Il comune prende posizione contro Airbnb: illegale offrire un appartamento senza autorizzazione

Foto © O de Andrade / Wikimedia Commons / CC BY-SA 2.0
Il comune di Francoforte. Foto © O de Andrade / Wikimedia Commons / CC BY-SA 2.0

Bannerino_FrancoforteFrancoforte – La città ha deciso di fare sul serio contro Airbnb, il sito internet che mette in contatto gli utenti che offrono e che cercano una stanza o un appartamento per un breve periodo. Facendo riferimento a una sentenza del tribunale del Meclenburgo-Pomerania Anteriore – Land nel nord della Germania – l’amministrazione comunale ha comunicato alla nota piattaforma online che, da ora in poi, offrire appartamenti o stanze a turisti sarà considerato illegale. Gli alloggi in questione infatti, mancando di una autorizzazione apposita come attività commerciali legate al turismo, diventano una anomalia  nel controllatissimo mercato tedesco.

Secondo quanto deciso dal Bauaufsicht – l’ufficio di supervisione e controllo per quanto riguarda l’edilizia e la sua destinazione d’uso – affittare a terzi sarà possibile solo in come “subaffitto”, cioè se l’inquilino si allontana o va in vacanza per un periodo, oppure se affitta una stanza extra solo per qualche giorno all’anno a qualche ospite e mentre egli stesso è presente.

Ciò che è diventato vietato è affittare un’appartamento o una stanza. Se dovesse succedere, e succederà, l’affittuario riceverà una lettera di avviso dal Bauaufsicht che prendere provvedimenti legali. Sono circa mille gli utenti che offrono un alloggio a Francoforte tramite il sito.

Francoforte non è la prima città a muovere guerra a Airbnb, in diversi paesi alcune grandi città hanno già da tempo mosso le loro accuse di illegalità al servizio. Intanto, per quanto riguarda la nostra città, la vicenda non può che ricordare quanto accaduto per la app Uber, accusata di falsare il mercato facendo concorrenza illegale ai tassisti “normali”. Anche in questo caso si tratta di privati che tramite una piattaforma informatica offrono direttamente un servizio scavalcando le intermediazioni di aziende consolidate da tempo.

Questo nuovo tipo di economia –  legata a internet – sembra quindi risultare indigesta alla città, la quale reagisce anche questa volta attraverso un divieto. Una strategia, a nostro parere, forse poco lungimirante. Ma non si può certo negare che si tratti di una questione semplice. Ciò che queste piattaforme producono è di fatto un continuamento spostamento dei confini, elemento evidentemente problematico per una cultura politica, quella tedesca, orientata alla regolmanetazione chiara ed efficace. Come andrà a finire lo scopriremo nei prossimi mesi.

[ale.gra]

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