Intervista a Sarah Wollberg, redattrice del web magazine del Goethe-Institut di Roma

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@ foto di Sarah Wollberg. Sarah Wollberg di fronte alla Worldwide Wall, un progetto nato dall'idea di un collettivo di artisti romani con lo scopo di unire in un'unica grande opera stili differenti di più di 200 artisti della poster art mondiale.

Dopo il successo della rubrica “Finestra su Berlino”, che il Mitte ha tenuto in partnership con il prestigioso Goethe-Institut di Roma, abbiamo fatto una chiacchierata con Sarah Wollberg, redattrice del web magazine per il prestigioso istituto. Abbiamo discusso di Roma, di Berlino, e dei tanti punti di contatto fra Italia e Germania, che spesso si somigliano più di quanto non crediamo.


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Ciao Sarah, iniziamo da te! Quando ci siamo conosciute mi ha colpito moltissimo il fatto che tu sia una tedesca che ha preferito l’Italia alla Germania e Roma a Berlino, tant’è che ti sei trasferita lì. Cosa ti ha spinta?

Mi piace andare controtendenza. In Germania e a Berlino forse mi è sembrato tutto troppo facile, tutto troppo possibile. Erano mondi che conoscevo già. Avevo voglia di cambiare, di vedere altro e di affrontare nuove sfide. Riuscire, nonostante tutto. Ritrovarsi in un posto sconosciuto, e magari stare anche meglio.
A Roma mi piace la semplicità nell’incontrare le persone, la capacità di fare rete, la creatività e la competenza nel creare tanto dove spesso si dice sia impossibile farlo. E invece non lo è! Amo andare a esplorare senza mai finire di scoprire cose, storie, persone. C’è molta disponibilità e secondo me anche molta libertà (che deriva dal fatto che non è tutto regolamentato in senso molto stretto).
Poi c’è tutto quello che può nascere in quei momenti in cui sei costretto ad aspettare, perché qualcosa non funziona, non arriva, non va. Proprio quei momenti spesso sono pieni di sorprese e idee. Se l’autobus è sempre puntuale, nel frattempo non può capitarti mai niente.

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@ Foto di Sarah Wollberg

Sei la Redattrice Web del Goethe-Magazin, il web magazine del prestigioso Goethe-Institut in Italia. Per i pochi che ancora non lo conoscono, ci spieghi meglio in che cosa consiste il tuo lavoro?

Il Goethe-Institut in Italia ha un web magazine in cui ospita sia grandi progetti web sia singoli articoli sui temi della cultura, della società, dell’innovazione in Germania e in Italia. Abbiamo dei focus a lungo termine a seconda di quello che al momento muove la mente delle persone e dei nostri rispettivi Paesi. Che cosa succede in Germania che può essere interessante anche in Italia? E cosa si muove sullo stesso fronte in Italia che possiamo a nostra volta riflettere in Germania?
Il Goethe-Institut vede la cultura sempre in un’ottica di scambio. Facciamo parte della rete dei 150 Goethe-Institut nel mondo e della nostra regione, che è quella sud-occidentale Europea. Sviluppiamo progetti con temi più ampi, che possono collegare i punti di vista di più Paesi. Questo nel migliore dei casi ci permette di avere una prospettiva molto ampia e diversificata sulle attuali tematiche culturali e sociali.

Che atteggiamento medio hanno gli italiani, nei confronti della cultura tedesca? Da cosa sono maggiormente attratti?

Noi come Goethe-Institut incontriamo molto interesse, molta curiosità e apertura verso il nostro lavoro e allo stesso tempo molta accoglienza da parte di tutti i partner e visitatori verso la nostra presenza qui. Mi sembra che abbiamo da dare e da ricevere tanto da chi ci circonda e da chi abbiamo la fortuna di incontrare. Il bello è mettere insieme i punti di vista, le capacità e le idee e creare un network sempre più grande per tutte le tematiche più attuali del momento.

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@ Foto di Sarah Wollberg

Recentemente ho intervistato il presidente della Dante Alighieri Berlino, che ci ha detto che Italia e Germania sono unite come una coppia sposata da tanti anni. Sei d’accordo? E cosa possono darsi a vicenda queste due affascinanti culture?

Non lo so! Forse mi piace immaginarli più come due innamorati, di quelli che sono svegli 24 ore su 24 per esplorare ogni angolo l’uno dell’altro, curiosi e senza stancarsi mai. Oppure come una di quelle relazioni a distanza che si definiscono sempre e ancora attraverso una grande “Sehnsucht”. In realtà, guardando bene, si possono dare a vicenda tutto quello che uno è in grado di dare e ricevere e di fare un po’ suo, sia a livello personale che professionale, in piccolo e anche in grande.

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@ foto di Maria Grazia Mormando, poster di Pax Paloscia

Quali sono le iniziative che nel tuo ambito ti danno più soddisfazione?

Da un lato sono sicuramente i grandi progetti web che riescono a creare una rete molto ampia e delle sinergie entusiasmanti in città coinvolgendo tanti partner interessanti, perché stabiliscono relazioni positive nel tempo, da cui possono nascere sempre nuove idee. Entrando nella società, poi, con vari eventi correlati, nascono momenti di grande impatto creativo. Abbiamo lavorato su un progetto di nome “NoGo?” che andava a indagare e raccontare le periferie delle nostre città e che ci ha aperto nuove prospettive e permesso di entrare in contatto ravvicinato con molte persone. È molto bello operare attivamente nei tessuti della città.
Molto simile è il progetto “BottoMap Roma”, la mappa della creatività a Roma, che è andata a cercare giovani designer emergenti nei distretti creativi e che ha avuto la sua controparte nelle Università di Design a Berlino. Entrambi i progetti ci hanno permesso di creare una rete molto viva con la quale continuiamo a lavorare. Dall’altro lato ci sono i singoli articoli, che non sempre fanno parte di un progetto più ampio, ma che colgono un’attività del momento, inerente ad una collaborazione italo-tedesca, e riescono a raccontare molto spontaneamente quel che sta succedendo all’interno della scena culturale.
Poi ci sono le rubriche come “Finestra su Berlino”, molto proficue in collaborazione con le testate giornalistiche in Germania che ci permettono di non perdere il filo con quello che veramente succede sul posto.

Quali sono le prossime iniziative a cui state lavorando per la Redazione Web?

Quest’anno ci dedicheremo ai 10 Anni dalla Crisi e alle nuove forme di lavoro e di pensiero che si sono sviluppate in questo arco di tempo. Un altro focus sicuramente sarà posto su quello che continua a succedere alle nostre frontiere e di conseguenza all’interno delle nostre società. Ma non voglio rilevare troppo. Seguiteci!

C’è qualcosa che ti senti di aggiungere?

Non è tutto bianco e nero. Dovunque si possono trovare delle sfumature. Se uno ha il coraggio di intraprendere la sua strada, troverà sempre il suo punto da cui guardare il mondo. Per poi magari andare ancora oltre.

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