell’autunno berlinese. Sul palco si sono alternati giganti del jazz americano come Miles Davis, Herbie Hancock, Ornette Coleman e Charles Mingus, ma anche, a partire dagli anni ’80, notissimi interpreti della world music come Miriam Makeba e Abdullah Ibrahim. Le storia del Jazzfest si sviluppa lungo le tappe di un progressivo processo di apertura e di affrancamento dalle ristrette categorie di genere, incorporando nel suo cartellone Funk, Hip Hop, Bossa Nova, Ska, Folk, Punk e Metal.

Il Jazzfest arriva oggi a celebrare il suo cinquantesimo anniversario (30 ottobre – 2 novembre 2014) con un programma che vuole situarsi all’intersezione tra uno sguardo lungo sul cammino compiuto e un ammiccare alle più recenti evoluzioni; e il tema di quest’edizione 2014, “libertà tra tradizione e Avantgarde”, non poteva essere un passepartout storico e musicale più appropriato.


webserie

Leggi anche:
Musica di strada: una mostra gratuita celebra gli italiani a Prenzlauer Berg

Nel solco della tradizione si inserisce l’esibizione di Benny Golson, sassofonista e compositore, pioniere dell’Hard Bop, che nonostante i suoi 85 anni, salirà due volte sul palco: con il suo Quartetto all’Haus der Berliner Festspiele (31.10), e accompagnato dall’organista Jasper van’t Hof nella Kaiser-Wilhelm Gedächtnis Kirche (01.10).

Due serate saranno dedicate al celebre compositore Eric Dolphy, morto a Berlino nel 1964 all’età di 36 anni: la sassofonista tedesca Silke Eberhard dirige il gruppo dei Potsa Lotsa nell’esecuzione di Love Suite -uno degli ultimi pezzi a cui lavorò Dolphy, rimasto incompiuto- (01.11); i pianisti Aki Takase e Alexander von Schlippenbach ricorderanno l’artista con Celebrating Eric Dolphy (31.10).

Leggende del jazz liberamente reinterpretate e rivisitate: il pianista Jason Moran presenterà in anteprima europea il suo progetto Fats Waller Dance Party (02.11), mentre il pordenonese Francesco Bearzatti e il suo Tinissima quartet presentano una rilettura rock di una delle icone più idiosincratiche della storia del jazz, Thelonious Monk, con Monk’n Roll (30.10).

WDR Big Band [© Ines Kaiser], musica
WDR Big Band [© Ines Kaiser]

Tra gli eventi collegati al tema della Libertà, spicca naturalmente la Caduta del Muro; a celebrazione del suo 25esimo anniversario viene riproposta “Die Engel-quattro opere brevi” scritta da Jochen Berg e musicata da Ulrich Gumpert, messa in scena nella Berlino Est a ridosso del 1989 -in un clima che non ne favorì il successo- e mai più da allora (01.11). La WDR Big Band di Kölln presenta, assieme al cantante Kurt Elling, un programma arrangiato per l’occasione, dal titolo Freedom Songs (01.10).

Si preannuncia interessante la premiére del festival, che vede in scena, sul palco principale all’Haus der Berliner Festspiele, Tribute to MLK Berlin ’64, composto dal poli-strumentista e compositore newyorchese Elliott Sharp (30.10). Sharp è una delle figure più poliedriche e complesse del jazz contemporaneo, ha all’attivo oltre sessanta dischi che spaziano dal blues e la musica orchestrale al noise e la techno; è stato uno dei primi ad applicare teoria del caos, teoremi di geometria frattale e metafore genetiche all’improvvisazione e all’arrangiamento musicale. L’opera che presenta a Berlino si riallaccia alla visita di King a Berlino, e si focalizza sul messaggio del movimento per i diritti civili e sulla sua validità senza tempo.

Il programma si articola variamente, con numerose proposte di rilievo: il rapper-sassofonista inglese Soweto Kinch, col suo ultimo progetto The Legend of Mike Smith mescola hip hop, elettronica e jazz (31.10); il Trio Feral, che contamina ritmi tribali, frequenze di basso e libere improvvisazioni sonore (31.10); o ancora gli scozzesi Free Nelson Mandoomjazz, in equilibrio tra Heavy metal e Free jazz (30.10).

E questo era solo un assaggio. Per approfondire su orari, biglietti, location e manifestazioni collaterali, consiglio una visita al sito ufficiale.