Grande Progetto Pompei: è stato un successo l’evento ospitato dall’Ambasciata d’Italia a Berlino

Pompei
© Ana Maria Valdivia

di Alessia Del Vigo

Nella cornice degli eventi e iniziative organizzate dall’Ambasciata italiana, martedì 9 ottobre ha avuto luogo una conferenza tenuta dal Professor Massimo Osanna, direttore generale del Parco archeologico di Pompei.
La presentazione, condotta con grandissima passione e di fronte a una platea di 300 persone, si è concentrata su due punti salienti relativi al sito archeologico: la storia degli scavi e il Grande Progetto Pompei, avviato nel 2012.
Pompei è stata scoperta, o forse occorrerebbe dire “ri-scoperta”, nel 1748, e da allora si è continuato a scavare, seppur con metodi e piani diversi e non sempre adatti ad offrire una visione di insieme di quella che già nel 79 d.C. era una grande civiltà.

© Ana Maria Valdivia

Ciò che spesso ci si dimentica, di Pompei, è che era un luogo di scambio e di vita sin dal VII sec a.C. e che anche questo andrebbe mostrato nel percorso archeologico destinato ai visitatori. Un altro aspetto che spesso viene criticato è poi il fatto che soprattutto negli ultimi anni si scavi più che nei decenni precedenti, pensando, a torto, che a rimetterci sia il restauro delle Domus e degli oggetti ritrovati.
Il Professor Osanna ha confutato con grande competenza questo punto e si è illuminato, coinvolgendo anche gli astanti in quella che è la grande passione che nutre per il suo lavoro, mostrando in sala un piccolo videoclip sugli ultimi interventi e spiegando che per salvaguardare Pompei, nonché renderla ancora più bella e possibilmente ancora più accessibile, occorre proprio scavare.

© Ana Maria Valdivia

Le ragioni sono molteplici, in primis il metodo poco ortodosso con il quale sono stati scavati i primi cunicoli nel XVIII secolo, in secondo luogo per la natura e l’età del sito. Un sito come Pompei va infatti continuamente curato per rendere il percorso il più possibile agibile, per evitare che ci siano crolli e per mettere in luce ciò che già si conosce e ciò che, mano a mano, viene restaurato.

Quali scopi si prefigge, dunque il Grande Progetto Pompei?

Il progetto è partito nel 2012, grazie a fondi europei erogati fino al 2020, e ha reclutato più personale al fine di disporre di squadre di lavoro il più possibile interdisciplinari, soprattutto grazie all’ingresso di numerosi architetti e ingegneri con il compito di occuparsi della messa in sicurezza del percorso. Il progetto ha inaugurato anche “Pompei per tutti“, che ha reso accessibile, anche a chi si muove su sedia a rotelle, buona parte di quella che possiamo definire una straordinaria mostra a cielo aperto.

© Ana Maria Valdivia

Durante l’esecuzione del progetto sono state riaperte ben 37 domus e la Schola Armaturarum, che nel 2010 giaceva trascurata e che negli ultimi tre anni è stata resa nuovamente accessibile. Tra i risultati che sanciscono inoltre il successo del Grande Progetto Pompei c’è senza dubbio l’aumento dei visitatori, che solo nel 2017 sono stati ben 3.000.000.
Inutile aggiungere che, ascoltando il professor Osanna, viene subito voglia di visitare Pompei, sito UNESCO tra i più famosi al mondo.