Povera ma sexy: Sulle scale di Rio de Janeiro

Rio de Janeiro

nora cavaccini

di Nora Cavaccini*

Non molto tempo fa viveva qui un artista del quale si diceva che era un po’ matto. Vestiva sempre di rosso e aveva due baffi lunghi fino al mento.
Un giorno ebbe l’idea di costruire un piccolo mosaico sui gradini di una scala davanti la sua casa, utilizzando pezzi di piastrelle che lui stesso disegnava o che qualcuno gli aveva regalato. L’idea poi gli prese la mano e, come la goccia che scava la pietra ostinandosi sempre nello stesso punto, così fece lui con quel progetto.
Passarono i giorni, si moltiplicarono le piastrelle, e mentre i figli di Lapa e Santa Teresa crescevano e si facevano grandi, trascorsero in questo modo 20 anni, durante i quali l’artista, maiolica dopo maiolica, realizzò alla fine questa scala qui, che oggi è considerata il simbolo di Rio de Janeiro e che porta il suo nome: Selarón.
Morì lui stesso su quella scalinata, che mai aveva abbandonato, e alcuni dissero che si era dato fuoco, altri che lo avevano ammazzato.
Oggi i turisti ne salgono i gradini, evitando di farlo all’imbrunire, quando le ombre calano sul rosso adamantino e i pericoli si affacciano dalla favela.
Si fermano a fotografare ora questa, ora quella mattonella; disegni, motti, schizzi e quadri sono racchiusi in quei tasselli. E ce ne sono a centinaia.
Lì in basso, intanto, bivacca un uomo povero, con la gamba penzoloni e il corpo magro. Ha le dita dei piedi sporche e lo sguardo avvilito, come fosse orribile il vizio di vivere così.
Il sandalo martella contro una mattonella e se la guardi da vicino te ne accorgi: qualcuno la portò qui in dono, c’è sopra la porta di Brandeburgo e una semplice scritta, che ti accompagna verso il ritorno a casa: Berlin.

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* Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

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