Studiare a Berlino e Potsdam: i suggerimenti e i consigli dei “veterani”

© Karl-Ludwig Poggemann / CC BY 2.0
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© Karl-Ludwig Poggemann / CC BY 2.0
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di Valerio Bassan
(twitter @valeriobassan)

 

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Freie, Humboldt, Technische e Potsdam Universität. Non c’è solo chi si trasferisce a Berlino per lavoro, per amore o per necessità. Molti degli italo-berliner insediatisi nella capitale tedesca in questi anni, infatti, prima che sulle panchine del Tiergarten o i prati del Görlitzer Park, si sono seduti sulle sedie delle aule delle tante università cittadine.

C’è chi è passato dal semestre sabbatico dell’Erasmus – Berlino e Potsdam sono, nel programma di scambio studentesco inter-europeo, tra le città più gettonate -, chi ha deciso di iscriversi direttamente ad un corso di laurea tedesco, sfidando rigide regole di accesso e aggredendo le barriere della lingua dalla porta principale e chi, invece, ha attraversato entrambe le esperienze, frequentando prima un Erasmus e iscrivendosi poi all’Università.

È il caso di Lorena Piccinni, che durante la triennale in mediazione linguistico-culturale a “La Sapienza” di Roma ha vissuto un anno in Germania, come studentessa dell’ateneo di Freiburg im Breisgau, nel Baden-Württemberg. L’amore per la Germania scocca subito al punto che, dopo la laurea, Lorena decide di iscriversi direttamente ad un ateneo tedesco. La scelta ricade sull’università di Potsdam, dove Lorena da aprile 2013 studia Fremdsprachenlinguistik, linguistica delle lingue straniere.

La differenza con l’Erasmus è subito evidente: “Prima era tutto molto più facile. Quando si inizia l’università come regolare studente diventa tutto un po’ più complicato… Voglio dire, non hai più diritto a ‘vantaggi’, sei come tutti gli altri e devi rimboccarti le maniche per essere al loro livello.”

Il perché me lo spiega Emanuela Barbiroglio, anche lei reduce da un periodo di studio nell’università di Potsdam: “In Erasmus è tutto talmente ben organizzato che non c’è bisogno di essere particolarmente coraggiosi. Si è in una botte di ferro: dalla ricerca dell’alloggio fino all’iscrizione ai corsi sportivi, tutto è agevolato per gli studenti stranieri che rientrano in un progetto di scambio. Si viene trattati come bambini, non si viene mai lasciati soli e in ogni passo si è accompagnati per mano.” 

Una pacchia che finisce, appunto, quando ci si pone al livello di tutti gli altri. La prima difficoltà è rappresentata dall’iscrizione e dalla dimostrazione del livello di conoscenza della lingua. Spiega Lorena: “Essendo stranieri, per avere la possibilità di immatricolazione bisogna avere il certificato DaF o DSH. Hai una laurea in lingue? Hai un C2 ma con un certificato dal nome diverso? Non importa. Devi avere uno di questi due certificati, altrimenti non entri.” 

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