STRA-KINO – Good Bye Lenin!, 2003

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Arrivederci Lenin.

Buongiorno nuovo mondo.

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TRAMA
Nell’agosto del 1978 la famiglia di Alex viene messa sotto torchio dagli agenti Stasi per colpa del padre, che pare essersi trasferito nella zona di Berlino Ovest. Christiane, moglie e madre di Alex e Ariane, non potendo reggere il colpo, cade in una forte depressione da cui uscirà solo otto settimane più tardi. Decisa ad andare avanti, si avvicina alla politica dedicando a essa tutto il suo tempo: il suo cuore adesso appartiene alla Repubblica Democratica Tedesca. Il 7 ottobre del 1989 le strade di Berlino sono gremite di manifestanti tra cui Alex, che incrocia la madre intenta a dirigersi alla serata ufficiale dedicata al quarantesimo anniversario dalla nascita della DDR. In quello stesso istante un gruppo di poliziotti attacca i dimostranti e Alex è portato via sotto gli occhi di Christiane che cade a terra in preda a un infarto. Passano otto mesi e da quel 7 ottobre del 1989 molto è cambiato.

“Good Bye, Lenin!” è un film che si dedica interamente, senza riserva. Colpisce gli occhi e lentamente s’insinua nei canali primari di quelle che sono le emozioni. Si lascia guardare e ammirare come una bella donna, che sa di non dover chiedere attenzioni perché le riceve comunque, e allora gira e si rigira su se stessa per il piacere di chi la guarda.
Alex cresce con la passione per gli astronauti ed è sicuro che, prima o poi, anche lui guarderà il mondo dall’alto, nella profondità del cielo. Costruisce piccoli razzi che osserva partire dal basso per oltrepassare le nuvole e attende che il suo momento arrivi. Il tempo cambia e modifica i suoi piani, tanto che il lavoro per lui scelto è quello del riparatore tv. Non può fare altro che rassegnarsi con un po’ di tristezza nel cuore, quella che ogni tanto ti fa pensare “e se invece…”.
Come il tempo, anche la politica cambia velocemente, come il passaggio di una nuvola nera, e in pochi istanti le certezze di Christiane, a sua insaputa, vengono cancellate e trasformate, così che al suo risveglio tutto intorno a lei ha mutato la forma. Come fare a spiegare ad una donna, appena risvegliatasi da un coma, che tutte le sue convinzioni politiche e ideali sono andate perdute per fare spazio a Burger King e all’antenna parabolica? Impossibile. L’unica soluzione è creare intorno a lei un mondo che non esiste più; farlo rivivere in ogni piccolo particolare, senza dimenticare nulla. Ecco che, in una piccola stanza, il muro di Berlino non è mai crollato e al supermercato si trovano ancora i cetrioli della Spreewälder. Lentamente quel mondo che Alex tanto accuratamente ha messo su, diventa il mondo che avrebbe voluto conoscere e vivere. Quella piccola realtà semi-fittizia, surrogato di un mondo che sembra aver dimenticato com’era prima, può essere manipolata e contraffatta secondo il suo gusto, e così accade. Alex immagina e mette in pratica ogni suo piccolo segreto, realizzando una nuova Germania che vive tra quattro mura domestiche, dove tutto è possibile.

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Wolfgang Becker segna uno a zero per la Germania e come sottofondo musicale, ad innalzare la vittoria, c’è Yann Tiersen, che porta nel film una seconda sceneggiatura, quella musicale. Ogni pezzo è una voce fuori campo che esalta le immagini e le aiuta a crescere di senso.

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