Un ambasciatore per gli affetti: Mannozzi e gli “Incontri Berlinesi”

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Il Cav. Mannozzi, ultimo a destra, durante l’ultimo “Incontri Berlinesi”
di Alessandro Brogani
C’è chi sostiene che le vecchie e nuove generazioni d’italiani a Berlino poco siano compatibili fra di loro e che si evitino volentieri reciprocamente. Questo forse in alcuni casi è anche vero, ma si sa, come una rondine non fa primavera, così non si può fare di tutta l’erba un fascio.

Modello anzi contrario a tale adagio sono gli Incontri Berlinesi, organizzati da Massimo Mannozzi, Cavaliere della Repubblica tedesca, nonché storico ristoratore della capitale. Già perché il nostro connazionale, emigrato dalla sua Toscana in Germania tanto tempo fa, è aperto al confronto e a dare supporto alle nuove generazioni arrivate in tempi assai più recenti nella città del Muro.

Lo fa ormai da anni, organizzando diverse iniziative che mettono in comunicazione le eccellenze italiane, giovani e meno giovani, con un più che nutrito gruppo di personalità tedesche, tutte rigorosamente selezionate fra quante amano l’Italia. Nomi famosi nel corso degli anni hanno frequentato il suo locale “Bacco” sito a pochi passi dalla Ku’damm: da Helmut Kohl a Claudio Abbado, da Sofia Loren a Peter Schneider, da Demetrio Volcic a Markus Wolf, solo per citarne alcuni.

Anche quest’anno Incontri Berlinesi ha presentato ai concittadini della Cancelliera Merkel uno spaccato di coloro che fra i nostri connazionali portano alto il nome del Belpaese. L’occasione è stata data domenica 14 dicembre dalla presentazione di due libri di cui vi avevamo in passato già parlato: Auf Wiedersehen Italia, in fuga verso il futuro di Leopoldo Innocenti e Berlin liegt am Mittelmeer di Roberto Giardina.

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Per l’occasione, da abile maestro di cerimonie, Mannozzi ha introdotto ai presenti proprio due dei giovani protagonisti del primo libro: Silvia Foglia, originaria di un paesino in provincia di Brescia, capo manager in un’azienda di cloud working (ossia di offerta-lavoro tra aziende e professionisti, in Rete) e Carlo Loiudice, attore pugliese, di Altamura per la precisione, che si divide nelle sue performance tra Berlino e l’Italia, facendo anche qualche puntatina oltre oceano. Dunque due esperti giornalisti con un’onorata carriera nei loro curricula e due giovani esempi della capacità tutta italiana di portare entusiasmo e competenza anche all’estero, in una terra che ha dato loro un’opportunità purtroppo negata in Patria.

Non si ferma a quest’iniziativa la voglia di comunicare ai tedeschi il talento dei giovani italiani. Infatti è stato istituito un Premio Massimo Mannozzi, che quest’anno consisterà nella riproduzione in bronzo, fatta in scala, di un’opera dell’artista Giampaolo Talani, intitolata Partenza ed alta ben 3 metri e mezzo, che verrà collocata il prossimo gennaio a Washingtonplatz, proprio tra la Cancelleria ed il Bundestag. Tale premio verrà assegnato da una giuria composta di personalità italiane, del mondo della cultura e non, residenti a Berlino da più di 20 anni a connazionali al massimo 45enni e non residenti a Berlino da oltre 10 anni.

Dunque tutt’altro che contrapposizione tra vecchie e nuove realtà. Anzi, le vecchie generazioni d’immigrati, con questo premio, riconoscono implicitamente la necessità di premiare quelle nuove meritevoli, mettendole nella migliore luce possibile difronte al Paese che ospita tutti quanti assieme.

Potrebbe godersi la celebrità di famoso ristoratore il Cavaliere, avendo raggiunta una fama oramai consolidata nel suo mestiere, ma al contrario organizza un altro evento che è stato chiamato “La notte delle stelle”, che consiste nel portare, per poi premiarli, attori ed attrici del cinema italiano qui a Berlino durante la Berlinale. Immagino sia impresa tutt’altro che facile da realizzarsi. Eppure lo fa, meglio e con più efficacia di tante nostre case di produzione cinematografica o del nostro Ministero dello Spettacolo (oggi denominato Ministero per i Beni e le Attività Culturali).

Mi sono chiesto chi glielo faccia fare; ho trovato solo una risposta: l’amore per una Patria lasciata tanti anni fa, un pezzo del suo cuore che è rimasto impigliato nella sua Viareggio, e la voglia di far comprendere al Paese che è diventata la sua seconda casa, quanta bella, capace gioventù e gente di talento in genere proviene dalla sua Heimat, il luogo degli affetti.