di Rosanna Sabella
Secondo un recente rapporto della polizia uso di alcol e criminalità sarebbero strettamente interconnesse e in particolare sarebbero dodici le zone a rischio, sul piano della sicurezza e dell’incolumità di cittadini e turisti a Berlino. A poco meno di un mese dalle elezioni federali per rinnovare il Parlamento tedesco, il Senato ha auspicato una maggiore trasparenza all’interno della coalizione di governo e relativamente alle misure da adottare.
Nella lista delle zone “incriminate”, contenute in un rapporto che i funzionari di sicurezza pubblicheranno nei prossimi giorni,compaiono prime in classifica Alexanderplatz, Görlitzer Park, Kottbusser Tor e la Rigaer Straße, dove gli episodi di aggressione e violenza hanno raggiunto una preoccupante escalation negli ultimi mesi.
Secondo Benjamin Jendro, portavoce dell’associazione di polizia di Berlino, le ragioni per cui si diventa delinquenti in un quartiere, piuttosto che in un altro, sono le più diverse.
Certo è che i protagonisti dei più efferati fatti di cronaca non sono quasi mai sobri. E che i livelli di tasso alcolemico, come pure la positività ai test anti-droga, confermerebbero la stretta relazione tra l’abuso di alcol e di sostanze illecite e gli atti criminali.
“In Alexa molteplici atti di violenza sono ricollegabili all’abuso di alcool, mentre a Kotti è la droga la causa principale dei reati contro la persona. In questo quadro, tornare al proibizionismo potrebbe rappresentare davvero la soluzione” ha dichiarato Jendro.
The Noble Experiment
L’esperimento, condotto a Cottbus a partire dal 1 giugno di quest’anno, con una più massiccia presenza di poliziotti, manifesti e divieti, avrebbe già fatto registrare una diminuzione degli episodi di violenza.
La stessa strategia, fa sapere il quotidiano Bild, è in fase di sperimentazione in altre città a rischio di spopolamento del centro storico a causa della paura da attacchi di matrice terroristica e non, come Duisburg e Herne nella NRW (Nord-Rhein Westfalien).
Ma questo accade anche Monaco di Baviera, dove i cittadini si sono espressi a favore del proibizionismo soprattutto nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana.
In un recente sondaggio condotto dal settimanale Berliner Woche, alla domanda “A suo avviso il proibizionismo potrebbe rappresentare un punto-chiave nella lotta alla criminalità?”, effettuato su un campione di 1046 tedeschi, ben l’87% si è dichiarato favorevole ad un “giro di vite” quanto meno sulle bevande alcoliche.
Questa tendenza rappresenterebbe una svolta decisiva nell’attuale contesto sociale. Basti pensare che la piaga dell’alcolismo (che spesso va di pari passo con quella della droga) miete sempre più vittime tra gli adolescenti, e in una fascia di età drammaticamente sempre più bassa.
Secondo Sabine Bätzing (SPD) del Drogenbeauftragten der Bundesregierung (Commissione Anti-Droga del Governo Federale), “è sempre più avvertita l’esigenza di responsabilizzare l’intera popolazione sui rischi del consumo di alcol e sostanze stupefacenti”
Dal canto suo il funzionario Benjamin Jendro ammette che la situazione della sicurezza nella capitale tedesca è resa ancor più precaria dalla carenza di personale nelle file della polizia.
“Un divieto sul fronte del consumo degli alcolici richiede che vengano effettuati continui controlli. E questo, all’attuale stato delle cose, purtroppo non siamo in grado di garantirlo” ha dichiarato.
E in generale, la domanda che resta sospesa è a monte: al di là degli indubbi problemi legati a questo tipo di dinamica e ai desideri espressi dai sondaggi, è il proibizionismo uno strumento davvero efficace?
FONTI:
Bild, Der Spiegel, Berliner Woche
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