La Germania intende proteggere i lavoratori dalla trasformazione digitale

germania trasformazione digitale

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di Simone Catania, redattore news.srl

Lunedì 3 settembre a Meseberg, a nord di Berlino, si sono dati appuntamento alcuni membri del Governo con i massimi esponenti di imprese e sindacati in occasione del IX Zukunftsgespräch, incontro volto a discutere le condizioni di lavoro in Germania. La cancelliera federale Angela Merkel (CDU) si è espressa in relazione ai cambiamenti portati dalla digitalizzazione nel mercato del lavoro. In particolare la cancelliera ha affermato di voler rendere “socialmente accettabili” i processi di digitalizzazione in corso, collaborando a stretto contatto con industria e sindacati, i quali si mostrano ampiamente d’accordo.

Salvaguardare la qualità delle condizioni dei lavoratori

Il digitale sta cambiando radicalmente il modo di fare business e di rapportarsi con aziende e clienti e “lo Stato deve creare dei margini di controllo” – sono queste le parole della Merkel. Parole piuttosto chiare: la digitalizzazione in Germania non deve essere causa di un peggioramento delle condizioni di lavoro e di precariato. Nel corso del suo discorso, la cancelliera ha citato ad esempio il crowdworking e l’economia delle piattaforme. Se da un lato l’esternalizzazione di attività lavorative tramite internet a terzi apporta un valore aggiunto alle aziende, dall’altro non deve essere motivo di condizioni di lavoro precarie per i lavoratori.

No alla perdita di posti di lavoro a causa della digitalizzazione

Anche il vice-cancelliere Olaf Scholz (SPD) si è espresso a favore di controlli e di una regolamentazione a livello statale nel processo di digitalizzazione del mercato del lavoro. In occasione dell’incontro a Meseberg ha dichiarato: “Dobbiamo superare la mistificazione della tecnologia come pretesto per ridurre i diritti sociali”. Della stessa opinione è il leader della DGB (Confederazione dei sindacati tedeschi), il quale non vede nella digitalizzazione una massiccia perdita di posti di lavoro, quanto piuttosto una trasformazione atta a creare nuove figure professionali. In poche parole, la Germania non intende mettere in discussione la sicurezza dei posti di lavoro con l’avanzare della trasformazione tecno-digitale.

Il cambiamento passa dalla formazione

È il presidente della Federazione delle industrie tedesche (BDI) Dieter Kempf a introdurre l’argomento della formazione nel cambiamento digitale, definendola come elemento centrale per ogni lavoratore di ogni fascia d’età. Il cambiamento digitale ci spingerà “a dover lasciare la nostra comfort zone”, ha avvertito Kempf. La Germania ha dimostrato di essere in grado di dare risposte politiche ai significativi problemi legati alla digitalizzazione. La coalizione si è trovata d’accordo nella realizzazione di un piano di strategia nazionale dedicato alla formazione. A settembre è attesa una legge che consentirà a un maggior numero di persone di accedere a corsi di perfezionamento professionale grazie al sostegno della Bundesagentur für Arbeit. L’obiettivo è quello di fornire le conoscenze necessarie affinché i lavoratori siano pronti a rispondere alle nuove competenze richieste dalle aziende di oggi.

La nascita del Digitalrat

Dopo la creazione di una figura che si occupi di coordinare le questioni relative alla digitalizzazione, con Dorothee Bär, eletta ministro federale per il digitale il 5 marzo scorso, nel mese di agosto il governo federale tedesco ha installato il Digitalrat, un Consiglio composto da dieci membri che sosterrà il governo nell’attuazione di progetti digitali e tecnologici. Fanno parte del Rat ricercatori, scienziati, imprenditori e startupper che si riuniranno con la Cancelliera e altri membri del governo almeno due volte l’anno, per avvicinare la politica ai cambiamenti tecno-digitali nel mondo dell’istruzione, dell’economia, dell’amministrazione e naturalmente del mercato del lavoro.