Un documentario per raccontare l’Erasmus: “Un’esperienza di vita”

Erasmus 24-7

Ok, Skype conference Londra-Berlino. Pronti. In pieno spirito indie e autoprodotto, abbiamo deciso di farci anche l’intervista da soli.

ALESSANDRO: anche perché io è da quando sono piccolo che sogno di andare da Marzullo e che qualcuno mi dica “Si faccia una domanda e si risponda da solo”.

STEFANO: insomma ce la cantiamo e ce la suoniamo.

NICCOLO’: io infatti mi sono fatto il taglio di capelli alla Marzullo. Allora, ordine: una domanda a rotazione a testa. Inizia te Ale che sei lo stagista schiavo.

A: caro Stefano, tu che sei quello serio, raccontaci in breve cosa è Erasmus 24_7.

S: sarà il primo vero film documentario sull’Erasmus, che nella sua durata racconterà le 24 ore di 7 studenti provenienti da diverse parti d’Europa che vivono il loro Erasmus in 7 città diverse. Mixeremo le storie di questi ragazzi come se alla fine fosse un unico studente in un’unica giornata, alla presa con la sua quotidianità all’estero. Nel frattempo, visto che non abbiamo mai niente da fare, pubblichiamo trailer e backstage a gogo [uno, due e tre].

S: Ale, chi siamo e da dove veniamo, dove stiamo andando e quale è il senso della nostra vita?

A: grazie per la domanda filosofica. Oggi siamo in tre, ma siete partiti voi due, quasi un anno fa. Io mi sono aggregato solo dopo che avevate già fatto il difficile, lanciando dal nulla una campagna crowdfunding su indiegogo.com.

Da fan di ZERO dai tempi del viral “Dubbio made in Italy” non vedevo l’ora di collaborare con voi. Ho pensato di aiutarvi perchè sinceramente mi facevate un po’ pena, lì da soli in video a chiedere soldi a mezzo mondo. Insieme abbiamo portato avanti la promozione della campagna che si è conclusa con successo grazie a centinaia di supporter inaspettati da tutta Europa.

A quel punto abbiamo capito che manco in tre ce la facevamo, e abbiamo formato la squadra che oggi vede anche Benjamin Maier come direttore della fotografia e addetto ufficiale alla creazione di foto profilo, e Lorenzo Schirru al suono e ciuffo direzionale.

N: siccome nessuno mi considera e visto che ho sempre sognato di dirlo: mi faccio una domanda e mi rispondo da solo.

Domanda: Perché lo stiamo facendo? Risposta: Perché vogliamo raccontare un’esperienza di studio che, già da subito, si rivela essere molto di più: un’esperienza di vita, fatta di viaggi, incontri, scoperte, amicizie, storie d’amore, sfide, difficoltà, paure, sensazioni forti e contrastanti, culture diverse, sapori, luoghi, odori …

S: vabbè, una cosa fighissima insomma.

N: una cosa che, incredibilmente, nessuno ha mai raccontato in questo modo e che rischia addirittura di non esistere più perchè la comunità europea mette in dubbio i finanziamenti al programma Erasmus previsti per i prossimi anni. Siamo sempre stati interessati alla dimensione internazionale che ha assunto la nostra vita, perchè personalmente siamo parte di un esodo e perchè in generale abbiamo sempre percepito di essere europei e non soltanto italiani, e probabilmente siamo una delle prime generazioni che tocca in maniera cosciente l’esistenza di una comunità internazionale e il superamento dei confini.

A: a me capita a volte di sentirmi più Europeo che italiano. Credo che l’Erasmus sia stato un passaggio di vita essenziale in questo. Amici Francesi, Spagnoli, Tedeschi: I nostri nonni si sparavano in trincea, e oggi condividiamo appartamenti scadenti in giro per l’europa.

N: bravo Ale, dopo questa frase ad effetto ti meriti un biscottino e un caffè vai. Che a Londra lo fanno bono il cappuccino.

A: non c’è tempo, dobbiamo lavorare. Stefano, chi sono i 7 studenti e perché dovrebbe fregarci qualcosa di loro?

S: i ragazzi sono scelti tra i molti che si offrono per partecipare. L’idea è quella di scegliere qualcuno che rappresenti in qualche modo un contrasto. Una francese nella caotica Roma o un’italiana a Berlino. Abbiamo, tra i 7, una ragazza che a soli 19 anni ha già lasciato casa per vivere il suo Erasmus, e poi un ragazzo che dall’alto dei suoi 30 anni ci guiderà attraverso un’esperienza sicuramente più matura. Dai 18 ai 30 anni, da est a ovest, vogliamo abbracciare questa generazione e vivere 24 ore con loro.

A: Ma chi ce la pubblica quest’autointervista?

S: Il Mitte.

A: e cos’è il Mitte?

N: è il quotidiano on line degli italiani a Berlino.

A: ah ok. Eh scusate: qua a Londra non arriva il Mitte. Potrei fondare lo Shoreditch. Scherzi a parte. Qualcuno, a questo punto, dovrebbe spiegare che c’entra Berlino.

N: Berlino, oltre ad essere il quartier generale di ZERO è la prossima tappa del nostro viaggio attraverso l’Erasmus.

S: gireremo questa settimana e andremo a riprendere le ventiquattro ore di Rita Fabbri, la nostra diciannovenne ferrarese in Erasmus nella capitale tedesca.

N: chiudiamo con un in bocca al lupo?

A: ok. In bocca al lupo.

S: crepi. In bocca al lupo.

N: crepi. In bocca al lupo.

A: crepi! Ci si vede a Berlino.

S: ah, nell’era dei like, donatene uno alla pagina Facebook di Erasmus 24_7.

E date un’occhiata a Gerardity, il progetto di Alessandro.