PANEM ET CIRCENSES – Lodati siano i Funghi, i Beneamati Funghi!

© Alessandra Ivul

Funghi Funghi Funghi Funghi, Quanti Funghi, Lodati siano i Funghi, i Beneamati Funghi!!

© Alessandra Ivul

12 ore di treno da Berlino per raggiungere la raggiante località turistica di Fortezza, o meglio conosciuta dai 977 residenti con il nome di Franzensfeste. Un luogo angusto e buio perso nella provincia autonoma di Bolzano. Solo un bar-pizzeria aperto dove bere finalmente una magnifica Forst ghiacciata, aspettando la coincidenza persa causa ritardo (della DB tedesca e della OB austriaca, ci tengo a precisare). Animali impagliati, anziani a mezza pensione, un pizzaiolo con forte accento calabro e chiaramente bolzanini di montagna al bancone!

Ci siamo quasi, ultima tratta prima di raggiungere le pendici della valle. Siamo di nuovo in Italia ed anche se la popolazione locale che incontriamo è praticamente tutta madrelingua tedesca (beh tedesca… più austriaca va là…), ci si sente un po’ più a casa quando il controllare di Trenitalia invece che controllarci i biglietti, ci sorvola all’urlo “ah voi avete l’abbonamento vero, bene, grazie!”. Un fare che forse fino a poco tempo fa mi avrebbe irritato a morte, in quest’occasione invece mi fa sentire a casa e felice!

Sono molto affezionata alla Valle di Casies, ci vengo con i miei genitori ormai da incontabili anni. Abbiamo vinto più e più volte il premio del villeggiante fedele, collezionando medaglie ogni cinque anni, tant’è che ultimamente anche l’ufficio di soggiorno ha smesso di contare e non ci regala più il brivido della premiazione alla festa campestre tra wurstel e polenta con formaggio.
Mi piace la montagna e mi piace in particolar modo il Südtirol con il suo accento strascicato e incomprensibile, le mucche, le balle di fieno incelofanate, i geranei, i canederli, i masi chiusi, le staccionate, i ruscelli, le camminate in alta quota, la zuppa di gulash nella baita, i boschi, i boccali di birra, lo stinco di maiale, i mille fiori sui balconi, le case in legno, la tradizione più forte del freddo in inverno, il vino rosso leggero, ma soprattutto tanti tanti tanti tanti tanti funghi.

© Alessandra Ivul

Adoro andare a funghi nei giorni pari! Risveglia in me un antico agonismo di sopravvivenza. Scovarli sotto i pinetti nascosti dal muschio, vederne uno nel bel mezzo di un sentiero o dovermi arrampicare sul crinale scosceso di un monte, anche se ogni tanto ha voluto dire tornare a casa col cestino vuoto. Adoro perdermi nel bosco cercando. Mi piace da matti quando, dopo la prima giornata, chiudendo gli occhi continuo a vederli apparire nel buio!
Quest’anno è andata alla grande, era pieno di funghi, fantastici porcini grossi, bianchi e senza vermi … distese di giallissimi finferli nel muschio. Fatica per raggiungere la quota giusta della buttata ma divertimento infinito nel trovarne con la giusta cadenza e di dimensioni e forme da fiera del montanaro! A parte il disagio di dover girovagare per i boschi con qualche chilo in più sotto braccio, ci si scontra poi la sera con il rito della pulitura e della cottura del fantastico trofeo!

© Alessandra Ivul

E’ impossibile (forse anche poco sano!) riuscire a cibarsene in grande quantità ogni sera, e in ogni caso te ne avanzerebbero e poi, diciamocelo, cosa c’è di meglio di mangiare i funghi a Natale con il freddo?
Dopo anni e anni di esperimenti e tentativi, siamo arrivati a studiare le modalità più disparate di trasporto e conservazione, dal congelamento, passando per i sughi sottovuoto, fino al sottolio!

Non mi dilungherò oltre ma vi voglio lasciare la mia ricetta preferita per una preparazione che merita da sola il viaggio fino alla valle, il permesso di 8 euro per raccogliere i funghi, una passeggiata “in verticale” sul crinale dove solo i caprioli osano avventurarsi, la ferita in un occhio per cercare tra i rami fitti di un boschetto e la caduta di ginocchio per salvare la cesta dei funghi.

Finferli con cipolla sottolio

Quantità di finferli trovata nel bosco (scegliete solo i più piccoli e sodi) ma vi do le dosi per 1 kg
1 Cipolla grande
1l di acqua
Preparato per il “brodo”: 1 cipolla grande, 2 spicchi d’aglio, 4 / 5 foglie alloro, 3 cucchiai di sale grosso, pepe e ginepro se vi piace)
½ l Vino bianco
½ l Aceto di Vino bianco
Olio extra vergine di oliva

© Alessandra Ivul

Procedimento:

Pulire, tagliare (lasciare interi i più piccoli e tagliare a metà i più grandi) e sciacquare sotto acqua corrente i finferli.
Preparare un pentolone con acqua, odori per il brodo (1 cipolla grande, 2 spicchi d’aglio, 4/5 foglie alloro, 3 cucchiai di sale grosso, pepe e ginepro), vino e aceto.
Portare ad ebollizione per 20/30 minuti. Filtrare il liquido, rifarlo bollire e quando il brodo bolle cucinare i finferli per 3/5 minuti.
Taglia la cipolla cruda fine fine.
Scolare i finferli e unirli nei vasetti con la cipolla (subito!).
Coprire con olio, avendo cura di fare attenzione alle bolle d’aria.
Mandare sotto vuoto il vasetto e aspettare Natale!

© Alessandra Ivul

 

2 COMMENTS

  1. Ale mi hai fatto venire la pelle d’oca leggendo questo racconto, io lo sai bene, non sono un gran lettore di libri, ma se fossi in te non escluderei l`alternativa di buttarmi a testa bassa a scrivere un bel libro, magari autobiografico in fin dei conti di cose da raccontare ne hai abbastanza , pensaci! Un abbraccio. A te e a Ludovico ciao dallo Zione Tony

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