L’Italia fa dietrofront: addio alla ritenuta del 20% sui bonifici dall’estero

[© Ed Ivanushkin on Flickr / CC BY-SA 2.0]
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Meno di venti giorni. Tanto è durata la norma che sanciva l’obbligo, per le banche, di effettuare una ritenuta automatica del 20% sui bonifici effettuati dall’estero verso i conti correnti italiani intestati a persone fisiche.

Ieri, infatti, il Ministero del Tesoro ha emesso una nota con cui «sospende l’operatività della ritenuta del 20 percento sui redditi derivanti da investimenti esteri e dalle attività estere di natura finanziaria applicata automaticamente dagli intermediari finanziari. Gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto», si legge ancora nel comunicato, «saranno rimessi a disposizione degli interessati dagli stessi intermediari».

La ritenuta, introdotta per combattere l’evasione fiscale, si è rivelata dopo poche ore un pericoloso boomerang per tutti gli italiani che vivono o lavorano all’estero, i quali hanno rischiato di vedersi detrarre senza ragione una cospicua percentuale dei guadagni ottenuti. Feroci polemiche hanno percorso i social network, e la norma è stata discussa anche nel dibattito tra Beppe Grillo e Matteo Renzi nell’ambito delle consultazioni politiche.

Secondo via XX Settembre, il motivo della cancellazione è da ricercarsi nella rapida evoluzione dello scenario internazionale in materia di contrasto all’evasione fiscale cross-border, che «ha subito una forte accelerazione, attraverso la creazione di un modello di accordo intergovernativo (IGA) per lo scambio di informazioni tra gli USA e gli altri Paesi, tale da far ritenere ormai superata la disposizione che ha introdotto la predetta ritenuta alla fonte».