I only come out at night: U2, Gallagher, e forse pure Dio

Sto perdendo le unghie, continuano a sanguinarmi i denti, anche sotto il bite che devo ormai portare la notte. Sexy, I know, sempre stato! Quando non lavoro, mi sveglio di notte intorno alle 4.30. Il pc non si accende più da settimane. Qualcosa di buono si è forse riacceso in me.
Un amico dice che mi lamento troppo. Io lo mando a quel paese, quando me lo dice, ma non ha tutti i torti, sono il tipo di persona che si auto-intossicajust relax and do your thing, devo ripetermi più spesso. Ho tanta voglia di fare ma le ultime settimane sono state a dir poco deliranti. Vorrei essere del tutto insensibile, ma un sms dall’Artide che dice “mi manchi” mi fa tornare nostalgia di un non-rapporto di merda. Sono andato dal medico con le vertigini, back then. Tuttavia, quando sfilerai a Berlino, o farai un servizio fotografico, ci sarò, ho bisogno di un cuscino migliore. Sono patetico, è solo noia.

Aleksej dice che il suo fidanzato lo vuole più muscoloso. È una bella stronzata da dire! Io vivo in un mondo del tutto queer, parrucche, trucchi, tacchi, qualunque cosa faccia star bene, e queer non vuol dire frocio. Ho chiesto se avesse origine mongole, il padre di Alioscia è kazako, la madre russa. Il taglio degli occhi suggeriva qualcosa. Sono davvero affascinato dalla solitudine e dalla costante fuga da questa che tutti, in un modo o nell’altro, perseguono. E poi amo gli sconosciuti, non dovrò rivederli.

Ho lavorato per il concerto degli U2, qui a Berlino. In linea di massima, quando sento il loro nome, mi saltano i nervi, Bono è ovunque, ma c’è anche da dire che si impegna attivamente in determinate campagne. Ho finito di lavorare prima che iniziasse il live e quando sono andato a cena mi sono ritrovato Noel Gallagher degli Oasis, lì di fianco. Non sapevo fossero in tour insieme. Del resto non seguo più nulla. Sono rimasto per il live, ma mi sono annoiato, e poi i volumi erano folli per me! Ho l’inferno in testa, don’t forget!

Sono stato ad un paio di party, il tipo di party di cui tutti parlano con eccitazione, sospetto, e anche mostrando qualche pregiudizio. Il problema è che sono così stanco che non mi godo nulla.
Per il KitKat avevo un free entry, il buttafuori mi ha guardato poco convinto, ero in tenuta da lavoro: soccer shorts, struccato e t-shirt handmade con su scritto “GOD IS IN THE HOUSE“.
Ero pure andato al lavoro di corsa, no time baby! Gli ho indirizzato uno sguardo allibito, lui mi ha detto “non mi ricordo di te, tu ti ricordi di me?”, in effetti no. Ha detto “vedi che ti dicono all’ingresso”. All’ingresso ho lasciato la mia borsa e non mi hanno chiesto di spogliarmi, cosa che a volte fanno, quando non sono sicuri di voler far entrare qualcuno.
Ero obiettivamente fuori dress code e tutto il resto, ho salutato S. al guardaroba e lei mi ha detto “la tua amica è dentro”. La mia amica mi ha morso sul labbro e ancora ho il livido.

Ho incontrato alcune persone piacevoli, che conoscevo già, perché parte del mio solito “giro”. Una personcina adorabile non mi ha riconosciuto, sulle prime. Lo so, non sono as glamourous as usual, ho pure i capelli legati, sono stanco. Insomma, ho trascorso la mattinata tra un saluto e l’altro.
Al Berghain sono andato con una collega, se non avessi lei, al lavoro, sarei perduto! L’unico tempo che riusciamo a passare insieme è il Feierabend, ed è sempre piacevolissimo.
Dove sono stato, poi? Al Bad Bruises, sì. È stato il mio afterhour, dopo il BH sono passato a salutare un amico dj e la sua ragazza, nel pomeriggio, lui lavorava e a fine set siamo andati al Bad Bruises. Saranno state le nove di sera, io stavo gelando, ero a pezzi, dopo appena un paio d’ore sono andato a casa.
C’era un falò al centro del cortile (versione open air pomeridiana) e mentre mi riscaldavo un uomo sulla cinquantina, molto stiloso, stava lasciando la location ed ha alzato il braccio per salutarmi. Ho risposto entusiasta, ma non sono riuscito a ricordare chi fosse e perché lo conosca. Non penso sia importante, dopotutto. Quest’ultimo weekend trascorso con il latex addosso mi ha lasciato dei lividi sulle gambe.
Il latex ha, in certo senso, bruciato la pelle.

Mi guardo intorno e in questa camera da letto c’è il caos. Mi faccio un caffè e provo a mettere un po’ di ordine, che ne dite?

U2

1978551_10152332656702884_8991540083716097930_oEin Arschloch è un verme metropolitano che vive soprattutto di notte.
Ama l’anatomia, l’arte e, paradossalmente, la campagna.
Odia i tovaglioli di carta, la plastica e svegliarsi al mattino.
Nightwalker, musicista, post-modern dj, D.I.Y. creative.
Ich bin kein Künstler, ich bin ein Arschloch.