I onLy cOme ouT at niGht: nipple play, vacci piano

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Il mio rientro in the city è stato fin troppo rumoroso. Dovrei dare un’occhiata alla sezione “spy porn” per accertarmi di non trovarmici dentro. Non mi preoccupo mai di non avere tende alle finestre della cucina, me ne ricordo soltanto quando vedo un paio di mutande sul pavimento. Forse però la cosa mi diverte pure. Certo, potrei risparmiarmi di andare mezzo nudo in cortile per ritrovarmi il vicino che fa dei lavori alla bici. Di sicuro sono quello da cui tutti vorrebbero ricevere dei complimenti, roba che in un paio d’ore riesco a dirti che “quel latex” e “quella chitarra” valgono più di te, baby. Se non li tratti con cura, ti faccio male. E poi lo faccio sul serio per cui è inutile che mi guardi col broncetto.

C’è stato un po’ di drama in queste notti. Che diamine ce ne facciamo di gente che si fa tatuare “king” in giapponese sul collo? King in infradito, ma ti sei visto! In un baretto a Kreuzberg sabato mattina ho chiesto alla ragazza giapponese del dj cosa volesse dire quel tatuaggio. Lei ha riso e io ho sperato volesse davvero dire “tomato“. E invece no, un cripto-frocio con gli infradito e un tatuaggio volgare. Questo prima di cercare di aiutare un tipo con la mano purulenta, gli si era persino gonfiato il braccio e un suo amico si è pure incazzato dicendo che dovevamo farci i fatti nostri. Potrei essere d’accordo, ma il mio partner in crime aveva deciso invece di aiutarlo. Io vivo la notte per poi sfiorare risse al mattino. E se non sono risse, sarà pure di peggio, lo prevedo. Un paio di notti fa sono stato ad un live-festa di compleanno di un’amica londinese, lei suonava con la sua band. Pare mi abbia messo una mano sui genitali. Le ho chiesto se avesse trovato qualcosa: niente. Subito dopo il mio arrivo alla location ho visto delle ragazze quasi ammiccare, un’artista mi ha detto che fra due settimane si terrà una sua performance e se io vado poi lei mi cerca tra il pubblico e gioca un po’ con me, c’è stato anche un attimo in cui ho sentito che se volevo darle una mano potevo pure stare in mutande, qualcosa del genere. Ragazzi, calmini. Poi una signora mi si è avvicinata chiedendomi se avessi della cocaina. Perché nessuno mi ha proposto dei soldi in cambio di prestazioni? Finiamola con tutta questa generosità. Io guardavo con tanto amore questa bellissima coppia che in qualche modo pare conoscessi già, ne ho un vago ricordo. Ero in modalità head-on, ho chiesto se stessero insieme, sarei andato con entrambi. “Decenza” è una parola di cui ho dimenticato il significato.

Sono stanchissimo ma non riesco a fermarmi. La settimana prossima inizio un progettino interessante di kinky fashion con un’amica svedese. Yes, baby.
Ho finalmente chiarito una piccola incomprensione con una persona che conosco da anni, c’è la band di mezzo e un paio d’anni fa pare avessi detto qualcosa che l’aveva urtata molto. Mi sono sempre sentito allontanato da lei, o forse in colpa, per non avere alcuna idea di cosa avessi potuto mai dire. Una bottiglia di gin è stata un po’ troppo, lo ammetto. Ne abbiamo parlato e mi ha detto che lei non ha assolutamente alcun problema con me. Pare avessi preso a fare qualche discorso politico e lei non ne voleva sapere. Tutto lì. Erano anni che volevo risolvere questa storia.
Sono andato a sentire al Tiefgrund i The K., sono amici belgi con cui ho suonato diversi anni fa in un festival nel sud della Germania. Sono davvero bravi, ottimi performer, e il cantante suona sempre in boxer e sfoggia delle bellissime gambe, gliel’ho detto. Hanno avuto dei problemi con il pernottamento, allora sono rimasti a casa da me. Ho preparato un paio di letti, predisposto il caffè per il mattino dopo e ci siamo salutati con un paio di whiskey e amari e vini. Fra qualche settimana il batterista torna a suonare a Berlino con un altro suo progetto, l’ho già invitato a fermarsi a casa da me, ha accettato con piacere.
Sento come un costante formicolio per tutto il corpo, mi preoccupo di queste ossa il più possibile, ma lo so che non è abbastanza. Questo venerdì, il 9 settembre, metto musica al NEU! Bar a Prenzlauer Berg. Enjoy some rock and roll, kids!

https://www.youtube.com/watch?v=zAZnO_7pMDA

1978551_10152332656702884_8991540083716097930_oEin Arschloch è un verme metropolitano che vive soprattutto di notte.
Ama l’anatomia, l’arte e, paradossalmente, la campagna.
Odia i tovaglioli di carta, la plastica e svegliarsi al mattino.
Nightwalker, musicista, post-modern dj, D.I.Y. creative.
Ich bin kein Künstler, ich bin ein Arschloch.