“Ich wähle, wo ich wohne! Voto dove vivo!“: domani anche gli italiani potranno votare a Berlino

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di Axel Jürs

Come vi abbiamo spiegato diverse volte in questi mesi a proposito delle elezioni del 18 settembre, occorre la cittadinanza tedesca (e un indirizzo ufficiale a Berlino) solo per votare per il parlamento berlinese, l’Abgeordnetenhaus. Però allo stesso tempo ci sono le elezioni dei distretti berlinesi, i Bezirk, al fine di eleggere le assemblee locali chiamate Bezirksverordneten-Versammlungen (BVV), che decidono anche chi diventerá sindaco del distretto e chi assessore. Per cinque anni le assemblee, che non sono parlamenti ma fanno parte della amministrazioni locali, decideranno inoltre molte cose relative alla vita dei 12 Bezirk in cui è suddivisa Berlino, da Reinickendorf al nord a Neukölln a sud-est, da Spandau a ovest a Marzahn-Hellersdorf a est. Non bisogna dimenticare che i distretti berlinesi, che contano ognuno più di 200.000 (alcuni anche più di 300.000) abitanti, in altri Bundeländer sarebbero tra le città più grandi
Per queste elezioni locali in particolare basta, come spiegato nel nostro speciale politico sulle elezioni, la cittadanza della EU, o per essere più precisi, la cittadanza di un Stato membro dell’Unione Europea, come per esempio la cittadanza italiana. Se una persona ha giá registrato il suo domicilio a Berlino (la cosiddetta Anmeldung) almeno tre mesi prima di queste elezioni, dovrebbe avere già ricevuto una lettera del suo distretto con tutte le informazioni su quando, dove e come potrà votare per le elezioni locali, vale a dire per la BVV del proprio distretto. Questo avviso (Wahlbenachrichtigung) è quasi uguale a quello ricevuto dagli abitanti con la cittadanza tedesca, solo che c’è stampata anche l’indicazione “nur für BVV” (solo per le assemblee locali). E poi ci sono anche tanti candidati europei, da quando esiste il diritto di votare e di essere eletti nei comuni di altri Stati membri della UE. Questa regola funziona in tutta l’Unione Europea da quasi 20 anni e dal 2004 anche nei nuovi Stati membri (in 15 dei 28 stati membri esiste il diritto di votare anche per i cittadini “extracomunitari”). Dal 2009 il trattato di Lisbona regola anche il diritto di decidere in che Paese votare per il Parlamento Europeo, se in quello del Paese d’origine o quella del Paese in cui si risiede.

Per il resto, si può votare il giorno delle elezioni all’indirizzo indicato nella lettera ricevuta del distretto o anche per corrispondenza, prima del 18 Settembre. Visto che Berlino è diventata una città sempre più internazionale, una metropoli europea, vale la pena partecipare al voto come i berlinesi, anche se si ha la cittadanza di un altro Stato membro della UE. L’afflusso dei votanti cittadini europei non tedeschi, del resto, sta crescendo sempre di più, nei distretti e anche in tutta la città, ogni anno. A Friedrichshain-Kreuzberg, Mitte, Tempelhof-Schöneberg, in particolare, la percentuale dei votanti con la cittadinanza di un altro Paese europeo, già nel 2011, era arrivata a cifre superiori o vicine al 10% del totale degli elettori, che è una bella cifra in una città nella quale è diventato molto difficile per i partiti assumere più del 20% dei voti, anche a livello locale.
Allora, italiane e italiani a Berlino: datevi una mossa! Vogliono essere govenati anche i distretti della città, anche se non sono così indipendenti come negli altri Bundesländer, perchè molti diritti comunali nella “città stato” Berlino appartengono al livello regionale del Senato. E un po’ di spirito mediterrano serve anche alla vita berlinese, come si vede già da anni, nelle strade della capitale. E se non siete andati a votare alle elezioni precedenti, quest’anno, con la partecipazione di AfD, il nuovo partito anti-europeo da più parti accusato di xenofobia, per i “berlinesi europei” può esserci un motivo in più per esercitare il loro diritto-dovere. La risposta adatta alla domanda se valga la pena di votare anche per voi italiani in Germania, non dovrebbe essere dunque “non mi interessa” oppure “che ne so della politica della regione da dove vengo!”. La risposta adatta per prendere l’iniziativa nella circostanza di queste elezioni è: “Ich wähle, wo ich wohne!”“ (Voto dove vivo!), slogan che la Europa-Union Deutschland, associazione degli entusiasti europei, aveva stampato come slogan su delle cartoline distribuite prima delle elezioni per il Parlamento Europeo, nel 2014.

Ulteriori precisazioni: l’età per votare per alle elezioni locali a Berlino è 16 anni, per essere eletti rimane 18 anni, mentre l’età necessaria per partecipare alle elezioni per il parlamento dello “Stato” di Berlino è 18 anni. Diversamente da altri Bundesländer, Berlino, Brema e Amburgo, oltre ad essere grandi città, sono anche Bundesländer, che significa che il Parlamento funziona come Landtag e le assemblee dei distretti da una parte assomigliano alle assemblee comunali di altri Bundesländer, dall’altra hanno ancora meno diritti e fanno parte dell’amministrazione del distretto. Le 5 persone dell’amministrazione professionista rappresentano la forza di tutti partiti, all’interno dell’assemblea. Nel distretto, in questo senso, non esistono un governo e l’opposizione, ma i capi della Bezirksverwaltung collaborano come il personale di una scuola: seguono cioè quanto deciso dal direttore, cioé il governo, anche se hanno opinioni diverse.