Hammam, una cartolina da Kreuzberg

Photo by tiahnifae

Una volta in un crocevia di Taxim, a Istanbul, c’era un hammam e siamo entrati.
Fuori era freddo. Il fumo usciva dai tetti e dalla cupola.
Quando è venuto il mio turno, una donna mi ha spinto dolcemente in una stanza. Lì c’era una vecchia, nuda, con due enormi tette cadenti e la pelle liscia come quella di un bambino. Mi ha presa. E sorrideva.
L’ho sentita richiudersi sopra di me, come la carne racchiude lo scheletro, e pareva di entrare in una sacca di aria calda.
Ha cominciato a lavarmi.
Mi strofinava energicamente: la schiena, le braccia, i seni, la testa.
Usando il sapone e mani che ricordavano quelle di una nonna: capaci di brutalità – come quando si ammazza un cappone – ma all’occasione anche di delicatezza, come per infilare un fiore in un vaso.
Ho chiuso gli occhi sotto l’acqua, riscoprendo una sensazione infantile. Una scatola arrugginita. Là, da qualche parte.
E ora fila via! Vatti ad asciugare sulla pietra calda.

Qui non è come a Taxim.
Fuori, a pochi passi, c’è l’Oranienstraße che brulica, là il Görlitzer Park.
Dentro donne diverse: turche con appresso giovani generazioni di nipoti, e ragazze tedesche magari venute a rilassarsi dopo il lavoro, dopo l’università.
Si ciarla soffusamente, tra i vapori, ci si bagna; senza pudore è il ventre e tutto il resto. Il bagno è chiamato peeling e manca l’odore e la forza di quel momento a Istanbul.
E però…
Dal corpo delle donne emana un qualcosa di generoso, orgoglioso e forte; assieme al riverbero di un tacito mistero.
Si sta così. Accolte.

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*Questo post è stato pubblicato originariamente su Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin, un progetto di Nora Cavaccini. Segui il progetto su Facebook.

Povera Ma Sexy – Postkarten aus Berlin è un “viaggio” fisico e letterario a Berlino. Un percorso che nasce dall’esperienza personale di chi scrive ma che, al tempo stesso, può rappresentare una via alternativa per scoprire la città. Per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ne subiscono il fascino. Berlinesi e non.

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