Berlino: Ryanair si oppone alla chiusura di Tegel e addirittura chiede un nuovo aeroporto

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Photo by Aurelijus Valeiša©
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Photo by Aurelijus Valeiša©

Dopo la storia infinita dell’apertura del BER, il nuovo aeroporto dedicato a Willy Brandt che sembra non essere mai pronto ed è per questo oggetto di numerose battute ed esplicita ironia, Ryanair ha rilanciato esprimendo la necessità di aprire addirittura ancora un altro aeroporto.
Il capo della sezione marketing della compagnia, Kenny Jacobs, ha infatti dichiarato al Tagesspiegel che secondo i loro calcoli i passeggeri aumenteranno di circa 90 milioni di unità entro il 2050, praticamente parliamo del doppio del numero che transita attualmente attraverso i due aeroporti berlinesi di Tegel e di Schönefeld (almeno secondo una stima relativa all’anno scorso).

Il BER, che dovrebbe parzialmente sovrapporsi al criticatissimo aeroporto di Schönefeld, avrebbe dovuto essere inaugurato quest’anno, ma a quanto pare è arrivata l’ennesima proroga di un anno. L’apertura del nuovo aeroporto avrebbe dovuto inizialmente determinare anche l’automatica chiusura dell’aeroporto di Tegel, ma i residenti verranno invece chiamati a votare sulla possibilità di lasciarlo aperto. Il voro verrà espresso in concomitanza con le elezioni del 24 settembre.

La convinzione di Jacobs e quindi di Ryanair, tuttavia, è che neanche chi ha concepito il BER abbia seriamente calcolato l’incremento sempre crescente dei passeggeri in gioco. Questo anche considerando che i due aeroporti di Schönefeld e Tegel, insieme, ospitano un traffico aereo che già supera di circa sei milioni di persone la capacità iniziale del nuovo aeroporto.
Per questo, e in base alla previsione di Jacobs che entro il 2030 ci saranno più di 50 milioni di viaggiatori attraverso Berlino, anche il BER potrebbe risultare non sufficiente da solo e questa è la ragione per cui Ryanair invita i cittadini a votare per “salvare” l’aeroporto di Tegel.
Jacobs ha altresì invitato le istituzioni e il senato cittadino a ragionare, ricordando che Berlino è una capitale europea di importanza vitale e che non sarebbe accettabile privarla della sufficiente rete atta a garantire una perfetta gestione dei flussi del traffico aereo. “Non ragionate come nel secolo scorso“, ha esplicitamente dichiarato.

A queste considerazioni è stata aggiunto il rilievo che lasciando aperto l’aereoporto di Tegel, inoltre, si manterrebbero intatti i 12000 posti di lavoro che sono ad esso legati, direttamente o indirettamente. Due aeroporti in due diverse aree della città, inoltre, incrementerebbero le attività degli hotel, dei taxi e dei ristoranti, con un profitto di circa 3 milioni di euro all’anno.

Alle proteste di chi pensa che tenere aperto anche Tegel potrebbe causare troppo inquinamento acustico, Jacobs dicendo semplicemente “I berlinesi voteranno con le loro teste e non con le loro orecchie”.