Paolo Cirio, l’artista italiano che rende “eterno” Google Street View

© Street Ghosts/Paolo Cirio

di Valerio Bassan

Vi siete mai rivisti passeggiare in Google Street View? Avete mai esclamato “oh, guarda, eccomi, sono proprio io” mentre cercavate di scoprire se la Google car aveva monitorato anche la vostra abitazione? É qualcosa che, probabilmente, abbiamo fatto tutti. Curiosi da un lato di apparire online, timorosi dall’altro di essere stati fotografati a nostra insaputa, di essere diventati prigionieri ignari del panopticon costruito da Big G e reso fruibile a tutta la ragnatela di internet.

Google Street View ci immortala, ma nel senso ancestrale del termine: ci rende visivamente immortali (almeno fino al successivo aggiornamento grafico del software). Ed è proprio sull’esplorazione della dimensione eterna dell’attimo che si snoda il lavoro dello street artist italiano Paolo Cirio.

Trentatré anni, biografia fumosa, negli ultimi mesi Cirio ha lavorato ad un progetto chiamato “Street Ghosts”: a Berlino, New York e Londra, Cirio ha stampato delle fotografie a grandezza naturale di uomini e donne, così come appaiono su Google Street View, e le ha incollate sui muri nel punto esatto in cui l’obiettivo della Google car li ha ritratti, tempo fa.

© Street Ghosts/Paolo Cirio

Un modo per protestare contro la mercificazione dei dati sensibili delle persone «attuata da Google e da società simili»: «Come le immagini sono state scattate senza il permesso delle persone, io ora riutilizzo le foto senza l’autorizzazione di Google», spiega Cirio. «Esploro artisticamente i confini del possesso e della pubblicazione delle informazioni sulle nostre vite, che dovrebbero essere private ed invece vengono mostrate a tutti».

Cirio, sul suo sito internet, si definisce “subversive media artist”. Le sue opere, in effetti, hanno sempre un legame con il mondo dei media e della comunicazione, con un occhio particolare ai temi della sorveglianza e del controllo. Restando sempre al confine tra legalità e illegalità: nel 2011, Cirio ha sottratto le fotografie di un milione di utenti Facebook e le ha ripubblicate online, ordinandole a seconda dell’espressione facciale.

«Reputo l’arte un modo per catturare attenzione, informare criticamente, inventare utopie e provocare atti sovversivi, il tutto attraverso un forte impatto visuale ed emozionale», spiega Cirio. Nella sua carriera, l’artista ha esposto le proprie opere nelle gallerie di tutto il mondo: Stati Uniti d’America, Germania, Spagna, Brasile, Canada, Olanda, Norvegia, Serbia, e, ovviamente, Italia.

© Street Ghosts/Paolo Cirio

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